[Wild Card] Houston corre con Foster

nflHouston mancava dal palcoscenico dei playoff dal 16 Gennaio 1994, quando i Chiefs di Joe Montana e Marcus Allen segnarono ventuno punti nel quarto periodo per mandare a casa gli Oilers di Warren Moon. Preistoria, dunque, e nemmeno da ricordare, se non per rimpiangere un po’ il passato ed i grandi nomi che calcavano l’astroturf dell’Astrodome. Diciotto anni dopo tocca agli Houston Texans giocare allo splendido Reliant Stadium una partita di wild card contro i Cincinnati Bengals a coronamento di una stagione eccellente ma dal finale dal sapore leggermente amaro, con le tre sconfitte consecutive rimediate nelle ultime tre settimane di regular season e soprattutto per la serie di infortuni che ha fatto Houstonfuori prima Matt Schaub e poi Matt Leinart, lasciando nelle mani del giovane rookie Yates la guida dell’attacco texano.
La prima wild card della stagione si preannuncia quindi come una sfida inedita tra due quarterback rookie, fatto mai successo nella storia della NFL, perchè anche i Bengals si ritrovano in cabina di regia Andy Dalton, selezionato da Cincinnati al secondo giro del draft dello scorso aprile, ed il fatto di avere disputato una stagione intera contro le sole tre partite (e nemmeno intere) di Yates, fanno decisamente pendere il piatto della bilancia dalla parte dei Bengals.
L’imponderabile è però sempre in agguato, ed in questo caso si palesa sotto le spoglie di Arian Foster, il runningback che i Texans hanno scovato dal nulla nel 2009 e trasformatosi in una micidiale macchina da yards, rallentata quest’anno a causa di un infortunio rimediato durante il training camp che ne ha pregiudicato l’utilizzo da parte di Kubiak nella prima parte della stagione.
Aggiungete al mix una prestazione inaspettata da parte di Yates che, ricordiamo, tra i due rookie doveva essere il più impreparato, ed otterrete una secca affermazione dei Texans per 31-10, che vale ai texani il biglietto per il divisional playoff di sabato prossimo contro i Baltimore Ravens. E’ curioso notare, tra l’altro, che i Texans conquistarono l’accesso ai playoff proprio vincendo contro i Bengals alla quattordicesima giornata.
I Bengals sono riusciti a mantenere la partita in equilibrio per tutto il primo tempo, ma non hanno mai dato veramente l’impressione di poter recuperareHouston lo svantaggio determinato dal touchdown segnato dal rookie J.J.Watts, che ha pizzicato un passaggio di Dalton ritornandolo in end zone e che alla fine è risultato essere il momento in cui la partita ha preso decisamente una piega in direzione dei Texans.
La giornata no di Dalton, che ha avuto un gran numero di passaggi ribattuti dalla linea difensiva di Houston, unita alla scarsa produttività su corsa di Cedric Benson, che dopo aver segnato il touchdown iniziale non ha più inciso sull’economia della gara finendo con un misero bottino di quattordici yards in sole sette portate, hanno impedito ai Bengals di stare al passo dei Texans, che con una segnatura nel terzo quarto (passaggio di Yates per Andre Johnson) ed una nel quarto quarto (corsa di Foster di una quarantina di yards) hanno aumentato le distanze e controllato la partita senza concedere nulla all’attacco avversario.
Dal canto suo Yates si è limitato al minimo sindacale richiesto ad un rookie: non fare errori inutili e prendi quello che la difesa ti concede. Yates ha rischiato un paio di volte l’intercetto, ma non ha mai forzato lanci impossibili andando sempre sul sicuro, senza strafare, senza voler impressionare a tutti i costi. Una prestazione che, fatte le debite proporzioni, ha ricordato molto quella di Tom Brady al suo esordio nei playoff nel 2001: pochi fronzoli, tanta concretezza ed una vittoria tanto importante quanto sperata, più che attesa.
Tutto il contrario di Dalton, insomma, che con i suoi tre intercetti ha pesantemente condizionato l’esito finale della partita.
Sabato sarà tutta un’altra musica per Yates, contro la terribile difesa dei Ravens, ma il ragazzino ha dimostrato di sopportare bene la pressione, di fare delle scelte oculate e, soprattutto, di avere un grosso supporto sia da parte di Andre johnson, sia da parte di Arian Foster. Sarà una sfida molto interessante, che potrebbe riservare delle sorprese inattese.
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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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