Football & Texas

Un estratto dal capitolo III di Football & Texas di Roberto Gotta (Indiscreto editore)

Ancora Brady

E adesso cosa faccio? Sono entrato nei bagni dell’hotel di Houston che funge da quartier generale della NFL e ho come l’impressione di avere interrotto qualcosa di delicato, a giudicare dagli sguardi dei due uomini nell’angolo che al mio ingresso si girano con l’aria preoccupata verso di me. Preoccupata, ma mai imbarazzata come la mia. Che stava succedendo? Poi capisco, con una ventata di sollievo che mi travolge come un tornado, un Texas Twister. Niente di torbido, per fortuna: i due sono nelle toilette solo in quanto luogo momentaneamente deserto in un albergo brulicante di persone, ma il loro interesse è diretto al Super Bowl, ai soldi, ai biglietti. Quelli che i due si stanno scambiando, a due giorni dal kickoff. La segretezza, piuttosto abituale per chi svolge un determinato genere di transazioni economiche che sfuggono a qualsiasi regime fiscale, è giustificata dalla scarsa chiarezza delle norme locali sulla rivendita dei biglietti per qualsiasi evento, sportivo o culturale: in teoria ai tagliandi viene applicata la medesima disposizione (40.8 del codice cittadino) che vale per qualsiasi tipo di mercanzia, ovvero non è legale venderli in un luogo pubblico senza specifica autorizzazione, ma nella pratica la regola viene fatta osservare con vigore solo in prossimità di teatri e arene sportive, e quando non sia irragionevole impiegare per tale compito decine di agenti più utili altrove. Una questione di buon senso, quando non ci sono i numeri per vigilare su tutto, ma è sempre prudente, per chi viva di questi commerci loschi e chi voglia semplicemente tirare su qualche dollaro cedendo un biglietto in eccesso, cercare un luogo lontano da sguardi troppo attenti. Dopo avere ovviamente avviato la pratica nella solita maniera, un incrocio di occhiate e sussurri, cartelli espliciti con richiesta di biglietti e dita della mano alzate, fermi come statue o in perenne movimento come squali alla ricerca di prede, a indicare il numero di tagliandi richiesti. Va da sé che anche chi vuole vendere passa per scorciatoie abituali come il bisbiglio «Anyone selling tickets?», la domanda che in sé non costituisce alcuna forma di reato e dunque garantisce sicurezza, ma che non è altro che il segnale in codice di chi in realtà vuole vendere e prima assicurarsi che il suo interlocutore sia affidabile e non tiri fuori all’improvviso un distintivo invece della mazzetta di banconote. Come poi una volta, a Houston, accadde a parti quasi rovesciate: un agente dell’FBI in abiti civili venne arrestato da un poliziotto locale in borghese perché aveva tentato di rivendere, a prezzo di costo e dunque senza nemmeno un dollaro di guadagno personale, un biglietto per gli Astros della Major League Baseball. E comunque quel giorno all’hotel c’era davvero di tutto. Mancavano due giorni alla sfida tra New England Patriots e Carolina Panthers…

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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