[NFL] Week 2: Eagles ancora di misura

Il pomeriggio del Lincoln Financial Field non ci ha detto molto sulle due contendenti.
I Philadelphia Eagles arrivavano da un’orribile vittoria contro i Browns, rovinata da molteplici turnover e da un livello di concentrazione bassissimo. Sembravano vittima sacrificale contro i Baltimore Ravens, implacabili nel primo impegno stagionale, stravinto sui Bengals.
Ed era iniziato proprio come ci aspettavamo. Michael Vick aveva immediatamente lanciato un intercetto tra le mani di Bernard Pollard. Sul seguente drive, però, fumble anche per Baltimore quando Trent Cole sacka Joe Flacco. I primi 6 punti li porta LeSean McCoy con una corsetta facile.
Gli risponderà poco dopo Vontae Leach, a seguito di un drive perfetto iniziato con un bel ritorno di Deonte Thompson.
Da lì in poi, e siamo ad inizio secondo quarto, Philadelphia dà il via alla vera catena di errori. Fumble di Vick, Flacco ne approfitta e segna il 14 a 7 con l’aiuto di Jacoby Jones. Fumble di McCoy che determina una posizione di campo agevole per il successivo field goal di Justin Tucker (56 yarde, record di franchigia). Sul 17 a 7 all’intervallo c’ è una squadra al comando ed una che fa scuotere la testa a tutti, tifosi compresi. Che perde palloni su ogni drive, che semplicemente è poco competitiva.
Ma, proprio come ci aspettavamo gli eventi fin qui narrati, non ci aspettavamo un secondo tempo del genere. Flacco lancia un intercetto, Ray Rice commette una penalità stupida poco dopo e gli Eagles si avvicinano con il TD di Jeremy Maclin.
La shotgun utilizzata per tutto l’incontro dal QB dei Ravens non funziona più: 3 & out, la palla torna a Phila che solo a causa di uno spot un po’ dubbio si accontenta del field goal del pareggio.
Gli Eagles, il loro QB più che altro, possono ancora rovinare tutto. Passaggio per Brent Celek intercettato da Ed Reed. Tucker riuscirà a piazzare tra i pali altri due field goal molto lunghi da 48 e 51 yarde, ma i Ravens rimangono raggiungibili.
Sul 23 a 17, con quattro minuti e mezzo sul cronometro, scende in campo Michael Vick. Una prestazione da dimenticare si chiuderà con un drive da 80 yarde, fatto di quattro passaggi e due corse del numero 7 e due portate di McCoy. Pure gli arbitri tentano di rovinare l’ascesa dell’ex carcerato con una chiamata un po’ ridicola su un presunto fumble, ma la sconfitta di Baltimore, impensabile, non può essere evitata.
Il difetto del più grande dei fratelli Harbaugh è stata la prevedibilità del suo attacco. In pratica, Flacco ha unicamente lanciato dalla shotgun, e Ray Rice non ha mai corso dalla shotgun. Questo si è sentito dopo il terzo turnover di Vick, quando c’era da vincere la partita, o quantomeno mettersi al riparo da eventuali rimonte.
Rimonta riuscita all’ex Falcons, pronto a cogliere un’occasione di redenzione, l’ennesima che la vita gli ha gentilmente concesso. Per approfondimenti leggere la sua autobiografia “Finally free”, cosa che sicuramente prima o poi noi di Huddle faremo.
E così come era pronto lui, era pronta la sua squadra. Non saranno belli da vedere, avranno anche concesso 9 palle vick 01perse in due incontri, non saranno in forma, ma gli Eagles sono una squadra. E forse non è questo che conta?
Forse il football non è tutto nel soffrire, portare a casa il risultato e sentirsi vincenti il giorno dopo? Philadelphia ha vinto con un punto di scarto le sue uniche due partite in stagione. E con questo? Non è detto che nel football si debba stravincere, c’è chi ha vinto SuperBowl all’ultimo secondo ed è considerato un eroe. Fossimo nei tifosi delle aquile (molti in Italia) non ci preoccuperemmo più di tanto.
Perchè può anche darsi che questa squadra non vada da nessuna parte, non raggiunga il grande ballo e nemmeno i Playoff. Però, ormai ne siamo certi, sarà divertente vederli annaspare e poi ritornare a galla. Sarà impossibile non seguire le gesta del numero 7, aggrappato al suo pallone (perchè altrimenti lo perde) mentre affossa una delle migliori squadre della NFL buttandosi in end zone. Una squadra costruita per vincere potrebbe rivelarsi più divertente che implacabile.
Essere imbattibili è un problema degli altri, ed il pomeriggio del Lincoln Financial Field ci ha almeno detto questo.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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