[NFL] Week 4: Falcons allo scadere sui Panthers

Partiamo facendo un piccolo passo indietro: giovedì 20 settembre, anticipo del terzo turno NFL, a Charlotte i Carolina Panthers vengono letteralmente travolti in casa dai New Yok Giants 36-7, mettendo in mostra una difesa inguardabile e soprattutto un attacco inesistente a livello di passing game e in grossa difficoltà a livello di rushing game.
Tre giorni dopo su un campo sempre ostico come quello di San Diego, gli Atlanta Falcons centrano la terza vittoria in altrettante partite demolendo l’attacco dei Chargers sulla via di un tranquillo successo 27-3.
Con queste premesse la partita del Georgia Dome doveva essere un match a senso unico, ma la pazza NFL di quest’anno ci ha già riservato sorprese clamorose e, alla fine della sfida tutta interna alla NFC South, solo alcuni miracoli delle sue stelle ed una buona dose di ingenuità da parte della difesa dei Panthers, hanno consentito ai Falcons di restare uno dei tre team imbattuti dell’intera NFL e di portare a cinque la serie di risultati positivi contro le Pantere della Carolina.
In una stagione che lo vede giocare a livelli da mvp, Matt Ryan, il regista dei Falcons, è riuscito a superarsi nonostante una giornata nerissima per la sua linea offensiva: a parte i 7 sack subiti, Matty Ice come viene chiamato per la sua freddezza, ha tenuto fede al suo soprannome riuscendo a completare sette passaggi sui dieci tentati sotto pressione per 118 yards. Non solo, dopo aver faticato con i passaggi lunghi nei primi tre turni, nella sfida con i Panthers Ryan è stato decisamente più efficace trovando i suoi ricevitori in quattro occasioni su otto lanci oltre le venti yards per 152 yards e due mete.

Atlanta FalconsIn una giornata incolore per Julio Jones (il quale però lamentava un problema alla mano), è stato l’esperto Roddy White a dimostrare perché negli ultimi anni è uno dei più temuti wideout della Lega: 8 ricezioni, 169 yards, due mete e soprattutto la ricezione da 59 yards che a meno di un minuto dal termine si è rivelata fondamentale per portare i Falcons ad una distanza ragionevole per il field goal decisivo segnato da Bryant allo scadere. Ma un apporto “pesante” è arrivato anche da un altro veterano: il runner Michael Turner ha infatti superato quota 100 yards (103 per la precisione) in appena tredici corse (media 7,9 per portata), ma soprattutto, sfruttando un grave errore di placcaggio della safety Nakamura, ha trasformato un passaggio corto di Ryan in un guadagno da 60 yards con relativo touchdown, il primo della carriera su ricezione per il prodotto da Northern Illinois.
Come detto invece pomeriggio da dimenticare per una linea offensiva costantemente superata da uno scatenato Charles Johnson, autore di quattro sack. Ma in realtà tutta la difesa di Carolina ha messo in crisi un reparto in cui la coppia Reynolds e Clabo ha mostrato in maniera particolare limiti preoccupanti dopo aver giocato (Clabo soprattutto) su livelli altissimi nelle prime tre gare. La difesa dei Falcons, dopo aver messo a ferro e fuoco San Diego, è incappata in una prestazione incolore, consentendo ai Panthers di correre per quasi duecento yards (di cui 86 di Newton, 49 di Williams e 40 di Stewart), e a Newton di passare per altre 215 e due mete senza intercetti. Soprattutto la linea, se si eccettua il solito Abraham, non è riuscita mettere pressione a Newton, venendo inoltre regolarmente battuta sul gioco di corsa ed anche il forte outside linebacker Nicholas non ha certo brillato.

Carolina è invece parsa trasformata rispetto alla squadra insipida della sfida con i Giants. Un dato su tutti: nonostante si siano trovati sotto di dieci punti a meno di quattro minuti dalla fine del terzo quarto contro una squadra sulla carta molto più quotata di loro, i Panthers non hanno mai mollato e, come vedremo, con un po’ più di convinzione, avrebbero potuto portare via l’intera posta. Devastante sulle corse, la compagine di coach Rivera ha avuto una buona prestazione da Newton anche su passaggio, confermando per altro che l’arma principale del passing game è il tight end Olsen, mentre LaFell, dopo le gare positive con Buccaneers e i Saints, è tornato quello impalpabile di buona parte della sua carriera.
Il titolo di mvp fra i perdenti spetta comunque al defensive end Charles Johnson, autore di 4 sack e 4 hurries. In realtà, a parte il linebacker Anderson, tutto il front seven dei Panthers è da elogiare e stavolta anche il celebrato linebacker rookie Luke Kuechli ha offerto un apporto decisivo, soprattutto nelle coperture sul passing game, dopo aver faticato moltissimo nelle prime tre giornate. Fra i defensive backs si è distinto il solito Gamble, che ha praticamente annullato un Julio Jones non in perfette condizioni ma sempre un cliente scomodo.
Carolina PanthersE che coloro che avevano preventivato una facile cavalcata avessero sbagliato completamente le previsioni lo si è capito da un inizio in assoluta controtendenza: prima serie con punt per Atlanta (sempre in touchdown nelle precedenti partite nel drive di apertura), e meta per Carolina (fino a domenica mai a punti al primo drive) grazie ad un bel passaggio di Newton a Olsen. Nella serie seguente i Falcons sprecavano una grandissima occasione; su un second and goal sulla 1 yarda di Carolina, Ryan trovava il tight end Gallarda in end zone, ma quest’ultimo commetteva una penalità di pass interference e la meta veniva annullata.
Poi oltre al danno la beffa, perché il drive si concludeva  con un intercetto in end zone da parte di Nakamura. Atlanta perveniva comunque al pareggio prima della fine del quarto di apertura con Ryan che si prendeva la rivincita su Nakamura: il regista da Boston College sparava una gran palla sul profondo e la safety ex Ravens perdeva completamente White che segnava praticamente indisturbato. Nel resto del primo tempo Atlanta continuava a patire il running game di Carolina e ad avere grossi problemi di tenuta della linea, ma arrivava avanti 17-14 all’intervallo.
E all’inizio del terzo quarto sembrava che i Falcons riuscissero ad allungare grazie al già citato “passaggino” a Turner trasformato in una galoppata da 60 yards. Ma i Panthers visti domenica erano, come detto, una versione molto diversa rispetto al team sbiadito ed inconcludente visto con i Giants: i lanci (e le gambe) di Newton da una parte ed i sack di Johnson e Hardy dall’altra confezionavano il parziale di 14-0 con cui si arrivava a metà del quarto conclusivo sul 28-24 per gli ospiti. Atlanta rimaneva però agganciata alla partita con le unghie e con i denti ed un field goal dalla linea delle 16 di Bryant riporta sotto i padroni di casa.

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Carolina arrivava comunque al two minutes warning a metà campo con palla in mano ma a questo punto commetteva le ingenuità di cui parlavo e che le costeranno la partita: su un terzo e due cruciale, Newton si incaricava di portare palla ma l’azione del giovane regista era tutt’altro che convinta col risultato di essere fermata dopo solo una yarda da Abraham. Il punt di Nortman era però praticamente perfetto con la palla fermata dallo special teamer di Carolina Onatolu sulla 1 yarda con 59 secondi da giocare.
Qui arrivava la seconda ingenuità: Ryan al primo down provava a sparare subito una bomba a White, attorniato da due avversari: Nakamura era quello piazzato meglio, ma la safety sbagliava il tempo dell’intervento permettendo al ricevitore di catturare il pallone della speranza con un guadagno totale di 59 yards. Poi due passaggi corti a Gonzalez e Douglas consentivano ancora a Bryant di calciare un field goal non certo impossibile da 40 yards per il 30-28 conclusivo.
In conclusione Carolina può sicuramente recriminare sul finale di match, ma sul piano del gioco e del carattere, sembra essersi rimessa sulla strada giusta. Atlanta ha invece vinto una partita in cui onestamente non ha giocato un gran football, cosa che solo le grandi squadre sanno fare, ma se vorrà arrivare fino in fondo dovrà assicurarsi che la linea d’attacco sia quella che ha giocato alla grande le prime tre partite, non quella pessima e inguardabile in pass protection di domenica.

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