[NFL] Week 3: cartolina da Indianapolis

La partita è all’una, ma alle 10 in centro é un brulicare di tifosi vestiti di tutto punto, famiglie, bambini, anziani e soprattutto anziane sfoggiano qualcosa di blu, mentre qualcuno in bici ha felpa, pantaloni e kilt d’ordinanza, oltre a una cassettina di birra, che non guasta mai.
Ci sono anche tifosi dei Jaguars, con quel meraviglioso verde acqua addosso, ne fotografo un gruppetto, credo proprio siano degli ultras, ma giudicate voi.
Ci si avvicina al Lucas Oil Stadium che, ricordiamolo, è proprio in centro città ed è stato teatro dell’ultimo Super Bowl.
Stadio bellissimo con buona visuale da quasi tutti i posti, due maxi schermi notevoli (non a livello di Dallas, però) che trasmettono la partita in contemporanea e la possibilità di aprire il tetto e una parete in giornate come questa, soleggiate e con temperatura quasi mite.
Immancabili i vari tailgates, sia quelli ufficiali organizzati dai Colts che quelli spontanei o artigianali (che poi sono i migliori ed economici, se si riesce a farsi invitare).
Il comune denominatore è lo scorrere di birra a fiumi, anche se, va detto, è una birra moooooolto leggera, che chiamarla birra è quasi offensivo.
Io ho appuntamento con un amico indigeno che mi aspetta con moglie e amici in un locale in zona, l’atmosfera è molto bella e “familiare”, si scherza, si ride, si beve e si mangia, cosa volere di più?
La gente di qui è fantastica, quelli del midwest sono un po’ ingenui e bonaccioni, ma altrettanto cordiali, gentili e tranquilli e l’italiano fa sempre colpo, mi chiedono del calcio e se è come qui alle partite, ma onestamente non so cosa rispondere…
Finalmente è ora di entrare, ci sono controlli, anche se poco invasivi (lo zaino manco me lo fanno aprire) e il flusso procede velocemente; prendiamo posto in un angolo della endzone a sud, diciamo al secondo anello come riferimento d’altezza, mentre vengono annunciati i padroni di casa. Inno nazionale con bandiera a tutto campo e si parte.
La partita nel primo tempo è bruttina, i Jaguars a parte Jones-Drew sono poca cosa, Gabbert è molto impreciso e senza ritmo, Blackmon coinvolto pochissimo (finirà con una ricezione) e la difesa sembra soffrire anche un attacco non formidabile come quello dei Colts.
Andrew Luck nel primo tempo va a referto due volte, prima con un bellissimo passaggio per Hilton e poi uno più semplice per Moore, ma si fa notare per qualche scramble fuori dalla tasca; il ragazzo sembra un veterano, quando c’è da correre corre, butta via la palla per non prendere sanguinose perdite di yards e generalmente appare in controllo su quello che succede in campo.
Qualche passaggio è un po’ troppo fuori bersaglio, però c’è da dire che la linea offensiva di Indianapolis deve migliorare parecchio sia come protezione che nelle azioni di corsa, certo i Colts non hanno fenomeni nel ruolo di RB e questo non aiuta a togliere la pressione a Luck.
Inoltre tolto Wayne e il povero Collie (stagione finita per lui dopo infortunio al ginocchio) non rimane moltissimo come ricevitori.
Insomma, i Colts sono una squadra in ricostruzione, ma questo si sapeva, però le fondamenta ci sono.
All’intervallo un momento emozionante: Edgerrin James, amatissimo running back, viene inserito nella Ring of Honor (la hall of fame dei Colts) con una cerimonia presenziata dal proprietario Jim Irsay. Lo onorano in video anche Dungy e Peyton.
Ecco, quando appare il faccione dell’ex #18 lo stadio esplode, siamo a livello di idolatria pura, Manning ha fatto per questa franchigia tantissimo, dentro ed anche fuori dal campo, qui è una leggenda e non sono pochi ad avercela con Irsay per come è stata architettata la sua uscita di scena.
Nel secondo tempo i Jags si affidano a MJD che esplode con un TD da 59 yards per accorciare le distanze sul 14-10, i Colts si inceppano un po’ e Jacksonville con due calci possa in vantaggio.
Vinatieri vanifica un bel drive sbagliando un field goal quando mancano 4 minuti al termine.
La difesa Colts forza un altro paio di punt, Luck con l’aiuto di una “catch and run” di Brown da 39 yards ha un primo down sulle 26, ma Pagano vuole tre corse per rimettere in posizione l’ex kicker dei Pats che questa volta non fallisce e riporta avanti i suoi. 56 secondi al termine.
Poi succede quello che non ti aspetti: dopo averlo limitato tutto il giorno, la difesa dei Colts concede un completo a Gabbert con un passaggio corto centrale per Shorts, un buco che manco la divisione delle acque del Mar Morto e un TD da 80 yards che spacca la partita e i cuori dei millemila spettatori presenti che ammutoliti lasciano mestamente lo stadio.
Premiata la tenacia di Jacksonville e la grandezza di Jones-Drew che da solo tiene in piedi i suoi con 177 yards e una spina costante nel fianco dei Colts.
Bella esperienza in un ambiente fantastico, oggi il tifo non è stato da brividi, tolto il frastuono nei terzi down avversari a fine gara, ma non si può avere tutto.
Da segnalare l’apparizione a video di un tale in maglia Colts che in un paio di occasioni, con Indy in attacco, faceva segno ai tifosi di fare silenzio… mah, di veder che da soli non ci arrivano.
Commento rapidi sui ref: un paio di chiamate e non chiamate ridicole e qualche conciliabolo un po’ troppo lungo, però niente per cui gridare alla gogna, a parte un fischio del capo arbitro a microfono aperto che ha stordito tutti 🙂
Beh, se fate i bravi e guardate questa pagina in tanti vado a vedere per voi anche Colts-Packers, ok?

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4 Commenti

    1. Gabbino, mi sono intrippato troppo col college e l’high school, mi sa che il weekend lo passo ancora su quei campi, poi vuoi mettere, c’è Purdue-Michigan!

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