[W3] Hail to the Rams

nfcUna squadra che perde 27 delle ultime 28 partite, e la sola vittoria che ottiene arriva a fatica contro una squadra che la stagione precedente aveva avuto una “imperfect” season (0-16), può darsi che non sappia più vincere, che non si ricordi più come fare. E così era parso l’inizio di stagione dei Rams, sconfitti nelle prime due giornate da due squadre ampiamente battibili o, sarebbe forse meglio dire, sconfitti dalle proprie paure e dalle proprie insicurezze che l’abitudine alla sconfitta hanno cementato partita dopo partita.
Ma come “non esiste notte tanto lunga da non permettere al sole di risorgere” (cit.), anche per i Rams è arrivata l’alba domenica scorsa all’Ed Jones Dome.
I Rams affrontavano i Redskins e quel Donovan McNabb che in carriera aveva sempre fatto vedere i sorci verdi alla difesa di St.Louis che, tradizionalmente, ha sempre patito molto i quarterback con grandi ramsabilità di scrambling.
E invece stavolta i sorci verdi li ha visti lui, sotto forma di una linea di difesa che lo ha messo costantemente sotto pressione, lo ha colpito più volte, lo ha a poco a poco sfiancato facendogli perdere lucidità, guidata da un Chris Long che sembra sempre più essere il clone di suo padre Howie, e che se solo avesse un altro end al pari suo dalla parte opposta della linea, diverrebbe praticamente inarrestabile.
Ad inizio partita è comparsa a video una statistica che mostrava la differenza di esperienza tra McNabb (144 partite da titolare) e Bradford (2 partite da titolare), ma a metà gara ci si chiedeva se la statistica fosse accurata o non avessero confuso i numeri, perchè il veterano sembrava Sam Bradford, ed il pivellino McNabb.
Bradford è la grande arma in più dei Rams in questa stagione. Ormai è risaputo, ma fa sempre bene sottolinearlo, perchè raramente avevamo visto un quarterback rookie cavarsela alla grande come sta facendo lui.
Ovviamente commette ancora parecchi errori, così come i Rams non sono improvvisamente diventati da Superbowl grazie a questa vittoria, ma la buona notizia è che sia il ragazzo che la squadra sembrano determinati a non lasciarsi influenzare dai propri errori, restando concentrati sull’obiettivo finale. Ed è successo così anche quando, a cinque minuti dalla fine del primo tempo, Steven Jackson è rientrato negli spogliatoi per un infortunio muscolare, privando quindi l’attacco dei Rams della sua arma migliore.
Il sentore comune era che i Rams sarebbero crollati come un castello di sabbia, e gli stessi commentatori si dicevano sicuri che l’ex di turno Jim Haslett, DC dei Redskins, avrebbe sfruttato al 100% il fatto che i Rams non avevano più un gioco di corsa credibile per ingannare la difesa con le play action. La partita, in effetti, sembrava segnata. Dopo un rapido avvio con due touchdown in meno di sette minuti, i Rams si erano fatti rimontare fino al 14-13 con cui andavano al riposo, ed alla ripresa delle ostilità i Redskins erano passati in vantaggio con un field goal di Godee, dopo che allo scadere del primo tempo Brown si era fatto bloccare il secondo calcio stagionale.
Sull’orlo del baratro, invece, i Rams hanno trovato la reazione che serviva, e soprattutto hanno tirato fuori un Kenneth Darby incredibile, capace di sostenere il gioco di corsa come e più dello stesso Jackson, andando anche a segnare un touchdown, il primo della sua carriera.
Nel secondo tempo i Redskins sono lentamente spariti dal campo, non più supportati dal tandem McNabb-Moss ma anche grazie all’inspiegabile gameplan di Shanahan il giovane, che si dimenticava completamente di Clinton Portis se non in situazione di terzo down.
Il 30-16 finale liberava l’urlo dei tifosi di casa, lungamente represso da due anni (l’ultima vittoria a St.Louis risaliva infatti al 2008), e lanciava i Rams verso una schedule abbastanza favorevole, che potrebbe riservare ancora qualche soddisfazione a Spagnuolo e compagnia.
49ersTira invece una bruttissima aria nella baia, e non si tratta delle solite fastidiose correnti famose per rendere San Francisco un posto affascinante ma a volte gelido (soprattutto in estate).
I Niners riponevano molte speranze in questa stagione, che avrebbe dovuto essere quella del rilancio e della conquista dei playoff che mancano oramai da diverso tempo.
Dopo tre giornate, invece, le casacche rosse che furono di Montana e Rice si trovano con zero vittorie e tre sconfitte, due delle quali piuttosto nette contro avversari che, sulla carta, non avrebbero dovuto rappresentare un problema.
A parte gli sprazzi di buon gioco fatti vedere contro i Saints nello scorso Monday Night, i Niners hanno sempre stentato parecchio, soprattutto in attacco dove la bravura di Frank Gore e le ottime caratteristiche di Alex Smith sono sembrate mal sfruttate, o meglio, impiegate a casaccio. La confusione regna sovrana anche in sideline, con Singletary che sembra non riuscire a far altro che urlare in testa ai propri giocatori, senza però riuscire ad imbastire una strategia, senza riuscire a fare i dovuti aggiustamenti sugli avversari, senza fare, in poche parole, il lavoro che ci si aspetta da un head coach.
Per ora il primo a farne le spese è stato l’offensive coordinator Jimmy Raye, ritenuto il maggior responsabile di questo disastroso inizio di stagione, ma come spesso succede, si cambia l’allenatore perchè non si può far altro, e spesso si tratta di un tentativo di dare la classica scossa all’ambiente, mentre le responsabilità reali solgono trovarsi da altre parti.
C’e’ da dire, comunque, che soprattutto domenica scorsa contro i Chiefs, l’attacco dei Niners è stato particolarmente improduttivo, mettendo a segno 50 delle 200 yards guadagnate solo nell’ultimo drive, che ha portato alla segnatura di Frank Gore che ha ridotto il passivo a 31-10, e sicuramentre bisognerà ripartire dallo stesso attacco per cercare di riprendere la strada. La NFC West è forse una delle division più incerte, quest’anno, ed anche una partenza 0-3 potrebbe non essere compromettente.
In testa alla division troviamo infatti i Cardinals ed i Seahawks con due vittorie ed una sconfitta, ma nessuna delle due ha dato segni di forza tali da far pensare ad un facile dominio. I Cardinals hanno evitato la sconfitta ad Oakland solo grazie al piede sbirulo del polacco dei Raiders, che in tre partite ha già sbagliato lo stesso numero di field goal mancati in tutta al scorsa stagione. I Seahawks hanno battuto i Chargers principalmente grazie a due ritorni di kickoff in touchdown (che potevano essere tre) ma, vittoria a parte, non hanno particolarmente impressionato.
Situazione fluida, dunque. E domenica c’è un sugoso (“divisionalmente” parlando) Rams – Seahawks.
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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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