[Wild Card] Green Bay Packers vs Arizona Cardinals

nflGreen Bay Packers – Arizona Cardinals 45-51 (ot)
 
Straordinario. Non esiste altro aggettivo per definire ciò che è successo allo University of Phoenix Stadium nell’ultima gara di wild card. Una partita straordinaria con protagonisti due attacchi straordinari, una rimonta straordinaria, un big play straordinario che pone fine alla partita di playoff a più alto punteggio che la storia NFL ricordi.
Dopo aver vinto l’inutile partita di preseason e l’inutile ultima partita di regular seson la scorsa settimana, Green Bay perde il match decisivo, e lo perde in maniera davvero frustrante per i tifosi gialloverdi.
Arizona, guidata da uno stratosferico Kurt Warner (29/33 per 379 yards e 5 touchdown), sembrava aver ammazzato la partita dopo pochi minuti grazie anche ad una difesa semplicemente mostruosa che generava due turnover nei primi tre giochi offensivi dei Packers, ma Aaron Rodgers usciva dal letargo in cui sembrava caduto nel primo quarto e prendeva letteralmente i Packers per mano portandoli fino al pareggio con una prestazione superba (28/42 per 422 yards 4 touchdown ed 1 intercetto).
Grande merito va ai Packers per non aver mai mollato, nemmeno quando, nel drive di apertura del terzo quarto, i Cardinals si erano portati abbastanza agevolmente sul 31-10, e grande merito va al coaching staff gialloverde per aver saputo aggiustare l’attacco quel tanto che è bastato per sfruttare le m,agagne di una difesa di Arizona che, con il passare dei minuti, sembrava più interessata a cercare il big play che non a fermare gli avversari. E questa continua ricerca dell’intercetto da parte dei DB in maglia rossa lasciava ampio spazio ai ricevitori avversari. Più di una volta abbiamo visto il cornerback andare a vuoto sul pallone permettendo al ricevitore di percorrere dieci/quindici yards in più, come troppo spesso i difensori (anche di Green Bay, a dire il vero) sembravano più interessati a cercare di strippare la palla all’avversario piuttosto che a placcarlo, con il risultato che un’azione da cinque yards ne guadagnava almeno altrettante “in progress”.
Il duello tra i due QB era davvero spettacolare. Da una parte Warner che, con una precisione chirurgica,  metteva la palla in mano ai propri ricevitori facendola passare in spazi invisibili all’occhio umano. Dall’altra parte Rodgers che, una volta aggiustato il tiro, sembrava in grado di colpire ricevitori in ogni parte del campo grazie anche all’eccellente lavoro della propria linea offensiva che ben conteneva la difesa di Arizona.
Con i giochi aerei di entrambi gli attacchi che andavano a mille, ne beneficiava anche il gioco di corsa, soprattutto quello di Arizona notoriamente meno efficace. Wells e Hightower riuscivano invece a portare bene palla sfruttando la difesa forzatamente allargata di Green Bay, anche perchè quando devi costantemente coprire cinque ricevitori che escono dalla scrimmage, giocoforza devi concedere qualcosa al gioco di corsa. Wisenhunt giocava benissimo con la coperta corta della difesa avversaria, obbligandola ad allargarsi con i passaggi e colpendola con il gioco a terra, per poi pungere nuovamente con i passaggi: un game plan da maestro eseguito alla perfezione per travolgere la seconda difesa della nfl.
Ma anche il coaching staff di Green Bay si faceva sentire dal punto di vista tattico. Degli aggiustamenti offensivi abbiamo parlato prima, ma il vero capolavoro di McCarthy è stato chiamare un onside kick subito dopo aver segnato il 31-17. La mossa ha colto completamente di sorpresa i Cardinals, che si sono poi fatti infilare in poche azioni per il 31-24 con cui i Packers rientravano inaspettatamente in gioco a quattro minuti dalla fine del terzo quarto..
In una partita in cui gli attacchi sembravano inarrestabili ed il punter di Arizona era tranquillamente rimasto in panchina a leggersi il Topolino (quello di Green Bay aveva calciato una sola volta), una segnatura di vantaggio con la palla in mano sembrava abbastanza per Arizona per non preoccuparsi, ma la difesa dei Packers compiva il miracolo.
Dopo che Jones rispondeva al TD di Fitzgerald portando il punteggio sul 38-31, arrivava il break decisivo, con Woodson che difendeva bene un pass su Fiotzgerald al terzo down, costringendo i Cardinals a calciare la palla a 12 minuti dalla fine della partita.
I Packers ne approfittavano subito, segnando con Kuhn il 38-38.
Warner trovava Breaston per il 45-38 e Rodgers rispondeva con un pass su Havner, che pareggiava i conti a meno di due minuti dalla fine. Un’eternità per Warner ed i Cardinals, che avevano anche tre time out.
Infatti l’offense dei Cardellini si muoveva rapidamente sul campo e portava Neil Rackers a tiro di un field goal da 34 yards, abbastanza comodo per un kicker che in stagione aveva il 100% di realizzazione dentro le 40 yards.
Incredibile quindi l’errore (e nemmeno di poco) di Rackers, che mandava le squadre all’overtime.
Green Bay vinceva il coin toss e la partita sembrava oramai destinata a qualificare i Packers, dal momento che Rodgers aveva condotto ad una segnatura i suoi negli ultimi sette drives.
La partita finiva però come era iniziata: con un big play difensivo da parte di Dansby, che recuperava una palla persa da Rodgers sul sack di Adams e la riportava intoccato in end zone. Il tabellino ufficiale riporta la segnatura di Dansby come un fumble return, ma c’è la possibilità che in fase di review delle statistiche la NFL cambi l’azione e la trasformi in intercetto per via della famosa “tuck rule”, perchè Rodgers sembrava aver terminato il movimento di lancio ed iniziato quello di protezione della palla, il che avrebbe reso l’azione un passaggio incompleto se la palla fosse caduta a terra anzichè rimbalzare sul piede di Rodgers stesso che, istintivamente, tentava di mantenerne il possesso con un estremo tentativo con il piede.
Comunque sia, fumble o intercetto, il risultato finale era una segnatura per Arizona, che si accomiatava dai suoi tifosi e cominciava a preparare le valigie per New Orleans, dove la prossima settimana assisteremo ad un altro grande duello aereo tra Warner e Brees.
 
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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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