[W7] NFC North: catch me if you can

nfcDivision dal passato prestigioso, con giocatori che hanno fatto la storia del football americano, giovani campioni e freschi virgulti in attesa di affermarsi, offresi al miglior offerente. Si accettano anche record di poco superiori al 50%.
La Black and Blue division soffre. Assenza di leadership acuta. L’anno scorso era riuscita a curare un 2008 in cui i Vikings si erano appropriati del titolo Nfc North con un misero 10-6 grazie all’esplosione definitiva dei Packers e, soprattutto, all’arrivo in gialloviola di un Brett Favre tirato a lucido come non mai. Alla vigilia del campionato attuale sembravano esserci tutti gli ingredienti per una sfida ancora più appassionante. I Chicago Bears erano stati aggressivi sul mercato dei free agent cercando di creare un cast adeguato al colpo (?) 2009, Jay Cutler. E così gli Orsi parevamo il terzo incomodo nel duello senza bearsesclusione di colpi tra i candidati principali al Superbowl della Nfc, Packers, e i Vikings versione ultimo assalto del numero 4.
Le prime sette giornate invece anziché riportare la division ai fasti degli anni ’90 l’hanno consegnata all’anonimato. Bears e Packs la guidano con il peggior record (4-3) per una prima della classe in tutti gli otto raggruppamenti. E le partite della scorsa settimana non lasciano presagire nulla di buono per entrambe.
Green Bay, tartassata dagli infortuni, ha faticato enormemente nell’aver ragione dei Vikings. Con coach Childress tutt’altro che estraneo (tra challenge non chiamati e decisioni di non provare ad attaccare nel finale di primo tempo tutt’altro che inappellabili) alla sconfitta dei vichinghi, condannati da un Favre ampiamente inadeguato. Perdere Ryan Grant, Jermichael Finley e Nick Barnett non può non incidere sulle prestazioni della compagine allenata da Mike McCarthy. Per non parlare di Chicago, reduce dalle sconfitte con Seahawks e Redskins e afflitta dal mal di protezione. L’incapacità assoluta di garantire a Jay Cutler secondi utili alla sua sopravvivenza e alla possibilità di creare gioco. Cutler su cui pesano troppi errori, linea d’attacco inconsistente o no. Troppe partite con maree di intercetti nello spazio di una stagione e mezza. All’orizzonte un provvidenziale turno di riposo. “Bye” che gradirebbero anche i Packers e i Vikings. Invece Green Bay dovrà far visita a una delle squadre più calde della lega, i New York Jets, mentre Minnesota si confronterà con i Patriots, non brillanti in questo 2010 ma sempre scomodi. Specie se Favre passeggia tutta settimana con un “piedone artificiale” per proteggere la caviglia con frattura da stress annessa. Da sano era in difficoltà, azzoppato difficilmente potrà migliorare le sue prestazioni. Tasto dolente. Alle spalle non c’è un Aaron Rodgers qualsiasi come negli ultimi anni ai Packers, bensì un Tarvaris Jackson, eletto a erede da Childress, almeno per quanto dimostrato sinora, incomprensibilmente.
Di tre potenziali “acquirenti” non ne emerge una con le credenziali adatte a completare l’acquisto. Il pronostico è sempre per Green Bay, apparentemente più strutturata delle rivali. Chi manca? I Detroit Lions, nel principio dell’ennesima ricostruzione. Con Shaun Hill al posto di Matthew Stafford prima del bye, sembravano aver trovato una quadratura almeno in attacco. Questa settimana torna il franchise quarterback, per continuare a progredire nella speranza di poter fare un’offerta d’acquisto per una Nfc North in crisi d’identità sin dal prossimo campionato.
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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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