[W8] E se i Rams…

nfcCon un record di 4-4 a metà stagione, i Rams si trovano nell’inconsueta (viste le ultime stagioni) posizione di fare un pensierino ai playoff, aiutati anche da un calendario abbastanza favorevole nei prossimi turni. Sicuramente forse solo i più irriducibilmente ottimisti tra i tifosi dei Rams (bonariamente identificati con l’intraducibile appellativo di “Slack-Jaw Dribblers” nella Rams Nation) riponevano qualche speranza di post season già da quest’anno, anche perchè il posto riservato alla NFC West era saldamente in mano agli arcirivali dei San Francisco 49ers, che l’avevano prenotato con mesi di anticipo.
Qualcosa deve essere andato storto con la spedizione, però, perchè ad oggi proprio i 49ers sono i più lontani ad occupare tale posto, dal basso del loro 2-6 appena ravvivato dalla vittoria contro i Broncos a Londra domenica scorsa.
Aiutati da una difesa che, nonostante i mille infortuni della secondaria, sta imponendo la propria legge a tutte le squadre che incontra, e soprattutto grazie all’enorme ed in parte imprevisto impatto che ha avuto in attacco Sam Bradford, i Rams hanno finora perso male una sola partita, delle otto disputate: quella contro i Detroit Lions. Le altre tre sconfitte sono arrivate dopo aver dominato il primo tempo ed essere calati nel terzo e quarto quarto (Oakland e Tampa Bay), oppure al termine di partite sempre in bilico (Arizona), a riprova che con ramsun po’ di fortuna e determinazione in più , questio Rams avrebbero tranquillamente potuto trovarsi a 7-1 e con più di un piede nei playoff.
In molti, nei giorni scorsi, hanno affermato che se i Rams avessero scommesso su Randy Moss, disponibile come free agent dopo il secondo taglio stagionale da parte dei Vikings, i playoff sarebbero stati assicurati per la franchigia del Missouri, ma ci piace pensare che le possibilità di aggiudicarsi la division siano rimaste intatte anche senza Moss e con tutti i problemi che persistono tra i ricevitori. Non è un mistero che questo reparto sia quello messo peggio nei Rams, dopo che una serie di infortuni a catena ha decimato la pattuglia, che resta formata da Danny Amendola, Laurent Robinson, Mardy Giliard e Brandon Gibson, non esattamente quello che ci vorrebbe per sfruttare le potenzialità di Bradford.
Aiuta molto, in questa situazione, l’equilibrio che finalmente pare aver trovato Pat Shurmur nel playcalling. Adattare un bombardiere come Bradford alla West Coast non era facile, ed il fatto di non avere una reale arma pericolosa sul profondo ha fatto sì che il gioco di passaggio del ragazzino si sia forzatamente limitato al medio corto, cioè proprio il “bread and butter” della West Coast Offense, facilitato anche dalla presenza nel backfield di Steven Jackson, uno che non puoi mai dimenticarti di considerare nelle marcature difensive.
Spagnuolo approfitterà della pausa per recuperare molti infortunati per presentarsi alla ripresa della stagione al pieno, o quasi, delle forze, anche perchè la partita dopo il bye sarà delicatissima per entrambe le squadre. I Rams visiteranno Candlestick Park in cerca della prima vittoria fuori dalle mura amiche di questa stagione raggiungendo così per la prima volta un record positivo dopo più di tre anni. Inutile dire che la partita segnerà anche il destino dei 49ers che, in caso di sconfitta, sarebbero virtualmente tagliati fuori dalla lotta per i playoff in cui coach Singletary crede ancora fermissimamente.
La sua convinzione sembra però più un atteggiamento da giapponese nella jungla che non si rassegna ad aver perso la guerra, piuttosto che derivare da una analisi oggettiva della situazione.
A San Francisco non tira una buona aria, ed ogni volta che Singletary apre bocca si sprecano le smorfie e gli occhi sgranati alla Arnold (“Cosa cavolo staui dicendo, Willis?”).
49ersE’ stato così anche domenica sera nella conferenza post partita a Wembley, quando Singletary parlava di una partita che sembrava aver visto solo lui, con i giornalisti che si guardavano perplessi ad ogni sua affermazione.
La speranza di Singletary si chiama Troy Smith. Perso Alex per un mese, stabilito che Carr non gode della sua fiducia (ma allora ci si chiede perchè tenerlo come secondo Quarterback), i numeri fatti vedere a Londra da Troy Smith, quando finalmente gli ha lasciato le briglie sciolte, possono far sperare i tifosi dei Niners che ci sia un po’ di luce in fondo al tunnel.
Dare 30 volte la palla a Gore dimenticandosi completamente di Davis (infortunio a parte) e Crabtree, è una scelta abbastanza incomprensibile, e lo è ancor di più dopo aver silurato l’offensive coordinator perchè faceva la stessa cosa.
L’impressione che si ha dall’esterno è che Singletary abbia perso completamente il controllo della situazione, a San Francisco, e non abbia le idee chiare sul come riprenderla in mano.
Diventerà quindi fondamentale non solo per la franchigia, ma anche per il futuro del coach con la grande croce sul petto, la partita contro i Rams, che si preannuncia come uno degli epici confronti degli anni 80 dove ci si giocava una stagione intera.
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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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