[W17] Piazza pulita a St. Louis
Cala finalmente il sipario sulla stagione dei Rams, ma anche sull’era Spagnuolo, che il proprietario Stan Kroenke ha licenziato lunedì, poche ore dopo la quattordicesima sconfitta stagionale, trentottesima (su quarantotto) per l’Head Coach giunto da New York con un sacco di belle speranze tutte regolarmente andate a farsi benedire.
Paradossalmente la squadra ha finito in crescendo, arrivando a far sudare almeno un po’ agli arcirivali di sempre di San Francisco la seconda piazza della NFC, cosa che gli è valso l’importantissima pausa di una settimana, evitando le wild card.
I Rams hanno usufruito di una buona prestazione da parte di Kellen Clemens, che si è ampiamente conquistato un posto al prossimo camp di luglio per contendere a Feeley il posto di backup, ed una prestazione buona ma sotto la media da parte della difesa, che ha lasciato un po’ troppa libertà ai ricevitori avversari invertendo il trend delle ultime partite.
Iniziata la partita con un raro touchdown al primo drive della partita, i Rams sono tornati quelli di sempre per i primi tre quarti, dove i Niners hanno ripreso il controllo della partita e l’hanno messa in ghiaccio senza troppe preoccupazioni, tanto che la scelta di uno dei trick plays più odiosi per aumentare il vantaggio in un momento in cui i Rams erano cotti e bolliti è apparsa più come un atto di spregio che una reale necessità di metter punti sul tabellone per evitare il ritorno del peggior attacco della lega.
Invece proprio la pantomima di Crabtree che fa finta di uscire dal campo per poi piazzarsi appena dentro la sideline e ritrovarsi solo soletto a ricevere in end zone il lancio di Akers dalla formazione di field goal, fa scattare quel po’ di orgoglio rimasto in una squadra allo sbando.
Succede così che il peggior attacco della storia prenda di petto la migliore difesa del mondo, come sentiamo oramai sentenziare ogni trenta secondi dai commentatori americani, e la ribalti come un calzino, segnando due touchdown uno dietro l’altro con annesso recupero dell’onside kick, e quando rientra in campo per il drive del pareggio a poco meno di quattro minuti sul cronometro si porti subito sulle trenta avversarie. Difesa dei Niners in evidente affanno, attacco dei Rams in palla come solo nella vittoriosa gara con i Saints è stato, tutto quello che può succedere è che la situazione si trasformi nello specchio della stagione dei Rams. Clemens viene placcato dietro la linea e si procura una distorsione alla caviglia (come Bradford, come Feeley…) ed è costretto ad uscire. Al suo posto entra Brandstater, ma i giochi sono già fatti. Basta guardare la faccia del QB, basta guardare i suoi due incompleti ad occhi chiusi e la paura di prendere il colpo, sbagliare il passaggio, lanciare un intercetto. Il 34-27 finale lancia Sn Francisco subito dietro i Packers, e lascia un po’ di amaro in bocca ai tifosi bluoro che anche in quest’ultima partita hanno sostenuto la squadra come non si vedeva da tempo.
A San Francisco riassaporano la post season dopo otto stagionni, mentre a St. Louis ricomincia nuovamente un periodo di ricostruzione. Via il General manager, via il coaching staff al completo eccezion fatta per l’offensive coordinator McDaniels, il futuro degli arieti passa di nuovo per il draft di Aprile, dove avranno la seconda scelta nei giri dispari e la prima nei giri pari, e con i due quarterback che tutti vogliono in circolazione, la seconda scelta diventa appetibile per molti, e potrebbe essere una buona pedina di scambio per ottenere un po’ di scelte alte per riempire parzialmente la marea di buchi che la squadra ha in ogni reparto.