[NFL] International Series 2010

nflInternational Series 2010: tra spettacolo ed emozioni

A volte ci chiediamo cosa sia in realtà l’NFL. Vista da fuori è una macchina da soldi, un qualcosa di ben poco umano, contorta tra contratti milionari, problemi di diritti televisivi e l’evoluzione di uno sport in bilico tra professionalità e fanatismo. La lega ha però una funzione molto più alta, perchè è l’unica lega al Mondo che rappresenta un intero sport. Chiunque ami o pratichi il football guarda all’NFL come unico punto di riferimento, e questo, data la bellezza del gioco stesso, avviene a tutte le latitudini.
Europa, Asia, Americhe: il football è amato grazie all’NFL, grazie al modo in cui essa gestisce I suoi giocatori, grazie al modo in cui essa integra spettacolo e veridicità, gloria e sofferenza. Le International Series sono quindi un modo per riunire chi ama il football all’infuori dei confini americani sotto l’effige di questa potente organizzazione, tronfia dei suoi team e del grado di popolarità dei suoi dipendenti.

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Quest’anno il giorno prima della partita era previsto un ‘pep rally’ a Trafalgar Square. Sarebbe stata presente una rappresentanza della squadra di casa, in questo caso I San Francisco 49ers, il Coach, il Presidente, il Commisioner Roger Goodell e qualche leggenda del team californiano. La piazza “apre” perfettamente in orario, alle 13, quando gli steward iniziano le perquisizioni di sicurezza per tutti gli riceaccorsi che sbrigata la formalità possono entrare. Intorno al palco principale dove si terrà il vero e proprio show pomeridiano, una serie di stand degli sponsor sfidano I fan in gare di velocità o forza promettendo in cambio un gadget o l’iscrizione a qualche successiva estrazione.
L’atmosfera è gioviale, caricata dalla pubblicizzatissima presenza di Jerry Rice per un’intervista sul palco e dai balletti delle cheerleader che sfidano il tiepido clima londinese fasciate in abiti succinti. Alle loro performance si alternano le interviste dei big. Della squadra attuale si prestano a scherzare col pubblico tre uomini di linea difensiva accompagnati dall’OL prima scelta Mike Iupati, mentre Mike Singletary si concentra sulla necessità di vincere la partita dell’indomani.
Particolarmente significativo l’intervento di Goodell, che paventa l’intenzione di arrivare presto ad organizzare più di un solo incontro in
Europa, per poi pensare a fondare una franchigia a Londra. Per tutti gli intervistati il vero punto focale sono però i fan europei. Parole di elogio e gratitudine piovono per loro da chiunque impugni il microfono, compreso Rice, che da grande uomo di palcoscenico improvvisa scherzi e battute quando la folla grida il suo nome o lo sprona con il classico “One more game, one more game!”.
Ad ogni modo, nonostante lo spettacolo continui, quando il più grande di tutti abbandona il posto lo fanno anche molti sostenitori, che si riversano nelle strade attigue per mangiare o si rintanano nel padiglione di Madden per giocare.

Il giorno dopo tutta la carovana si trasferisce a Wembley, dove il Tailgate Party è sconfinato. Gli stand si moltiplicano, la coda per sf49stringere la mano alle leggende dei Niners è ai limiti dello sconfortante, così come quelle per il cibo e la birra. Vengono ammessi tutti coloro in possesso di un biglietto per l’incontro, ed inevitabilmente gli 80000 si ritrovano tutti in questi padiglioni. Si può mandare un messaggio per vincere dei palloni autografati, uno per squadra, si può chiedere informazioni sul game pass, si può assistere alla riproposizione dello spettacolino del giorno prima che si svolge su un palco a forma di rettangolo di gioco, con tanti di pali. La NFL non sembra avere bisogno, come altre volte, di sovrapubblicizzare il suo marchio, o quello delle squadre, per giungere ai tifosi. Come proclamato il giorno prima, la linea è quella del ringraziamento verso i tifosi, della valorizzazione del loro attaccamento alla lega ed al gioco.
E’ il momento di entrare nel tempio del calcio inglese, momentaneamente dedicato all’evento di cui vi stiamo parlando. Terza perquisizione in due giorni, ma nemmeno l’ombra di un poliziotto, a cui fa da contraltare la presenza di almeno due steward per ogni gradinata di qualsiasi anello. E’ l’inflessibile e gentile modo inglese di mantenere l’ordine sin nel minimo particolare, senza nemmeno lasciarti vagare in cerca del tuo seggiolino. Il kickoff è preceduto dall’esibizione (abbastanza rivoltante a dire la verità) dei My Chemical Romance e dagli inni. Fantastica la performance di Michelle Williams per il “Star-Spangled Banner” che commuove I molti americani presenti, mentre è forse poco adatta all’occasione la chitarra di Jeff Beck per il “God save the queen”, di cui vengono a mancare I classici brividi della folla britannica che lo urla.
Denver riceverà il pallone.
Dalle gradinate si alzano 83.947 bandierine rosse dei 49ers regalate a tutti i presenti. E` quando ti giri verso di loro, ammirando uno dei più grandi stadi d’Europa completamente ricoperto dall’entusiasmo per il tuo sport preferito e che a volte senti così lontano, che capisci quanto per te significhi quella palla ovale, quanto importante sia far parte di una famiglia così vasta ma così intima, quanto necessario sia sf49ersil confronto con le persone che condividono le tue passioni. Sopraffatti dalle emozioni di quel momento che per ora avviene solo una volta l’anno è facile passare sopra a molto, come ai grossi problemi che il football ha e che sono elencati ad inizio articolo.

Durante le International Series 2010, però, la NFL ha fatto quanto di meglio poteva per rendere l’esperienza qualcosa di diverso, di personale, di indimenticabile. Ha portato la sua stella più splendente ad irradiare luce nel cielo plumbeo di Londra, ha dato più spazi ai suoi fan ed ha duplicato la festa. 48 ore che assolutamente non riescono a rispondere alla domanda “Cos’è davvero l’NFL?” ma che sicuramente ce la fanno amare di più.
Per la cronaca, vinceranno I Niners, come è giusto che sia per una squadra che sacrifica una partita nel suo impianto, dopo che un illegal block in the back stronca le speranze di rimonta dei Broncos che nel terzo quarto sembravano poter controllare il match.
Chissà se l’anno prossimo potremo addirittura scegliere che partita vedere, sarebbe fantastico. Chi sta leggendo ed ancora non è riuscito a recarsi nella capitale inglese per una delle 4 passate edizioni dell’evento, spero si renda conto ora che esso è semplicemente imperdibile, che si giochi Colts – Patriots oppure Buccaneers – Rams poco importa.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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