[Conference] Il Bello e il Brutto e il “Tipo”

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Il Bello e il Brutto e il “Tipo”

I Belli 

Rashard Mendenhall, RB, Pittsburgh Steelers

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Con Roethlisberger tenuto a 133 yards e 2 intercetti dall’aggressiva difesa dei Jets, il 23enne bulldozer da Illinois s’è caricato il peso dell’intero attacco sulle spalle e, malgrado un’offensive line già priva dei tackles titolari e col centro Pouncey out dopo il primo drive per un guaio alla caviglia sinistra, ha dato vita a una delle migliori performance della carriera, una punitiva serie di 27 portate che alla fine hanno prodotto 121 sudatissime, fondamentali yards – 95 delle quali solo nel primo tempo – e 1 TD, con una media di 4.5 yards a portata e tantissimi tackle evitati o superati di pura potenza. Considerate le 99 yards guardagnate (con media di 5.8 yards a portata) sui Jets nel match disputato in Week 15, si può affermare senza ombra di dubbio che il ragazzo “ha tutti i numeri” del team della Grande Mela.

Sam Shields, CB, Green Bay Packers

Insieme al punter Masthay e al runningback Starks, il 23enne rookie free agent da Miami è stato uno degli eroi inattesi che hanno spinto i Packers a superare Chicago e a qualificarsi per il Super Bowl. In una serata in cui Rodgers non ha saputo dare continuità all’attacco favorendo il lento recupero dei Bears dopo la sostituzione di Cutler con Hanie, Shields ha frustrato in modo decisivo ogni velleità degli avversari mettendo a segno – prima volta per un rookie in un match di playoffs – 2 intercetti e 1 sack-con-fumble (su Cutler nel secondo quarto). Inoltre, a parte 4 tackle, suo è stato il blitz che ha spinto Hanie ad affrettarsi nello scarico dell’ovale che il DT Raji ha poi intercettato e riportato in meta per quella che è stata la segnatura che ha determinato l’esito finale dell’incontro. Prima di essere pescato da quel marpione di Thompson con l’idea di farne il kick e punt returner primario della squadra, Shields aveva giocato da cornerback in solo 10 incontri universitari dopo tre anni vissuti da ricevitore.

Il Brutto

Il running-game dei New York Jets
Con tutto il rispetto per il pauroso front-seven degli Steelers, da anni paradigma di come dovrebbe essere pensata e costruita una difesa, davanti a un primo tempo che ha visto i Jets correre per un guadagno netto di 1 yard (saranno 70 a fine partita), ci si chiede: un po’ pochino? Unica attenuante per il reparto – come per tutta la squadra – l’essere arrivati ad affrontare il muro di Pittsburgh dopo le scorribande vincenti ma probanti in casa di Colts e Patriots. Mica bruscolini.

Il “Tipo” (da curare)

Jay Cutler, QB, Chicago Bears
Mai vista una cosa del genere. Che Cutler non fosse esattamente uno dei personaggi più esuberanti e adrenalinici della lega, era risaputo; ma nessuno si sarebbe mai aspettato una prestazione così apatica e irritante in un momento così speciale della stagione – e  in generale della carriera di un atleta professionista – e una reazione da “totalmente estraneo ai fatti” una volta costretto a lasciare il campo. Il Championship è ormai in archivio e con esso la prestazione di Cutler, un terribile 6-su-14 per 80 yards e 1 INT buoni per un rating di 31.8, ma tanti sono gli interrogativi e i sospetti destinati a galleggiare a lungo intorno al 27enne ragazzone da Vanderbilt. Anche ammesso che la distorsione al ginocchio sinistro diagnosticata dagli esami del day after sia reale, non si può non pensare all’immagine di Cutler sulla sideline in uno stato di assenza ed estraneità agli eventi in corso. Passino la delusione per non poter giocare e il fatto che un quarterback, per antonomasia, non nasca primo fra i team-players, ma almeno un po’ di dignità, perbacco! E la buona prova dell’inesperto Hanie (velo pietoso su quella di Collins, passato in campo per caso) non farà altro che aggiungere benzina sul fuoco. Ah, Jay Jay!
 

Rubrica a cura del blog Mondo NFL

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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