[NFL] Week 10: bella vittoria dei Vikings sui Lions

Quando, sul finire della scorsa settimana , è diventato ufficiale il forfait di Percy Harvin, nettamente il miglior ricevitore di Minnesota, per la gara con Detroit, molti tifosi dei Vikings avranno scosso la testa temendo un nuovo spettacolo indecoroso a livello di passing game della loro squadra del cuore. Come dargli torto per altro, visto che in due delle ultime tre gare il reparto allenato dall’offensive coordinator Musgrave non aveva portato a casa neppure 45 yards di guadagno netto per via aerea? E invece, a sorpresa, tutte queste preoccupazioni si sono rivelate infondate: il regista Ponder, apparso nelle ultime giornate incerto ed impreciso, ha sfoderato un’ottima prestazione e Minnesota ha piegato 34-24 i Detroit Lions in un delicato scontro tutto interno alla NFC North.

VikingsGià, direte voi, ma il vero protagonista del successo dei viola non è certo stato Ponder. Giusto, ma per la prima volta nell’ultimo mese, il reparto offensivo dei Vikings è sembrato un po’ meno un “one man show”. E chi sia questo one man ormai lo sanno pure i proverbiali sassi: anche contro i Lions sua maestà Adrian Peterson ha dominato la scena correndo per 171 yards in ventisette corse (yes, la media a portata è quella: 6,1) per quello che è stato il quarto match consecutivo in tripla cifra. E c’è da sottolineare che in tre di queste quattro volte, Peterson è andato oltre le 150 yards.  Il tutto porta il totale stagionale per il fenomeno da Oklahoma a 195 portate per 1128 yards; non male per uno che poco più di dieci mesi fa usciva dal terreno di gioco di Washington con il legamento crociato del ginocchio completamente rotto.

Tornando a parlare di esseri “umani”, il passing game stavolta ha funzionato, con Ponder che è uscito dal Mall of America Field con 23 completi su 32 tentati per 221 yards, due mete e soprattutto senza aver commesso i tanti errori che ne avevano caratterizzato le uscite precedenti. Bersaglio principale del regista al secondo anno, è stato un altro sophomore; il tight end Kyle Rudolph, che dopo un grande avvio di stagione era stato travolto dal crollo di tutto il passing game dei Vikings (appena due palloni catturati nelle ultime tre partite). Contro Detroit invece l’ex Notre Dame ha al suo attivo 7 ricezioni per 64 yards ed una meta.  Solo un “brodino” invece la prova di un altro desaparecido, quel Jerome Simpson che comunque sembra aver messo da parte le polemiche per essere stato utilizzato troppo poco in questo avvio di stagione ed ha ricevuto tre palloni per 28 yards. Meglio di lui ha fatto invece il rookie Jarius Wright: la scelta dei Vikings al quarto giro dei recenti draft, attivo per la prima volta dall’inizio dell’anno causa il k.o. di Harvin, ha ricevuto anche lui l’ovale per tre volte, ma portando a casa 65 yards e la meta che ha aperto le danze.

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Contro un front four tosto come quello dei Lions, un po’ tutta la linea offensiva se l’è cavata egregiamente, ma una nota di merito va ad un altro rookie, il tackle Matt Kalil bravissimo soprattutto nei blocchi sul passaggio. In difesa invece i Vikings sono stati decisamente meno efficaci: la giornata incolore di Jared Allen ha tolto ai padroni di casa la loro arma letale sulla pass rush, con il regista dei Lions Stafford che ne ha approfittato per demolire un secondario molto meno brillante del solito, mettendo a referto 329 yards e tre mete. A livello di coperture sono andati decisamente meglio i linebacker, soprattutto Greenway che si è anche permesso il lusso di intercettare Stafford, ed Erin Henderson, Nel secondario invece alla buona prestazione di Jamarca Sanford ha fatto da contraltare la peggior prova stagionale di Harrison Smith, anche lui al primo anno di NFL, che finora è stato uno dei migliori rookie dell’intera Lega ma che contro i Lions ha sofferto i lanci a medio e lungo raggio a Calvin Johnson ed è stato battuto in modo vistoso sul touchdown segnato dal tight end Pettigrew.

I Lions hanno invece pagato a caro prezzo una partenza lentissima del loro attacco e sul finale la difesa ha subito una devastante corsa di Peterson da 61 yards che ha in pratica chiuso il discorso. Un dato credo sia significativo riguardo la differenza di rendimento fra primo e secondo tempo: nei primi 30 minuti di football, Stafford ha passato per appena 97 yards, subito due sack ed un intercetto. Nella seconda frazione l’ex stella di Georgia ha guadagnato grazie ai lanci 232 yards, segnando tre mete senza subire altri sack o intercetti. “Onestamente non so spiegarmelo” ha commentato a fine gara l’head coach dei Lions Jim Schwartz “abbiamo praticamente chiamato gli stessi giochi nel primo e nel secondo tempo, ma all’inizio non venivano, dopo si…”.  E se da una parte il fenomeno Adrian Peterson ha chiamato, dall’altra non poteva non rispondere l’altro marziano: il ricevitore di Detroit Calvin Johnson. Per la seconda volta consecutiva, Megatron, come viene soprannominato, durante la settimana ha recitato la parte del morto vivente per un ricorrente acciacco al ginocchio, poi la domenica si è trasformato in Batman: contro i Vikings il buon Calvin ha stabilito il record personale di ricezioni in una gara con 12, per 207 yards che, sommate a quelle guadagnate contro Jacksonville la giornata precedente, fanno 19 palle catturate per 336 yards in due partite. Unico neo, però non trascurabile, è stato il fumble perso che ha dato il colpo di grazia alle speranze di Detroit, anche se onestamente a quel punto il match era abbastanza compromesso.

Di fronte ai numeri mostruosi di Johnson il resto del team sembra quasi inetto, ma a livello di passing game è da sottolineare la buona performance del runner Joique Bell autore di sette ricezioni per 44 yards. Il grande assente del pomeriggio di Minneapolis è stato il rushing game dei Lions: 60 le yards totali in diciassette portate, e se si tiene conto che Leshoure in una sola corsa ne ha guadagnate 14, cioè quasi un quarto del totale, la giornata negativa del gioco sulla terra dei Leoni è più che evidente. La difesa di Detroit è invece stata protagonista di un pomeriggio in chiaroscuro: la coppia di tackle Suh e Fairley ha giocato una buona gara (soprattutto il secondo è stato veramente efficace in fase di pass rush), ma ha commesso tre o quattro errori che sono costati carissimi. E non ha certo giovato alla causa degli ospiti il k.o. subito dall’end Avril uscito per una sospetta commozione cerebrale. Senza di lui i defensive end in rotazione sono rimasti appena tre e le prestazioni delle due riserve Young e Jackson sono state al di sotto della sufficienza. Come riconosciuto dallo stesso Schwartz, un secondario decimato dagli infortuni (mancavano le safety Spievey e Delmas) non ha demeritato sul passing game, soprattutto grazie alla prestazione del cornerback Lacey, ma ha invece pesantemente deluso nel supportare la corsa, e le 171 yard di Peterson sono lì a dimostrarlo.

VikingsLa cronaca della partita vedeva i Vikings partire subito forte su entrambi i fronti: mentre i Lions guadagnavano un solo down in tutto il primo quarto, Minnesota segnava subito grazie alla ricezione da 3 yards di Wright (propiziata però dalla ricezione da 54 yards dello stesso rookie) poi, dopo che Greenway intercettava Stafford, era Walsh ad aumentare il vantaggio dei locali con un field goal da 48 yards. Nel secondo quarto le due squadre segnavano un field goal a testa, ma nel complesso non succedeva granchè e si andava all’intervallo sul 13-3 per Minnesota. Il terzo quarto sembrava aprirsi sulla falsariga del primo tempo, con l’attacco dei Lions che non riusciva a muovere palla mentre quello dei Vikings piano piano macinava yards. Ancora Walsh permetteva a Minnesota di allungare ancora, poi però, improvvisamente, iniziava lo Stafford-Johnson show: due lanci per 70 yards ed i Lions erano sulle 16 di Minnesota da dove il regista col numero 9 trovava il tight end Pettigrew per la meta del 10-16. Ma sul delicato drive successivo, Ponder giocava da consumato veterano: quattro passaggi completati su quattro per 38 yards e palla sulle 24 dei Lions. Qui dopo un incompleto a Simspon e una corsa da 4 yards di Peterson, su un terzo e 6 il quarterback di Minnesota trovava Rudolph con un passaggio corto. Il tight end sfruttava un blocco e si involava sulla sideline per il 24-10 (Peterson infatti si incaricava della trasformazione da due).

Ormai Stafford e Johnson erano in trance agonistica: ancora due completi per 40 yards, più una penalità da 15 yards contro Minnesota e la corsa da 14 yards di Leshoure portavano la sulla 1 dei Vikings. Nonostante la vicinanza dell’area di meta, vista la difficoltà del rushing game, Detroit andava ancora di passaggio e Stafford trovava Young per la meta del 17-24. I Lions recuperavano poi il pallone con quasi dieci minuti ancora da giocare, ma tre incompleti di Stafford ridavano il possesso dell’ovale ai Vikings. Detroit a quel punto combinava però due pasticci che chiudevano virtualmente la contesa: prima la difesa si faceva infilare da una ubriacante corsa di Peterson da 61 yards, poi sul drive seguente, Johnson guadagnava 20 yards su ricezione, ma veniva placcato da Sanford che gli faceva perdere l’ovale prontamente recuperato da Winfield. Il field goal di Walsh da 33 yards a quattro minuti e mezzo dal termine sanciva il successo dei Vikings, anche se i Lions, con un ultimo sussulto, accorciavano le distanze grazie al meritato touchdown di Johnson su ricezione da 11 yards. Il successo interrompe la serie di due sconfitte consecutive dei Vikings e consente loro di restare appaiati ai Packers a quota 6 vittorie, una in meno dei battistrada Bears, ma con una gara in più.

Dopo la bye, Minnesota avrà un ciclo di partite terribile, visto che Peterson e compagni saranno di scena prima a Chicago, poi a Green Bay, quindi ospiteranno i Bears. Inutile dire che il loro destino in questa stagione 2012 dipenderà molto da come usciranno da questo trittico terribile. Con questo k.o. invece i Lions, ora con un record di 4-5, sono quasi fuori dai giochi. Nonostante l’ottimismo professato da coach Schwartz “il cammino verso i playoff ? Né terribile né disperato; diciamo che dobbiamo darci una mossa” Detroit non è solo in un girone di ferro ma ha anch’essa un calendario durissimo che prevede ancora due sfide con Green Bay, una con Chicago, una con Houston ed una con Atlanta. Insomma se Detroit dovesse agguantare i playoff, cosa di cui dubito fortemente, potrebbe a quel punto essere la New York del 2012.

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