[W10] La difesa dei Bears ferma i Lions

nflProbabilmente leggendo il punteggio finale della sfida fra Chicago e Detroit, un rotondo 37-13 per i Bears, il primo pensiero che viene in mente è che uno dei big match del decimo turno della NFL sia stata in realtà una sfida a senso unico, in cui per i Lions sono riapparsi i fantasmi di un passato recente che sembrava ormai dimenticato, soprattutto a livello difensivo. 
In realtà le cose non sono assolutamente andate così, anzi la difesa di Detroit non ha certo demeritato e chi ha clamorosamente “ciccato” l’importante sfida è stato l’attacco, seguito a ruota dagli special teams. 
I Lions arrivavano alla gara del Soldier Field con la miglior differenza fra le palle guadagnate e quelle perse dell’intera NFL, ma il viaggio nella tana degli orsi si è rivelato un vero incubo e già nel primo drive gli ospiti hanno perso l’ovale su un fumble del ricevitore fenomeno Calvin Johnson, causato da un altro fuoriclasse, il defensive end Peppers. Il resto del pomeriggio è poi proseguito sulla stessa falsariga: su quindici possessi prima dell’ultimo drive che ha portato all’unica meta, i Lions hanno perso la palla sei volte e tre volte sono andati al punt senza chiudere neppure un down. Ma quel che è peggio è che in bearsdue circostanze la palla persa è stata trasformata dai Bears in sette punti immediati grazie ai ritorni di intercetto in touchdown di Wright e Tillman, mentre su uno dei punt, il leader  di mete su ritorno della storia NFL Devin Hester, si trasformava ancora una volta in Superman, e bruciando tutto lo special team dei Lions riportava l’ovale per 82 yards ed altri sette punti. 
Nel complesso comunque sotto accusa è finito nuovamente l’attacco di Detroit, che già aveva faticato in occasione delle prime due battute d’arresto subite dalla truppa di coach Schwartz contro 49ers e Falcons. Poi erano venuti i 45 punti segnati a Denver, ma il problema si è ripresentato nuovamente in quel di Chicago. Sicuramente ha pesato l’assenza del runner titolare Best, autentico factotum della squadra, ancora ai box per il persistere dei sintomi di una commozione cerebrale subita contro San Francisco. I suoi sostituti, il veterano Morris e Kevin Smith, rimesso sotto contratto dal front office appena 10 giorni fa, non sono apparsi in grado di reggere il peso del rushing game, così il quarterback Stafford si è trovato nella difficile posizione di salvatore della patria dimostrando però di non essere ancora pronto per il ruolo: il prodotto da Georgia ha tentato la bellezza di 63 passaggi completandone 33 per 329 yards ed una meta, ma anche ben quattro intercetti, tutti venuti su lanci forzati. 
In diciannove occasioni il target è stato Calvin Johnson che però è stato quasi sempre marcato da un Tillman in forma straordinaria: contro quello che è considerato uno dei primi tre ricevitori della Lega, Tillman ha concesso appena 6 completi per 78 yards, ha deflettato un lancio e ha riportato un intercetto in meta. Decisamente meglio hanno fatto gli altri ricevitori: il veteranissimo Burlerson che ha terminato con otto ricezioni per 83 yards (ma ha perso un fumble) ed il rookie Young che ha catturato sette palloni per 74 yards. 
La difesa ha invece confermato grande solidità, ed ha praticamente annullato l’attacco dei Bears: Cutler ha completato 9 passaggi su 19 lanci tentati perlions 123 yards, ed i runner non hanno fatto molto meglio con Forte che in diciotto portate ha conquistato 64 yards (ma quaranta sono arrivate tutte in una volta) e l’ex Cowboys Marion Barber che ha aggiunto 27 yards ma su ben 13 corse.  
La prestazione della difesa dei Lions assume ancora maggiore spessore se si pensa che alla vigilia della sfida, Forte era il secondo runner della NFL a livello di yards guadagnate. A trascinare la difesa in maglia bianca ci ha pensato ancora una volta il “bad boy” Ndamukong Suh che stavolta si è dimostrato efficace non solo sul passing game ma anche nel fermare il gioco di corsa dei Bears, mentre ha fatto sentire il suo apporto anche il defensive end Jackson che, partito dalla panchina, ha comune messo a segno un sack ed un placcaggio per perdita di terreno. 
E i vincitori? Beh più che altro si sono seduti sul bordo del fiume in attesa di vedere il  cadavere del loro nemico, il quale per agevolarli ulteriormente, si è suicidato. 
In attacco l’unico a salvarsi è stato il ricevitore Bennett che ha agguantato tutti e sei i palloni lanciati nella sua direzione per 81 yards. Il resto è invece decisamente da dimenticare, con Cutler che ha avuto l’unico merito di non perdere palloni stupidamente, e la linea che soprattutto a destra, con la coppia Spencer e Louis, ha mostrato più buchi di una prato battuto dalle talpe. Ovviamente, dulcis in fundo, ecco la difesa dei Bears che fra intercetti, palle recuperate, sack e una grande prestazione dei vari Tillman, Peppers ed Urlacher ha messo la museruola al temibile attacco ospite. Tra l’altro nel match del Soldier field si è confermata una regola di questo 2011 che vede i Bears vincenti ogni volta che la difesa segna una meta.  
Non starò a tediarvi con la cronaca del match, ma mi limiterò a due considerazioni statistiche: su 37 punti di Chicago, l’attacco ha messo a segno solo una meta, mentre l’unico touchdown di giornata dei Lions è arrivato a cinque minuti dalla fine del match con i Bears avanti 37-6. Questo quarto successo consecutivo (l’ultima sconfitta risale alla sfida di “andata” proprio contro i Lions), permette a Chicago di agganciare a quota sei vittorie e tre sconfitte la stessa Detroit alle spalle dei lanciatissimi Green Bay Packers e di impattare il conto degli scontri diretti con Suh e compagni, anche se i Lions restano avanti ai Bears in caso di arrivo a pari vittorie grazie ad un record migliore all’interno della division.
Il calendario però sembra dare un piccolo vantaggio ai Bears che sulla carta hanno un solo match veramente ostico da qui alla fine della regular season, quello in casa degli scatenati Packers, mentre Detroit non solo dovrà affrontare ancora due volte Rodgers e soci, ma ha anche in programma una gita in Louisiana in casa dei Saints tutt’altro che rassicurante.
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