[NFL] Bounty killers – Aggiornato

Aggiornamento del 22 marzo

La NFL ha inflitto le seguenti sanzioni:
– i New Orleans Saints sono stati multati di 500.000$ e non avranno diritto alla seconda scelta nei draft del 2012 e 2013;
– l’Head Coach Sean Payton è sospeso per un anno senza paga a partire dal primo aprile 2012
– il General Manager Mikey Loomis è sospeso senza paga per otto partite della regular season 2012
– l’ex Defensive Coordinator (ora ai Rams) Gregg Williams è sospeso a tempo indeterminato e a fine stagione 2012 il Commissioner NFL Goodell rivedrà il caso alla luce di una eventuale collaborazione nelle indagini
– l’Assistant Coach Joe Vitt è sospeso senza paga per le prime sei partite della regular season 2012

Nelle prossime settimane verranno comunicati i provvedimenti per i giocatori coinvolti nel caso.

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Sembra proprio non esserci pace per la NFL, scossa ancora una volta da uno scandalo che ne mina ulteriormente l’immagine soprattutto in paesi sportivamente sottosviluppati come il nostro, dove il football viene considerato solo quando c’è da parlarne male.
 
Intendiamoci, la faccenda è seria. Con una nota diramata nel fine settimana, la NFL ha infatti reso pubblico il risultato di quasi due anni di indagini sulla condotta della difesa dei New Orleans Saints tra il 2009 ed il 2011, e questo risultato è stato un cazzoto nello stomaco di tutti quanti considerano lealtà ed etica sportiva due valori fondamentali del football. E’ stato infatti accertato che nei due anni presi in esame esisteva una specie di competizione interna tra i difensori che aveva come fine eliminare fisicamente dal gioco gli avversari più pericolosi. Non si trattava, però, di schemi particolari, coperture personalizzate, o tattiche studiate ad hoc per fermare questo o quel giocatore. Si trattava di vere e proprie taglie per premiare coloro che fossero riusciti a mandare fuori infortunati i giocatori avversari.
 
C’era un vero e proprio tariffario, mille dollari per un colpo che obbligava l’avversario a star fuori qualche azione, millecinquecento se l’avversario lasciava il campo in barella e non rientrava più. Bonus per traumi cranici, colpi particolarmente violenti, e chi più ne ha più ne metta.
 
L’intimidazione dell’avversario è una delle componenti basilari del football. Siamo cresciuti con i racconti dei più famosi colpitori della storia, Jack Tatum, Jack Lambert, John Lynch, Andre Waters e compagnia cantante, tutta gente che cercava di colpire il più duramente possibile i propri avversari per fargli passare la voglia dui transitare nuovamente dalle loro parti. Ma nel caso dei Saints siamo andati ben oltre ciò.
 
Non si tratta opiù di intimidazione, gioco duro, di colpire per farsi “sentire” dall’avversario. Qui parliamo di istigazione a fare del male volontariamente agli avversari, una cosa davvero al di là di ogni immaginazione.
La boxe è uno sport il cui fine ultimo è eliminare fisicamente l’avversario. Il football no. Il football ha come fine ultimo segnare un punto in più dell’avversario, ed ha delle regole codificate per evitare che una partita si trasformi in un gioco al massacro, perchè va da sè che mandare all’ospedale i giocatori avversari più bravi porta automaticamente un vantaggio a chi mette in atto questa odiosa pratica.
 
L’aspetto peggiore di tutta la faccenda, però, è che il coaching staff non solo sapeva tutto, ma addirittura incoraggiava questa pratica praticamente “gestendo la cassa”. Il defensive coordinator Greg Williams ed almeno un altro assistente (si mormora si tratti del figlio Blake) tenevano la contabilità, incassando i contributi, che venivano versati dai coach e dai giocatori stessi oltre che da sponsor esterni, e distribuendo i premi dopo le partite.
Almeno una ventina i giocatori che hanno ammesso la loro partecipazione nel sistema, giustificato come un modo di coach Williams di motivare i propri giocatori.
 
Comunicando i risultati dell’indagine, la NFL pensava evidentemente di avere chiuso il caso, e di dover solo più decidere quali sanzioni comminare, ma in realtà si è aperto un vaso di Pandora che ha immediatamente scatenato una serie di eventi a catena.
 
Se le reazioni sdegnate dei Vikings e di Kurt Warner, due delle maggiori vittime di questa caccia all’uomo, erano abbastanza prevedibili, qualche sopracciglio in più l’hanno fatto alzare le dichiarazione di ex giocatori dei Redskins e dei Bills che hann rivelato come questo sistema di taglie fosse in vigore anche da loro, quando ad allenare la difesa c’era proprio Gregg Williams.
Goodell è quindi stato costretto ad ordinare dei supplementi di indagine per verificare le dichiarazioni di questi giocatori, come vuole il codice NFL secondo cui ogni segnalazione deve venire verificata a fondo.
 
L’attesa per le sanzioni che Goodell deciderà di comminare è grande e, facendo il paragone con lo Spygate che coinvolse i Patriots, ci si attende che le pene siano decisamente più severe. Se lo spygate, infatti, portò ad una alterazione dei risultati tramite pratiche non consentite, nel caso dei Saints sembra che l’enfasi verrà data più sull’infrazione di etica e regolamenti vari piuttosto che sull’alterazione dei risultati in campo.
 
Oltre alla questione etica di cui abbiamo già parlato, vi sono anche alcune contrattuali violate, tra cui la principale è quella relativa al salary cap, poichè ovviamente questi premi non rientrano in quelli dichiarati ufficialmente per calcolare il totale salariale da considerare per il tetto annuale da non superare.
 
Probabilmente alla fine di tutto il polverone i Saints si troveranno con qualche dollarone in meno per effetto delle multe che si annunciano salate e qualche scelta in meno al draft del prossimo aprile, mentre i Rams, che hanno appena messo sotto contratto Gregg Williams come Defensive Coordinator, potrebbero dover trovere un nuovo allenatore della difesa, ma le ramificazioni di questa vicenda possono diventare davvero intricate.
 
E’ opinione diffusa che i giocatori presunte vittime di questo sistema di taglie, Favre e Warner su tutti, potrebbero intentare delle cause legali con ottime probabilità di vincerle. E’ altresì probabile che i Rams non staranno a guardare, se verrà fuori che Gregg Williams, durante i colloqui per l’assunzione come Defensive Coordinator, non li ha informati di essere sotto inchiesta.
 
Quel che è certo è che Roger Goodell o le rogne se le va a cercare oppure è davvero sfortunato. Entrato nella NFL come “il grande moralizzatore” ha già dovuto affrontare una serie di situazioni scabrose molto più lunga di quanto non avessero dovuto fare i suoi predecessori Tagliabue e Rozelle.
 
Ovviamente gli auguriamo che questa sia l’ultima, ma abbiamo il fondato sospetto che la sua reggenza al vertice della NFL sarà ancora molto travagliata.
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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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