[W12] Brees strepitoso contro i Giants

nflIn sede di presentazione della sfida fra New Orleans Saints e New York Giants, il Monday Night della dodicesima giornata della NFL, uno dei commentatori della ESPN, l’ex head coach di Tampa Jon Gruden si era detto convinto che una delle chiavi del match sarebbe stata la sfida fra la linea di attacco dei Saints e quella difensiva dei Giants e si chiedeva se il reparto di coach Kromer sarebbe riuscito a contenere i vari Tuck, Umenyiora, Kiwanuka e Pierre Paul. Ebbene 49 punti e 577 yards dopo conosciamo la risposta: sì. 
Se i Saints aspettavano la visita di un cliente sempre scomodo come i G-men per dimostrare a Green Bay che le “teste di formaggio” non sono gli unici fenomeni della NFL in attacco, direi che ci siano perfettamente riusciti: oltre ai punti e alla montagna di yards, ci sono da conteggiare un quarterback che ha chiuso con un rating di 125,5 ed un gruppo di runner ha portato palla trenta volte per 205 yards, alla media mostruosa di 6,8 yards per portata. E come confermato appunto dal 49-24 inflitto a New York, l’attacco dei Santi quest’anno appare veramente inarrestabile: non solo c’è un quarterback nuovamente in forma Superbowl, ma tutto il reparto funziona come un orologio.
saintsL’astro nascente è naturalmente Jimmy Graham, tight end al secondo anno, che guida il team con 67 ricezioni per 957 yards e ben otto mete,  per un atleta che tanto per cambiare arriva dal basket e che come tutti i grandi del suo ruolo è praticamente immarcabile: troppo grosso per i defensive backs, troppo veloce per i linebacker. Raddoppiato magari Graham per le difese c’è da pensare al gruppo dei ricevitori: Colston, wideout di possesso ma dotato di ottima velocità, e lo slot receiver Moore, prezioso sui terzi down.  
Poi guardi dietro Brees e scopri che anche al backfield non mancano certo le armi: Pierre Thomas ed il rookie Mark Ingram sono runner magari non spettacolari, ma di sostanza che amano correre in mezzo ai tackle e punire i placcatori avversari. Sproles invece, una delle migliori acquisizioni estive dell’intera NFL, è invece un folletto tuttofare, assolutamente non in grado di reggere da solo il peso del rushing game ma letale se utilizzato quando gli spazi sono un po’ più larghi oltre ad essere un ritornatore sempre pericoloso.
Anche la linea comunque non è da meno soprattutto con la coppia di guardie Nicks ed Evans considerate ormai da anni le più forti del torneo. Contro i temibilissimi pass rusher dei Giants però tutta la linea ha giocato su grandi livelli, tanto che Brees non è mai stato messo a sedere. Insomma al buon numero 9 non mancano certo le armi, anche se dopo un ottimo inizio, il regista da Purdue aveva conosciuto una flessione di rendimento, complice anche il k.o. subito da Colston, soprattutto a livello di intercetti subiti, difetto che nell’ultimo mese sembra però aver corretto. 
Purtroppo per i Giants l’ex Chargers ha confermato di attraversare un momento di forma strepitosa anche lunedì: 24 completi su 38 tentati per 363 yards, quattro mete di lancio più una di corsa, per colui che certamente non ha nella mobilità la sua prerogativa migliore. E il resto dell’attacco ha fornito una mano preziosa per polverizzare la difesa ospite:  Graham dopo una partenza lenta ha portato a casa cinque ricezioni per 84 yards e due mete, Henderson (una delle cosiddette riserve) cinque per 67, Colston tre per 78 e Moore cinque per 54 ma altri due touchdown. In pratica sui sette ricevitori “colpiti” da Brees, cinque hanno una media a completo da 13 yards in su. 
Il il trio di runner Ingram, Thomas e Sproles ha partecipato all’abbuffata: 13 corse per 80 e una meta il rookie, 8 per 63 il secondo, 8 per 54 il terzo. Già direte voi ma anche i sassi sanno che tutti i fenomeni dei Saints sono da una parte del campo. Vero, ma attenzione: con i Giants, senza il leader Vilma, la difesa si è disimpegnata alla grande almeno a livello di front seven: il rientrante End Will Smith è stato un costante incubo per il tackle Diehl e i Giants, senza il runner titolare Bradshaw, hanno racimolato sulla terra appena 73 yards, media a portata 3,3. Per ultimo ho lasciato invece il tremendo tallone di Achille dei Saints: un solo reparto, quello dei defensive backs, ma tranquillamente in grado di far deragliare la stagione dei Santi (è infatti il ventisettesimo della NFL su trentadue team). Vero Eli Manning sta avendo la miglior stagione da quando è un Pro (forse l’assenza del fratello ha qualcosa a che fare?) però non c’era Manningham e la coppia Cruz e Nicks ha devastato il secondario di casa (9 ricezioni, 157 yards e due touchdown ilprimo, 7 per 87 il secondo). Anche il gruppo di linebacker però non è stato esente da colpe, visti i danni di Ware (8 per 45) e quelli di Ballard e Pascoe, nonostante il primo abbia faticato non poco a carburare.  
Cambiando lato della palla, il mistero più fitto avvolge la difesa dei Giants: vero ci sono stati infortuni pesanti, come quelli di Boley e di Terrell Thomas,Giants però il “reparto arretrato” per rubare una definizione cara al calcio è nell’ultimo quarto del gruppo sia contro la corsa che contro il passaggio e da un gruppo di defensive backs formato da Rolle, Ross, Philips, e Webster è lecito attendersi qualcosa di più. 
In realtà, nonostante lo score pesantissimo contro i Giants, la partita è stata incerta almeno fino a metà del terzo quarto. In avvio, sul primo drive di New Orleans, i Saints si sono incagliati sulle 19 di New York e qui, anziché calciare il field goal, hanno provato il gioco a sorpresa: un lancio del quarterback di riserva Daniel, in realtà in campo come holder, a Graham il quale però veniva fermato prima della chiusura del down.
 I Giants però restituivano il favore subito dopo:  Manning trascinava i suoi fino alle 18 di New Orleans con quattro ottimi passaggi e da qui provava subito a colpire la end zone con un lancio a Ballard, ma il linebacker Herring si appiccicava al tight end in blu e dentro l’area di meta gli scippava la palla da sotto il naso. Sul drive dopo i Saints non perdonavano: lancio di Brees a Moore da 4 yards e 7-0. 
I Giants accorciavano le distanze nel drive seguente con un field goal di Tynes, dopodichè il match vivacchiava fino a cinque minuti dal termine, quando New Orleans cambiava marcia: due completi di Brees a Henderson, uno a Sproles e uno, nella end zone, all’immancabile Graham confezionavano il 14-3. Ma il bello doveva ancora venire: recuperata palla dopo un punt sulle proprie 12 con appena 69 secondi da giocare, Brees trovava Colston con un passaggio all’apparenza innocuo che invece di trasformava in un guadagno di 50 yards con colpevole “aiuto” degli immobili difensori ospiti. Nel territorio “nemico” Brees trovava ancora due volte Colston, poi Lance Moore in end zone: 21-3 e tutti negli spogliatoi. 
In avvio di secondo tempo c’era l’ultimo sussulto dei Giants che finalmente trovavano la meta con una corsa di Jacobs. A questo punto se la difesa dei blu avesse dato segni di vita il match era ancora tutto da giocare, ma ormai i Saints avevano capito che la difesa ospite era un bersaglio immobile. Prima la meta su corsa da 8 yard di Brees, poi dopo un fumble dell’attacco dei Giants ancora un passaggio del regista numero 9 a Graham per 29 yards portavano il punteggio sul 35-10 seppellendo definitivamente le speranze di New York che almeno nell’ultimo quarto aveva la magra consolazione di segnare altri due touchdown. 
Con questo stop, il terzo consecutivo, i Giants hanno perso contatto con Dallas in vetta alla NFC East e col calendario durissimo che ancora li attende, l’aggancio al treno di playoff per i ragazzi di Coughlin sarà un’impresa. I Saints invece comandano sempre la NFC South a +1 sui Falcons e sono i favoriti per la vittoria nella division anche perché hanno ancora uno scontro diretto con Atlanta ma in casa.
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