[NFL] Week 3: la difesa dei Bears ferma i Rams

Una superlativa prestazione della difesa dei Bears ha permesso a Chicago di portare a casa una vittoria contro i Rams che non è sempre stata così scontata durante la partita, nonostante il dominio di Chicago sia stato assoluto per tutta la durata dell’incontro.
Mentre gli attacchi di entrambe le squadre hanno faticato molto per portare a casa qualche yard e qualche primo down, la maggior disciplina ed i minori errori in difesa da parte dei Chicago Bears hanno fatto la differenza finale in un incontro che è rimasto in bilico fino quasi a metà dell’ultimo periodo.
Per i Rams era importante riconfermarsi dopo la bella vittoria casalinga contro i Redskins, dove l’attacco aveva mostrato una delle migliori prestazioni viste a St.Louis negli ultimi anni, ma la differenza di caratura tra la difesa dei pellerossa e quella di Chicago ha impedito agli uomini di Fisher di ripetersi. Una prestazione davvero disastrosa della linea offensiva ha riportato tutti con i piedi per terra. Molti si erano già illusi di aver più o meno risolto i problemi che affliggono l’offensive line bluoro da qualche anno a questa parte, ma la partita di Chicago ha confermato che le riserve che stanno giocando in questo momento non sono assolutamente all’altezza del compito loro richiesto.
Un punto fondamentale del gameplan dei Rams era di mantenere lontana la pressione da Sam Bradford, per consentirgli di lanciare in tranquillità, dal momento che il ragazzo ha dimostrato più volte di perdere velocemente la testa se costretto a correre per la vita e lanciare in fretta. Julius Peppers era l’obiettivo numero uno, ma Wayne Hunter non è mai stato in grado di contrastarlo efficacemente, esattamente come Barry Richardson sul lato opposto ha concesso troppo spazio al proprio diretto avversario. Ojinnaka ha fatto capire a tutti perchè, dopo aver giocato tutta la preseason, Fisher l’aveva tagliato prima dell’inizio del campionato, e solo l’infortunio a Saffold e Watkins gli hanno concesso una seconda possibilità.
Dietro una linea colabrodo, Bradford è tornato quello della prima giornata: lanci affrettati, qualche scramble, ma il più delle volte teneva troppo in mano la palla facendosi placcare dietro la linea. Dei sei sack subiti almeno quattro sono direttamente imputabili al quarterback di St.Louis.
E’ anche vero che con una pass rush tremendamente efficace, la secondaria dei Bears ha potuto giocare in cover 2 per tutta la partita, negando quindi il profondo e sfidando i Rams sulle slant e sulle inside curl, le uniche due traiettorie che Bradford riusciva a lanciare senza troppi patemi d’animo. La scarsa vena dei ricevitori, però, vanificava qualsiasi sforzo. Amendola era marcato strettissimo, e riusciva a prendere qualche pallone solo nel secondo tempo. Gibson droppava una palla che poteva trasformarsi in un touchdown che avrebbe spezzato in due la partita, e Givins faceva altrettanto in un terzo down cruciale. Senza un gioco di corsa decente, perchè Jackson si sacrificava anche se acciaccato, ma la linea offensiva non apriva i varchi nemmeno piangendo cinese, i Rams si vedevano costretti a mettere la palla per aria in condizioni di palese svantaggio, ed il risultato era una serie di 3&out che vanificava ogni sforzo offensivo.
Era quindi il solo Greg Zuerlein a mettere punti sul tabellone per i Rams, con due field goal.
I Bears avevano più o meno lo stesso problema dei Rams. Il gioco di corsa, orfano di Matt Forte, funzionava a fasi alterne, con Michael Bush che piazzava alcune buone corse inframmezzate da frustranti rimbalzi dietro la propria linea d’attacco, anch’essa incapace di aprire dei varchi utili.
Cutler non aveva bisogno di essere messo sotto pressione per giocare “alla Cutler”, con una serie di passaggi fuori bersaglio (e nemmeno di poco) e soprattutto senza quel carisma necessario ad un quarterback che deve condurre la sua squadra in una partita difficile come quella di domenica scorsa.
Nonostante i ripetuti regali della difesa dei Rams, che trasformava un opunt in un primo down automatico ed estendeva i drive dei Bears in altre due o tre occasioni con penalità stupide, la partita si manteneva sul 10-6 per tre quarti ed un pezzo. Anche dopo il tentativo di allungo finale grazie al field goal di Gould, che portava il punteggio sul 13-6, i Rams sembravano finalmente in grado di imbastire un buon drive in attacco ed arrivare al pareggio, ma un passaggio deflettato, verso Amendola, veniva intercettato da Major Wright, che lo riportava in touchdown per il 20-6 che, a 9:06 dalla fine, rendeva la rimonta di St.Louis praticamente impossibile, visto l’andazzo della partita. Un altro field goal di Gould fissava il risultato sul 23-6 finale che rispecchiava meglio le differenze viste in campo.
I Bears vanno quindi sul 2-1 grazie ad un’altro sfrozo collettivo della difesa, mentre i Rams compiono un grosso passo indietro, non tanto per la sconfitta, quanto per la regressione nel gioco di alcuni reparti che sembravano aver intrapreso una strada di miglioramento.
Domenica prossima arrivano a St.Louis i Seahawks che, replacement officials a parte, hanno messo a terra Rodgers ben otto volte. Nel solo primo tempo. Con una linea/non linea come quella dei Rams, i falchi di mare sapranno stabilire il nuovo record per il maggior numero di sack in una sola partita?

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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