[W2] NFC West, che tristezza
Le partite della scorsa settimana ci avevano illuso, almeno un po’, che la NFC West potesse finalmente risalire la china e lasciare l’ultimo posto nella classifica delle division. Dopo la seconda giornata, però, possiamo constatare con una buona dose di certezza che questa division avrà una competizione interna sfrenata, ma riceverà molte bastonate non appena le sue squadre metteranno il becco fuori dai propri confini.
Non si spiega altrimenti lo 0-4 rimediato in settimana, con i soli Niners in corsa fino all’ultimo secondo per non lasciare a zero la casellina delle vittorie.
Solo un field goal di Hartley a tempo scaduto ha impedito alla squadra di Singletary di portare all’overtime i campioni del mondo uscenti, ed i Saints sono ben consapevoli di essersela vista bruttissima nel monday night, nonostante i quattro turnover regalati dai Niners. Il 25-22 finale sta evidentemente stretto ai californiani, che hanno per lunghi tratti dominato la gara con una difesa davvero impressionante, capace di contenere a sole 287 yards l’attacco dei Saints, che ci aveva abituato a superare spesso e volentieri le 400 yards guadagnate.
Con una difesa in piena forma, l’attacco ha girato a mille, con Alex Smith che finalmente inizia a far vedere i numeri che lo resero famoso al college, grazie anche ad un buon parco ricevitori, e con Frank Gore che contina con le solite, solide prestazioni a cui ci ha abituato, portando a casa la ventunesima partita con oltre 100 yards guadagnate su corsa. Peccato, come accennavamo in precedenza, per i troppi turnover, senza i quali i Niners avrebbero portato a casa la partita con tranquillità. Due intercetti e due fumble (di cui uno evitabilissimo su un punt return) che hanno permesso ai Saints di restare in partita.
Chi invece in partita non ci è entrato fin dall’inizio sono i Seahawks, che solo la scorsa settimana avevano demolito i 49ers, il che faceva pensare ad una stagione da inaspettati protagonisti per i gabbiani marini. Di fronte avevano i Denver Broncos che, al contrario dei Seahawks, erano reduci da una inaspettata sconfiotta contro Jacksonville alla prima giornata. L’esordio del rookie Demaryius Thomas, unito ad un’ottima prestazione di Orton e del tandem Buckhalter-Moreno, ha permesso ai Broncos di passeggiare sui Seahawks per tre quarti e mezzo, subendo (si fa per dire) il loro ritorno solo nel finale. Oltre ai soliti problemi di continuità mostrati da Hasselbeck (tre intercetti subiti), ci hanno pensato i quattro turnover (di cui uno su un punt return, proprio come i 49ers) a tenere i gabbiani lontani dalla end zone avversaria. Il 31-14 il finale in favore di Denver ha smorzato parecchio gli entusiasmi a Seattle, anche se Pete Carroll resta ottimista sulla competitività della sua squadra, attribuendo la sconfitta ad una giornata poco felice di Hasselbeck.
L’ottimismo non trova invece molto spazio in Arizona, dopo la rullata subita dagli Atlanta Falcons che, tenendo fede alle caratteristiche ornitologiche della loro mascotte, hanno strapazzato i cardellini con un 41-7 che rispecchia esattamente il predominio visto sul campo da parte della squadra della città della Coca Cola. La partita è stata aperta fino all’inizio del secondo quarto, quando Hightower ha trovato l’unico lampo della giornata con una corsa in TD da 80 yards. Dopo, è stato il buio più assoluto, con Anderson in blackout, la difesa che non riusciva a fermare le corse di Snelling (in campo grazie agli infortuni di Turner e Norwood) e Atlanta che segnava a ripetizione. I Cardinals stanno evidentemente soffrendo molto la mancanza di Warner, e la sua sostituzione è un problema più grosso di quanto Wisenhunt potesse pensare, soprattutto dopo la decisione piuttosto singolare di tagliare Matt Leinart, cioè il quarterback a cui Warner aveva fatto da chioccia negli ultimi anni, per affidare l’attacco ad un Derek Anderson che, anche nella vittoriosa partita contro i Rams della scorsa settimana, ha chiaramente dimostrato di non essere più di un buon backup.
E parlando di Rams, registriamo un’altra sconfitta per la franchigia del Missouri. Questa volta sono i Raiders, tutt’altro che irresistibili, a fare bottino nei confronti dei Rams che, nonostante i miglioramenti, non riescono a trovare la via della vittoria. In una partita che ha visto una miriade di errori da parte di tutte e tre le squadre in campo (compresa la crew arbitrale) ha vinto non chi ne ha fatti meno, ma chi non li ha fatti in momenti topici della partita, quando ormai il tempo per recuperare non c’era più.
Se sembra ormai confermato che i Rams abbiano trovato in Bradford il quarterback del futuro, è altrettanto certo che il rookie non ha a chi lanciare il pallone, essendo il parco ricevitori piuttosto mediocre, e che l’offensive coordinator Shurmur non ha ancora le idee ben chiare su come strutturare l’attacco intorno a Bradford (e questo, a stagione iniziata, è un grosso problema). Tenere ilò gioco di lancio corto quando gli avversari piazzano otto giocatori nel box ed i cornerback in bump è un insulto ai manuali del football, ancor di più quando hai un quarterback cosiddetto “con il braccione”. Se a St.Louis riusciranno a trovare il giusto equilibrio in attacco, e se arriverà Vincent Jackson a dar manforte ai ricevitori come si vocifera da più parti, i Rams potrebbero risollevarsi e mettere in cascina qualche vittoria tanto per fare morale e proseguire nel percorso di ricostruzione.
In caduta libera le azioni dei Cardinals, mentre per Seahawks e Niners le possibilità di fare un’ottima stagione ci sono ancora tutte, e soprattutto per i californiani, dopo la prestazione di lunedi’ sera, l’imbarazzo della prima giornata è stato già cancellato.
Non si spiega altrimenti lo 0-4 rimediato in settimana, con i soli Niners in corsa fino all’ultimo secondo per non lasciare a zero la casellina delle vittorie.
Solo un field goal di Hartley a tempo scaduto ha impedito alla squadra di Singletary di portare all’overtime i campioni del mondo uscenti, ed i Saints sono ben consapevoli di essersela vista bruttissima nel monday night, nonostante i quattro turnover regalati dai Niners. Il 25-22 finale sta evidentemente stretto ai californiani, che hanno per lunghi tratti dominato la gara con una difesa davvero impressionante, capace di contenere a sole 287 yards l’attacco dei Saints, che ci aveva abituato a superare spesso e volentieri le 400 yards guadagnate.
Con una difesa in piena forma, l’attacco ha girato a mille, con Alex Smith che finalmente inizia a far vedere i numeri che lo resero famoso al college, grazie anche ad un buon parco ricevitori, e con Frank Gore che contina con le solite, solide prestazioni a cui ci ha abituato, portando a casa la ventunesima partita con oltre 100 yards guadagnate su corsa. Peccato, come accennavamo in precedenza, per i troppi turnover, senza i quali i Niners avrebbero portato a casa la partita con tranquillità. Due intercetti e due fumble (di cui uno evitabilissimo su un punt return) che hanno permesso ai Saints di restare in partita.
Chi invece in partita non ci è entrato fin dall’inizio sono i Seahawks, che solo la scorsa settimana avevano demolito i 49ers, il che faceva pensare ad una stagione da inaspettati protagonisti per i gabbiani marini. Di fronte avevano i Denver Broncos che, al contrario dei Seahawks, erano reduci da una inaspettata sconfiotta contro Jacksonville alla prima giornata. L’esordio del rookie Demaryius Thomas, unito ad un’ottima prestazione di Orton e del tandem Buckhalter-Moreno, ha permesso ai Broncos di passeggiare sui Seahawks per tre quarti e mezzo, subendo (si fa per dire) il loro ritorno solo nel finale. Oltre ai soliti problemi di continuità mostrati da Hasselbeck (tre intercetti subiti), ci hanno pensato i quattro turnover (di cui uno su un punt return, proprio come i 49ers) a tenere i gabbiani lontani dalla end zone avversaria. Il 31-14 il finale in favore di Denver ha smorzato parecchio gli entusiasmi a Seattle, anche se Pete Carroll resta ottimista sulla competitività della sua squadra, attribuendo la sconfitta ad una giornata poco felice di Hasselbeck.
L’ottimismo non trova invece molto spazio in Arizona, dopo la rullata subita dagli Atlanta Falcons che, tenendo fede alle caratteristiche ornitologiche della loro mascotte, hanno strapazzato i cardellini con un 41-7 che rispecchia esattamente il predominio visto sul campo da parte della squadra della città della Coca Cola. La partita è stata aperta fino all’inizio del secondo quarto, quando Hightower ha trovato l’unico lampo della giornata con una corsa in TD da 80 yards. Dopo, è stato il buio più assoluto, con Anderson in blackout, la difesa che non riusciva a fermare le corse di Snelling (in campo grazie agli infortuni di Turner e Norwood) e Atlanta che segnava a ripetizione. I Cardinals stanno evidentemente soffrendo molto la mancanza di Warner, e la sua sostituzione è un problema più grosso di quanto Wisenhunt potesse pensare, soprattutto dopo la decisione piuttosto singolare di tagliare Matt Leinart, cioè il quarterback a cui Warner aveva fatto da chioccia negli ultimi anni, per affidare l’attacco ad un Derek Anderson che, anche nella vittoriosa partita contro i Rams della scorsa settimana, ha chiaramente dimostrato di non essere più di un buon backup.
E parlando di Rams, registriamo un’altra sconfitta per la franchigia del Missouri. Questa volta sono i Raiders, tutt’altro che irresistibili, a fare bottino nei confronti dei Rams che, nonostante i miglioramenti, non riescono a trovare la via della vittoria. In una partita che ha visto una miriade di errori da parte di tutte e tre le squadre in campo (compresa la crew arbitrale) ha vinto non chi ne ha fatti meno, ma chi non li ha fatti in momenti topici della partita, quando ormai il tempo per recuperare non c’era più.
Se sembra ormai confermato che i Rams abbiano trovato in Bradford il quarterback del futuro, è altrettanto certo che il rookie non ha a chi lanciare il pallone, essendo il parco ricevitori piuttosto mediocre, e che l’offensive coordinator Shurmur non ha ancora le idee ben chiare su come strutturare l’attacco intorno a Bradford (e questo, a stagione iniziata, è un grosso problema). Tenere ilò gioco di lancio corto quando gli avversari piazzano otto giocatori nel box ed i cornerback in bump è un insulto ai manuali del football, ancor di più quando hai un quarterback cosiddetto “con il braccione”. Se a St.Louis riusciranno a trovare il giusto equilibrio in attacco, e se arriverà Vincent Jackson a dar manforte ai ricevitori come si vocifera da più parti, i Rams potrebbero risollevarsi e mettere in cascina qualche vittoria tanto per fare morale e proseguire nel percorso di ricostruzione.
In caduta libera le azioni dei Cardinals, mentre per Seahawks e Niners le possibilità di fare un’ottima stagione ci sono ancora tutte, e soprattutto per i californiani, dopo la prestazione di lunedi’ sera, l’imbarazzo della prima giornata è stato già cancellato.