[W1] NFC West: tutto cambia perchè nulla cambi?

nfcAnche quest’anno la NFC West si presenta ai nastri di partenza con l’etichetta di division più scarsa della lega. E poco importa se negli ultimi cinque anni ha prodotto due finaliste dimostratesi piuttosto ostiche da superare.
Il 2010, però, sulla carta sembra destinato a confermare questa impressione generale, con tre squadre in rebuilding mode ed una, San Francisco, che dovrebbe iniziare a raccogliere i frutti del decennio di ricostruzione.
La prima giornata proponeva un doppio scontro divisionale, tanto per chiarire le cose fin da subito, ed in effetti molte risposte sono arrivate, ma alcune non sono quelle che ci si attendeva.
Se ci si fermasse alle apparenze, si potrebbe gattopardescamente sentenziare che “tutto deve cambiare perché tutto resti uguale”. St.Louis ed Arizona hanno infatti dovuto affrontare dei cambiamenti epocali, i Cardinals dovendo sostituire l’immenso Kurt Warner, che aveva riportato la franchigia a giocarsi il titolo dopo 60 anni di buio assoluto, ed i Rams piazzando sul ponte di comando il miglior quarterback uscito dal college negli ultimi 10 anni, secondo la quasi totalità degli scout e degli analisti.
Il risultato, però, non è apparentemente cambiato rispetto alla passata stagione, con i Rams che hanno dovuto soccombere ed i Cardinals che hanno portato a casa la vittoria come oramai capita da quattro anni a questa parte.
La franchigia dell’Arizona ha sorpreso un po’ tutti in offseason tagliando Matt Leinart ed affidando le chiavi dell’attacco a quel Derek Anderson che non era propriamente conosciuto per essere una macchina da completi a cui i tifosi del cardellini si erano abituati e che risponde al nome di Kurt Warner. La partita di esordio ha in parte confermato le preoccupazioni della vigilia. Anderson, abbastanza maltrattato dalla difesa dfitzgeraldei Rams, è riuscito a portare a casa la vittoria, più grazie ad un bel drive fatto tutto di corse con cui ha attraversato il campo in cinque azioni, che non per il suo gioco aereo, spesso inconcludente ed impreciso. Molti palloni sono stati indirizzati verso Fitzgerald, ma spesso fuori portata o difficilmente ricevibili, un po’ come accaduto a Steve Breaston, che si è visto recapitare palloni inguardabili per tutta la partita. la differenza tra i due ricevitori è stata la condizione atletica: ancora scarsa quella di Fitz, eccellente quella di Breaston, permettendo a quest’ultimo di fare numeri da circo per aiutare il proprio quarterback a tenere una percentuale di completi oltre il 50%.
Con Beanie Wells fuori, il gioco di corsa ha stentato molto, eccezion fatta per quell’unico solitario drive di cui abbiam parlato prima, ed il quadro complessivo per l’attacco di Arizona non è certamente incoraggiante. Il rientro di Wells ed il crescente affiatamento tra Anderson ed i suoi ricevitori dovrebbe migliorare le cose, ma bisogna fare in fretta, perchè la stagione vola via in un attimo.
Diverso il discorso per la difesa, che è sembrata essere già abbastanza in buone condizioni. Il pacchetto linea / linebackers ha svolto egregiamente il proprio ruolo chiudendo bene i varchi sulle corse e costringendo i Rams a tentare la via aerea più di quanto avrebbero voluto fare, e la secondaria ha fatto la sua parte, grazie anche ad un Adrian Wilson in gran spolvero, presente sia nel backfield difensivo con copertura, deviazioni ed intercetti, che in quello offensivo, con uno spettacolare sack su Bradford.
E proprio Bradford ha fatto un debutto altrettanto spettacolare. Non tanto nei numeri (se si eccettua l’insolito numero di 55 passaggi tentati), quanto piuttosto nella performance. A St.Louis non si vedeva un quarterback così da qualche anno, e nemmeno il primo Bulger, che comunque completava ed ammassava yards, aveva la stessa determinazione e combattività del rookie d’oro. L’esordio di Bradford ha avuto due facce, perchè da una parte il coaching staff l’ha subito caricato di pressione e responsabilità con un playcalling smaccatamente sbilanciato sui passaggi, e dall’altra gli schemi chiamati lo tenevano a mezzo servizio, cercando pochissimo la palla profonda, probabilmente con un occhio anche alla temibile secondaria avversaria. Con tutti gli occhi puntati su Bradford, è stata una giornata in sordina per Steven Jackson, chiamato poco in causa. Bisognerà vedere se si è trattato di una situazione contingente, oppure anche nel corso della stagione Spagnuolo preferirà affidarsi al braccione di Bradford piuttosto che alla potenza devastante delle corse di Jackson. Stante anche la deprimente situazione dei ricevitori, sarebbe bene un po’ piu’ di equilibrio. In questa prima uscita la linea offensiva ha finalmente dato segni di consistenza, ben proteggendo Bradford, ma l’efficacia sulle corse e’ tutta da rivedere.
A proposito di linea offensiva, a St.Louis non hanno potuto esimersi dal guardare con una certa soddisfazione i Cowboys vedersi annullare il TD della vittoria a tempo scaduto a causa di un holding commesso da Alex Barron. carrollLa soddisfazione non era per la sconfitta di Dallas, ovviamente, ma per il fatto che ora l’attacco guadagna dalle 20 alle 40 yards a partita in penalità evitate. E se si sommano quelle di Barron a quelle di Richie Incognito, il sorriso si allarga ancora di piu’. Vedere nella top ten dei giocatori che commettono più penalità due EX giocatori dei Rams è la migliore dimostrazione del buon lavoro fatto con la linea offensiva solo tagliando i giocatori dannosi.

Nell’altra partita divisionale, è arrivata totalmente inaspettata la sconfitta di San Francisco, che ha ceduto il passo ai Seahawks dopo che la preseason, conclusasi con il percorso netto di quattro vittorie, aveva già fatto salire l’entusiasmo alle stelle nei dintorni della baia.
Seattle ha maltrattato i Niners sotto tutti gli aspetti, non ultimo quello riguardante il coaching staff. Contrapposto a Mike “Mooning” Singletary c’era quel Pete Carroll che ritentava l’avventura in NFL a tredici anni dalle tre stagioni non proprio esaltanti a New England e dopo un decennio di vittorie (con polemiche e disonore finale) a USC. l suo entusiasmo e la sua carica hanno letteralmente energizzato i Seahawks.
Il veterano Hasselbeck ha dato l’ennesima lezione di football, lanciando per due touchdown e segnandone uno personalmente, mentre il buon Alex Smith è stato autore di una buona prova ma anche di un paio di intercetti letali che hanno impedito ai niners di conservare qualsiasi speranza di riprendere la partita in mano.
Nulla o quasi ha funzionato per San Francisco, nè in attacco nè in difesa, e dopo la prima giornata già si alza il coro dei critici e si sentono i primi mugugni. Certamente non avere Crabtrree e Davis per tutta la preseason ha influito sull’alchimia generale dell’attacco, così come l’improvviso ritiro di Glenn Coffee ha stravolto i piani di Singletary, ma è evidente che qualcosa non ha funzionato a dovere domenica,ed ora si tratta solo di vedere se è stato solamente un passo falso recuperabile in stagione oppure se deve suonare un campanello d’allarme per la franchigia californiana.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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