[W5] Il ritorno di Randy Moss

nfc“All in” doveva essere e “all in” sarà. Al punto da riportare a casa il figlio più adorato e discusso: Randy Moss. Zygi Wilf, il proprietario dei Minnesota Vikings ha prestato fede alla sua promessa: Superbowl quest’anno o è fallimento. Dopo cinque giornate (quattro giocate) sembra aver perso. Il ritorno di Moss aveva acceso la speranza dei tifosi gialloviola. Il ricevitore per eccellenza degli ultimi 20 anni, quando si discute nel freddo del nord, poteva risollevare un attacco zoppo del suo terminale aereo più pericoloso: l’infortunato Sidney Rice. Così anche il complicatissimo Monday Night a Meadowlans contro i New York Jets è sembrato abbordabile. Perché con Brett Favre e Randy Moss tutto è possibile, no? La seconda. Senza una Moss e Favreprova difensiva extra lusso Mark Sanchez e soci avrebbero dominato la partita anziché limitarsi a vincerla. La linea offensiva resta il grattacapo maggiore dei Vikings. Più che altro perché con il Favre attuale servirebbe un gruppo di offensive linemen invalicabile. Eccolo il nocciolo della questione. Al Favre 2010 non basta nemmeno Randy Moss. L’eccezionale stagione scorsa pare essere stata, appunto, un’eccezione. Come non fossero sufficienti i problemi in campo poi, ecco anche le sventure esterne a minare la stabilità del futuro hall of famer. E così le fiches di Wilf hanno preso la direzione del croupier. Il ritorno di Moss in ogni modo potrebbe non essere un azzardo ugualmente. Se rimarrà concentrato (il se non è di quelli irrilevanti) potrà contribuire anche negli anni a venire, per far crescere un quarterback giovane o cercare l’assalto con un altro passatore in cabina di regia. Sì, perché qualora Favre non riesca nell’impresa di rivoltare la stagione in corso (il calendario è impietoso sin dal prossimo turno contro i Cowboys), Wilf se avrà ancora voglia e denaro per provare l’assalto al Superbowl potrà cercare di convincere alcuni free agent intriganti come Donovan McNabb e Carson Palmer a farsi carico del tentativo.
Moss quest’anno non sarà né salvifica benzina supplementare né croce cui addossare le colpe di un sempre più probabile fallimento vichingo. La chiave di volta rimane il numero 4. Da lui comincia e finisce tutto. E’ lui l’all in.
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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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