[W12] Chargers vs Colts

nfcVi sarà capitato spesso di sentire prima o durante lo svolgimento di una partita che il commentatore, per far  vedere che si è documentato, pronunci frasi del tipo “il runner Tizio non ha commesso fumble nelle ultime 150 portate” o “il kicker Caio è dodici su dodici nei field goal dall’inizio dell’anno”. Poi, puntualmente, durante la partita o sovente addirittura pochi giochi dopo l’avventata affermazione, la mannaia della sfiga si abbatte sul malcapitato runner che perde la palla ad un centimetro dalla goal line avversaria o sul kicker che colpisce il palo calciando il field goal del sorpasso alla fine dei tempi regolamentari. Il giornalista, pur sapendo chargersbenissimo che i record sono fatti per essere battuti e le serie per essere interrotte, in fondo in fondo si sente per un po’ il “gufo” della situazione. Beh, devo confessare che così mi sento io questa settimana: una ventina di giorni fa in un articolo avevo elogiato il gran rendimento dei team della AFC South, le cui squadre avevano più vittorie di tutte le altre division. Bene, da allora una serie di sventure ha colpito le compagini della raggruppamento Sud della Conference più giovane, fra infortuni, risse, litigi fra giocatori ed allenatori, prestazione inguardabili di superstar, k.o. clamorosi e sconfitte in match che sembravano già vinti.
E questo momento no ha colpito anche un team che negli ultimi otto anni sembrava immune da ogni calamità: gli Indianapolis Colts sono stati letteralmente asfaltati fra le mura amiche del Lucas Oil Stadium dai San Diego Chargers ed anche se rimangono i favoriti nella corsa al titolo della division, con un record di 6-5, rischiano seriamente di vedere interrotta la serie di stagioni con vittorie in doppia cifra che dura appunto dal 2002. Il 36-14 finale, con i Chargers che ad un certo punto hanno addirittura alzato il piede dall’acceleratore per evitare di umiliare la truppa di coach Caldwell, rispecchia fedelmente la differenza fra un team con qualche defezione, ma in piena salute soprattutto psicologica, ed uno invece che sembra accusare tutte insieme le difficoltà di una stagione onestamente poco fortunata. Paradossalmente il match era sembrato mettersi subito bene per i biancoblù di casa, con Manning che trovava in end zone il tight end Tamme dopo un ottimo drive di apertura (12 giochi, 78 yards e quasi sei minuti consumati), in cui i Colts erano sembrati poter avere facilmente la meglio sulla difesa ospite. Ma era un fuoco di paglia perché il resto della sfida era un lungo monologo, difensivo ed offensivo, degli ospiti californiani che si confermavano bestia nera di Manning cui infliggevano quattro intercetti (dopo averne messo a segno uno nella sfida del 2008 e addirittura sei nel 2007), due dei quali riportati in meta. In attacco pur senza il runner titolare Mathews, sostituito alla grande dall’ex fullback Tolbert e con un Gates al 60% per un problema al piede, Rivers completava diciannove passaggi su ventitré per 185 yards, mentre il già citato Tolbert aggiungeva 103 yards su corsa. Ma più della prova di un attacco sicuramente temibile, era la prestazione dominante della difesa a risaltare di più, con i vari Burnett, Garay, Philips e Cooper che hanno passato la giornata nel backfield avversario a bloccare le corse del team di casa o a dare la caccia a Manning, e la coppia Jammer e Cason che non lasciava scampo ai ricevitori dei Colts. L’immagine emblematica della sfida di Indianapolis è sicuramente l’azione in cui la nose tackle di San Diego Garay praticamente prende di peso la guardia rookie dei Colts Linkenbach (uomo da oltre 130 chili di peso) e la scaraventa addosso a Manning.
coltsSe i tifosi dei Colts pensavano di aver visto quanto di peggio il rushing game dell’attacco aveva da offrire purtroppo sbagliavano: in tutto il match Brown e compagni correvano per appena 24 yards, non conquistando neppure un primo down di corsa. E questa volta Manning è affondato con il resto della barca: attaccato fin da subito dalla pass rush avversaria, il regista da Tennessee non riusciva mai a are continuità all’attacco a parte il drive di apertura e non era immune da errori anche su alcuni degli intercetti.
Contemporaneamente sono assolutamente da elogiare i Chargers, sicuramente uno dei team caldi in questo novembre della NFL, giunti domenica al quarto successo consecutivo. San Diego, che pur potendo vantare il miglior attacco e la miglior difesa a livello di yards per partita dell’intera Lega aveva incredibilmente un record di cinque vittorie e cinque sconfitte, stavolta non commetteva errori di concentrazione, gli special teams finalmente limitavano i pasticci, e per i Colts era notte fonda. Nell’anno Uno dell’era post Tomlinson, il quarterback Rivers, che nel secondo tempo contro i Colts ha completato tutti e undici i passaggi tentati per 113 yards, è più che mai in lizza per il titolo di MVP della NFL 2010 e sta veramente confermandosi uno dei primi cinque quarterback della Lega. E la prestazione di Rivers assume ancora maggiore rilevanza se si tiene conto che, a parte Gates, fra i ricevitori dei Chargers non ci sono certo dei fenomeni, in una stagione che oltre a tutto ha visto il lunghissimo hold out, seguito da una squalfica della NFL per utilizzo di sostanze proibite,  di Vincent Jackson, il più dotato fra i wide receiver. Proprio Jackson oltre a tutto, esordiva in questa stagione 2010 contro i Colts, ma si è infortunato praticamente subito ed ha osservato tre quarti del match da bordo campo.     
In difesa invece i Chargers schieranno una “no-name defense” che il coordinatore difensivo Rivera ha plasmato in modo eccellente, nonostante in estate siano stati ceduti il cornerback Cromartie e la nose tackle Jamal Williams.  San Diego vanta infatti la miglior difesa per numero di sack con 33, la seconda difesa contro la corsa e la terza contro il passaggio, confermando oltre a tutto ciò che molti analisti dicevano a proposito della coppia di cornerback cioè che Cromartie fosse quello maggiormente pubblicizzato ma il più forte fosse chargersin realtà Jammer.
Ed ora cosa aspetta Colts e Chargers? I Colts sono sempre in vetta alla AFC South seppur in coabitazione con i Jacksonville Jaguars rimasti appaiati a Indianapolis a causa della sconfitta 24-20 patita in casa dei New York Giants dopo aver chiuso il primo tempo avanti 17-6. La coppia è inseguita ad una sola partita di distanza da Houston e Tennessee in una AFC South che rimane apertissima ad ogni soluzione. I Colts avranno subito due gare da prendere con le molle: la prima fra le mura amiche con Dallas, la seconda in casa dei Titans. E’ previsto il rientro del runner Addai, e il destino dei Colts dipenderà molto da quello che succederà in questa coppia di partite, anche perché proprio domenica si giocherà anche un interessantissimo Tennessee-Jacksonville.
San Diego è invece all’inseguimento di Kansas City che precede Rivers e compagni di una vittoria. Domenica Chiefs e Chargers saranno impegnate in casa in due sfide intradivisionali rispettivamente contro Denver e Oakland, poi domenica 12 dicembre scontro diretto al Qualcomm Stadium nel sud della California, che potrebbe già dare indicazioni precise circa il padrone 2010 della AFC West.
 
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