[W4] AFC Cambiare perchè nulla cambi

Sta a vedere che scrivere sulla AFC East a metà settimana può diventare una buona idea. La settimana scorsa erano stati i Bills a illuminare le cronache con il repentino e in parte illogico taglio di Trent Edwards, poi prontamente raccolto e firmato da Jacksonville. Questo mercoledì invece alla ribalta sono saliti i New England Patriots, con una improvvisa mossa di mercato effettuata in puro stile Belichick: Randy Moss è stato spedito ai Vikings in cambio di una terza scelta nel prossimo draft. Al di là del ritorno a casa del talentuosissimo wide receiver, che va ad aiutare la sua storica prima squadra NFL in disperato bisogno di aiuto da dare al braccio di Brett Favre, guardandola dal punto di vista di New England la mossa è facile da spiegare: quello che Moss poteva ancora dare ai Patriots è stato giudicato inferiore al vantaggio di avere, il prossimo anno, una dotazione di scelte al draft impressionante. A fine aprile 2011 Bill Belichick avrà infatti a disposizione due scelte per ognuno dei primi quattro giri di draft, e riuscirà così ad innestare ancora più talento giovane su una squadra che, è bene ricordarlo, quest’anno è stata l’unica a schierare, in ognuna delle prime 3 giornate di regular season, almeno 14 giocatori al primo o secondo anno. E in quanto a saper valutare il talento e gestire il draft i Patriots non sono certo secondi a nessuno.
MossD’altro canto, per capire cosa poteva ancora dare Randy Moss ai Patriots basta guardare le ultime due partite, quella persa contro New York e quella stravinta domenica a Miami. Contro i Jets Moss si è limitato a due soli palloni ricevuti; uno però è stato la spettacolare ricezione a una mano sola in end zone in faccia Darrelle Revis che, finita in tutti gli highlights, ha fatto passare in secondo piano che pure sempre di due soli palloni si parlava. E domenica, contro i Dolphins, è stato completamente annullato da un Vontae Davis che sta salendo in fretta di livello, e ha chiuso la gara con zero ricezioni al suo attivo, roba che non gli succedeva da tantissimo tempo. Del resto è da un po’ che il bersaglio preferito di Tom Brady non è più Moss ma Wes Welker, e l’emergere quest’anno di due forze nuove come i due giovani tight end Hernandez e Gronkowski ha ulteriormente spostato l’asse del passing game verso il “più corto”. Rinciare a Moss non sarà stato semplice, anche perchè il messaggio chiaro è che per quest’anno non si pensa di competere per il Superbowl (andatelo a psiegare a Tom Brady, però), ma che i Patriots non avessero più bisogno di Moss per vincere le partite è un dato di fatto.
Il Monday Night di questa settimana, però, non fa testo. Gli sforzi sistematici e prolungati che i Dolphins hanno fatto per perdere la partita – e perderla male – sono stati superiori a qualsiasi cosa i Patiots avessero potuto fare per vincerla. La prestazione degli special team è stata, in particolare, imbarazzante: un punt bloccato, un field goal bloccato – nello stesso modo – e riportato in touchdown, un kickoff riportato 103 yards in touchdown. In più, 3 intercetti lanciati da Henne (che, va detto, per il resto non è stato poi male). Non un bel modo di arrivare al bye week: due settimane di riposo, a meditare sugli errori commessi invece che su una vittoria che sarebbe stata ampiamente alla portata der i Dolphins visti nelle prime due gare di stagione. Invece musi lunghi, sguardi bassi e un allenatore licenziato (guarda un po’, proprio il coach degli special team). Di tempo per recuperare ce n’è, ma la sensazione è che Miami non sia ancora pronta per girare l’angolo.
Angolo che invece hanno abbondantemente girato i Jets. La trasferta di Orchard Park contro i Bills è stata poco più di una passeggiata, ed ha portato con sé alcune gradite conferme. Su tutte il fatto LaDainian Tomlinson sembra davvero rinato, visto che dopo tanto tempo è tornato a superare le 100 yards di corsa (133 e 2 TD per lui, su 19 portate). Mark Sanchez, poi, sembra stia davvero maturando, visto che pur senza ottenere grosse cifre ha gestito bene la partita, senza fare errori e sfruttando bene le occasioni che gli capitavano. Dustin Keller è ormai un tight end solido e affidabile, specialmente nei momenti che contano (4 ricezioni e 2 TD contro Buffalo). E anche Shonn Greene sembra risvegliatosi dopo l’inizio stentato, dal momento che anche lui è riuscito a superare le 100 yards guadagnate. Aggiungendo il solito Braylon Edwards c’è da chiedersi come farà, da domenica prossima, a trovare spazio anche Santonio Holmes, che rientrerà contro i Vikings dopo aver scontato le 4 giornate di squalifica inflittegli dalla lega. Ma probabilmente questo è il tipo di problemi che Rex Ryan si augurerebbe di avere sempre.
FitzpatrickE dei Bills che dire? Quando il tuo quarterback è anche il tuo miglior corridore (come Ryan Fitzpatrick domenica contro i Jets: 12/27, 128 yards e 2 TD; 7 corse per 74 yards) è facile pensare che qualcosa non va e che in attacco serve un po’ di aiuto. Ma intanto il front office di Buffalo ha spedito Marshawn Lynch – uno di quelli che in questo inizio di stagione era sembrato fra i meno peggio – a Seattle in cambio di un paio di scelte (una quarta e una condizionale) al prossimo draft. Quello stesso Lynch che i tifosi un paio di anni fa vedevano in coppia con Trent Edwards come i perni della rinascita della squadra. Ora nessuno dei due c’è più, e i tifosi iniziano a guardare a CJ Spiller come l’uomo della nuova speranza. Sperando che anche lui non duri solo un paio d’anni. Non è semplice essere tifosi dei Bills, oggi come oggi.
Infine, i soliti pronostici riveduti e corretti: 1) Jets; 2) Patriots; 3) Dolphins; 4) Bills. In pratica, come all’inizio di stagione. Durerà?
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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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