[Divisional] Packers vs Falcons

nfcSabato sera Aaron Rodgers non parlava con la sua linea, non osservava i suoi ricevitori, ed anche se ne ha sfruttato gli errori, non si curava troppo nemmeno della difesa avversaria. Era in uno stato di grazia in cui avrebbe lanciato 366 yarde e 3 TD anche sotto la tormenta o durante un terremoto.
Figuriamoci nell’atmosfera rarefatta del Georgia Dome, casa degli Atlanta Falcons.
Primo seed della NFC, la squadra di casa non ha avuto alcuna possibilità di vincere, e quando ha avuto la possibilità di quantomeno rimanere nel match, Matt Ryan l’ha affossata sottovalutando le doti di Tramon Williams e lanciandogli praticamente in mano due intercetti che avrebbero già fatto prendere una bruttissima piega alla partita sin dal primo packerstempo.
Scendendo nella mera cronaca di una partita che non lo merita a causa della qualità dei suoi protagonisti, si può notare quanto l’inizio ci avesse fatto pensare ad una partita equilibrata. Il primo TD di Michael Turner veniva recuperato dal primo di Rodgers, che trovava Jordy Nelson in End Zone per il 7 pari. Poi era il momento di Eric Weems, uno dei ritornatori migliori della NFL, di ristabilire le distanze con il ritorno da 102 yarde sul successivo kickoff e mandare in visibilio la folla corsa a sostenere i Falcons. Sono le ultime cartucce, perchè Atlanta rimarrà a quota 14 per un periodo di tempo molto lungo, che permetterà a Green Bay di vincere e a Rodgers di issarsi ad assoluto mattatore di una serata da consegnare alla storia del football.
Si muove, elude la pressione di un John Abraham insolitamente impreciso, corre, lancia. Eccome se lancia. Ha probabilmente il rilascio più veloce che ricordiamo, ed in questo divisional raggiunge vette inesplorate. I suoi palloni sono talmente veloci che ben più di una volta il defensive back avversario non riesce nemmeno a girarsi per vedere dove sia la palla che già il suo ricevitore è scappato con essa tra le mani. La difesa in nero, come già accennato, aiuta il QB dei Packers: i linebacker tentano di prendersi cura del backfield, pressando la linea di scrimmage, ed il resto dei difensori rimangono molto staccati, lasciando un bel “cuscino” all’attacco, che beneficia dei precisi traccianti di Rodgers per muovere la catena con continuità. Settimana scorsa avevamo sottolineato quanto James Starks era da fermare, benissimo Atlanta ci è riuscita, peccato che il risultato finale sia stato 48 a 21 per gli ospiti, in un cappotto inaspettato ma totalmente meritato.
A colmare la distanza tra i campioni della NFC South e gli avversari ci sarebbe voluto una sorta di miracolo, ma che un ruolino di marcia come quello dei ragazzi di Mike Smith in regular season faceva sperare. Innanzitutto, non bisognava dimenticarsi di Tony Gonzalez, la falconscui prima ricezione è arrivata nel terzo quarto, poi bisognava mettere per un attimo nel cassetto Roddy White. Non è un caso che le ricezioni più lunghe siano arrivate con Mike Jenkins e Brian Finneran, vista la ricerca continua di White da parte del suo QB, che lancia l’intercetto del 28 a 14 a fine primo tempo proprio cercando irrazionalmente White in una traiettoria coperta egregiamente da Williams, che poi porta la palla nella End Zone opposta. Ed è proprio a cavallo dell’intervallo che Rodgers costruisce il suo capolavoro, portando la sua squadra da una parte all’atro del rettangolo di gioco in quattro occasioni consecutive chiuse nella zona di meta avversaria, ed uccidendo così una partita che dopo le prime azioni prometteva molto meglio del suo mesto finale, in cui Ryan, ormai sfiduciato, non riceve nemmeno lo snap dal suo centro e commette fumble.

Infatti la serata era iniziata, per chi ama il football e non bada troppo al risultato finale, nel migliore dei modi: lancio perfetto di Rodgers per Greg Jennings, che agguanta la palla, corre per 20 yarde prima di perdere la stessa a causa del contatto con un avversario. Atlanta ricopre il pallone per poi portarsi sul 7 a 0 con Turner, come già scritto. Un azione spettacolare che lasciava presagire che l’incontro si sarebbero rivelato quella girandola di emozioni da molti caldeggiata alla vigilia. è stato così per poco più di un quarto, quando cioè è stato chiaro che il successore di Brett Favre avrebbe poi preso in mano la partita come soleva fare il suo predecessore, per non ridarlo mai indietro allo spettacolo. Si concede anche un touchdown su corsa il prodotto di Cal, per non lasciare proprio nulla al caso.
Dalla serata tuttavia i Falcons non hanno ragione di uscire a testa troppo bassa. Una squadra con un condottiero così giovane, che da packerspoco ha riassaporato le gioie dei Playoff e dell’essere una contender, può solo imparare da una serata così. Come prima cosa, non deve lasciare che la pressione dei Playoff appanni le sue giocate, perchè la Atlanta apprezzata nel 13-3 della regular season era ben altra, e poi non può, per quanto possibile, lasciarsi sopraffare dagli avversari.
Anche con questo paio di accorgimenti, nulla sarebbe comunque cambiato ieri sera. Non sono solo i numeri di Rodgers a farci amare la sua prestazione, ma come tali numeri sono venuti. Presenza nella tasca, velocità in ogni sua possibile interpretazione, precisione, zero fronzoli. Forse non è stata la migliore prestazione di sempre di un giocatore singolo in una gara di Playoff, ma qualora venga ripetuta (aggiungiamo un bel “impossibile” qui) tra tre settimane, sarà sicuramente sufficiente a riportare il Lombardi Trophy in Winsconsin. è questa la vera portata del capolavoro di Aaron Rodgers, che passa, nella notte di Atlanta, dall’essere un ottimo quarterback ad essere un grande giocatore.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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