[Wild Card] Philadelphia Eagles vs Dallas Cowboys

nflPhiladelphia Eagles – Dallas Cowboys 14-34
 
C’è stato un momento, un solo unico breve momento, in cui è sembrato che la partita potesse girare. È successo 1 minuto e 47 secondi dopo l’inizio del secondo quarto.
Michael Vick aveva appena lanciato un passaggio a Jeremy Maclin di una ventina di yard; sfortunatamente (per lui) Mike Jenkins, che marcava il rookie ex-Missouri, si era trovato sbilanciato sul taglio verso l’esterno del ricevitore, condedendogli un piccolissimo vantaggio: proprio quello che aveva permesso a Maclin di evitare il placcaggio ed involarsi sulla sideline per 76 yards verso il touchdown del momentaneo pareggio 7-7.
E, sulla prima azione successiva, 1’47” dopo l’inizio del secondo quarto, Tony Romo si faceva intercettare da Sean Jones che riportava il pallone fino alle 14 yards dei Cowboys: in quel momento è sembrato davvero che la partita si stesse spostando.
Ma non è stato così: l’intercetto era viziato dal contatto col terreno, ed il challenge di Wade Phillips ha riportato le cose come stavano. Il breve momento è svanito e i Cowboys hanno ripreso a marciare; dopo 10 giochi, 4 minuti e 85 yards Tashard Choice è entrato in end zone con una corsa da 1 yard, e i Dallas Cowboys sono tornati al comando senza più voltarsi indietro.
Per essere stata una partita di playoffs, nonché una rivalità consolidata tra due squadre competitive, finite pari nella division con un piuttosto lusinghiero 11-5, il wild card game andato in scena al Cowboy Stadium davanti a 92.951 spettatori (record assoluto NFL per i playoffs, Superbowl escluso) è stata una partita sorprendentemente scontata e tutta sbilanciata da un lato. I Cowboys hanno fatto più o meno quello che hanno voluto, dominando gli avversari, e stracciando i ricordi delle ultime sei apparizioni in postseason in cui avevano perso alla prima partita. Ed è in qualche modo curioso che la vittoria sia avvenuta contro Andy Reid, che in 11 stagioni alla guida degli Eagles non aveva mai perso al primo turno.
A pesare è stato probabilmente il ricordo della partita della scosa settimana, andata esattamente nello stesso modo, con i Cowboys ad imperversare e gli Eagles incapaci di abbozzare granchè. Anche ieri la difesa dei padroni di casa è stata la spina dorsale della squadra, ed ha soffocato l’attacco avversario – che pure è capace di prestazioni notevoli; Donovan McNabb non è riuscito ad andare oltre un modesto 19/37 (230 yards, 1 TD, 1 int) dovendosi districare nella pressione costante che i Cowboys gli ha fatto subire tutta la sera, ed il running game ha messo insieme solo 56 yards, con il rookie McCoy miglior attaccante grazie alle sue 24 (!) yards. A pesare come un macigno sono state però le palle perse: 2 intercetti (uno per McNabb ed uno per Vick) e 3 fumbles, tutti persi che hanno sempre frustrato i tentativi di rimonta degli Eagles.
Così all’attacco dei Cowboys è rimasta l’unica preoccupazione di concentrarsi sul proprio lavoro, segnare punti e non fare errori, ed è esattamente quello che è  successo. Il cosiddetto “mostro a tre teste” Barber-Jones-Choice è stato immarcabile per Philadelphia; e se comunque Barber è stato praticamente nullo e Choice si è fatto sentire in qualche occasione pesante, come il touchdown del definitivo vantaggio prima descritto, ieri è stato Felix Jones ad abbattere colpo dopo colpo le speranze degli ospiti: 16 corse e 148 yards, con il punto esclamativo finale del touchdown da 73 yards che a 5 minuti dalla fine del terzo quarto ha praticamente chiuso la partita. Tony Romo ha poi fatto la sua buona parte, chiudendo con 23/35 per 244 yards, nessun intercetto e due passaggi in end zone: il primo, da 1 yard, all’inizio per Jason Phillips e il secondo, di 6 yards, prima dell’intervallo per Miles Austin. Insomma, una macchina quasi perfetta, che in due partite ha inflitto agli Eagles (di nuovo, non gli ultimi arrivati) un passivo totale di 58-14. E ora, come premio, il cammino prosegue con la trasferta a Minneapolis, nella tana dei Vikings. Si preannuncia una partita davvero interessante: del resto, siamo ai playoffs…
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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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