[Divisional] New York Jets vs San Diego Chargers

nflNew York Jets – San Diego Chargers 17-14

L’unico upset dell’intero quadro dei Divisional è arrivato per ultimo, con i Jets di Rex Ryan che, sfruttando la propria forza in difesa e gli errori degli avversari, estromettono i favoriti Chargers dalla corsa al Superbowl andando a vincere in casa loro, a San Diego.
La partita, non bella ma estremamente intensa, è vissuta su fasi ben distinte. L’inizio è  dominato dai padroni di casa; purtroppo per loro, i Chargers non sono stati capaci di sfruttare le poche occasioni che la difesa dei biancoverdi gli ha concesso, mettendoci per la verità anche del proprio. Un fumble – recuperato – nel primo drive, un field goal sbagliato da Kaeding nel secondo (purtroppo solo il primo di un pomeriggio da incubo per il kicker), due penalità nel terzo, ed il primo quarto finisce 0-0 nonostante la quasi imbarazzante assenza dei Jets in fase d’attacco (nemmeno un primo down in tutto il quarto).
Tre minuti dopo l’inizio del secondo quarto arriva finalmente una segnatura: Philip Rivers pesca Wilson in end zone con un preciso passaggio da 13 yards e San Diego riesce a capitalizzare una superiorità fino a quel momento netta. Basti pensare che i Jets, dopo essere andati di nuovo 3/out nel loro drive dopo il touchdown subito, finiscono nelle statistiche per aver concesso più yards su penalità di quante fossero riusciti a guadagnarne in attacco. Subito dopo un fumble dei Chargers viene annullato dopo un esame al replay e, due giochi più tardi, San Diego si trova di fronte ad un 4°/1 praticamente a metà campo. Norv Turner non se la sente di rischiare e chiama il punt; Rex Ryan annusa la paura e, in quel momento, la partita inizia a girare.
New York riesce a muovere l’attacco. Chiude per tre volte il down e, anche se non segna, è il segnale che qualcosa si sta muovendo. I Chargers vanno 3/out e, dopo il Two Minute Warning, i Jets ci riprovano. Un passaggio da 20 yards di Sanchez per Edwards basta per chiudere il down ma non per mettere punti e San Diego ottiene di nuovo il pallone in mano con 36 secondi rimasti. Pochi, sufficienti solo per portare Kaeding ad un improbabile tentativo da 57 yards, l’unico dei suoi errori su cui ha poche colpe. Si va al riposo con il punteggio fermo sul 7-0, con i Chargers che recriminano sulle opportunità buttate al vento – e contro una difesa così non puoi sprecare quel poco che ti concede – e, soprattutto, con i Jets che iniziano a sentire l’odore del sangue.
La seconda fase è ormai iniziata: nel primo quarto i Chargers hanno controllato palla per più  di 11 minuti, nel secondo sono stati i Jets ad averla i mano per più di 10 minuti. Non si vede un predominio come quello iniziale di San Diego, ma l’equilibrio in campo è palpabile, e la differenza minima nel punteggio accentua la tensione: proprio il genere di situazioni in cui la squadra più aggressiva si trova meglio, specialmente se è anche quella che ha meno da perdere. E i Jets, appena ripreso il gioco, vanno subito a segnare;  il field goal del 7-3 arriva al termine di un drive in cui l’highlight è stato, ancora una volta, un errore dei Chargers, sotto forma di una pass interference chiamata a Jammer su Cotchery.
I Chargers accusano il colpo, la difesa dei Jets sale aumenta ancora più la pressione e inizia a non concedere più nulla all’attacco di San Diego. Un break potrebbe arrivare da un intercetto di Jammer su Sanchez ma, di nuovo, i Chargers si imballano in attacco e Philip Rivers si fa contro-intercettare – non senza un po’ di fortuna nell’occasione – da un immenso Darrelle Revis. La partita, che sembrava potesse girare a favore dei padroni di casa, torna di nuovo a voltarsi verso i Jets; Rivers viene intercettato di nuovo cercando di uscire da una situazione difficile alle porte della propria end zone e, con sole 16 yards da fare, New York stavolta riesce a segnare: tre corse centrali di Shonn Greene preparano il terreno per una bella giocata di Sanchez che riesce all’ultimo a pescare Dustin Keller tutto solo nell’angolo dopo che il suo marcatore era scivolato.
I Chargers cercano di reagire, ma i Jets ormai sono in preda all’adrenalina; con due sack e un fumble (comunque recuperato da San Diego) affossano il drive degli avversari e, tre giochi dopo aver ripreso palla, Shonn Greene sfrutta un corridodio e, solo nel backfield avversario, si invola per 53 yards verso il touchdown che porta i Jets sopra di 10 punti con 7 minuti da giocare.
Ai Chargers servono un touchdown e un calcio. In tre minuti Philip Rivers riesce a portare la sua squadra sulle 22 yards avversarie prima di essere fermato dalla difesa avversaria, ma lì la giornata di Nate Kaeding diventa quasi drammatica: mai prima d’ora il kicker più preciso della NFL aveva sbagliato tre calci nella stessa partita e questa giornataccia, purtroppo, gli tocca proprio in una partita di playoffs. Dura la vita di un kicker NFL…
I Chargers reagiscono con rabbia, prima bloccando subito Shonn Greene e poi ripartendo in attacco con tre minuti e mezzo ancora da giocare. La furia gioca un brutto scherzo a Vincent Jackson, che si prende una stupidissima penalità per aver scalciato la flag rossa con cui Rex Ryan stava chiamando il challenge su un passaggio – poi confermato. Ma fortunatamente Rivers mantiene la calma: il quarterback dei Chargers prima passa per Jackson che finisce a terra sulla linea di touchdown e poi, senza nemmeno perdere tempo a discutere, fa allineare i suoi e con una sneak segna il touchdown dell’ultima speranza a 2’20” dalla fine.
San Diego prova ovviamente l’onside kick, affidato al piede del punter Scifres in luogo di un frastornato Kaeding, ma Kerry Rhodes cattura il pallone poco prima degli ultimi due minuti. La difesa non riesce ad impedire a Greene e Jones di prendere il down necessario e Mark Sanchez si può così inginocchiare in uno stadio attonito per chiudere la partita e dare inizio ai festeggiamenti dei Jets.
Per i Chargers la botta è enorme. Arrivati ai playoffs sull’onda di 11 vittorie consecutive e di uno stato di forma invidiabile, sono caduti vittima dei propri errori – anche dalla sideline – oltre che di un avversario che li ha progressivamente soffocati ed al quale non sono riusciti a replicare. Ora gli interrogativi sul futuro sono legittimi, ed il primo riguarda il simbolo Tomlinson. Al termine di una stagione in cui è stato l’ombra di sé stesso ed apparso in un declino anche troppo rapido, il runningback che per 9 anni è stato l’anima della franchigia si trova davanti al tempo delle scelte. E scelte simili andranno fatte su tutta l’organizzazione, dopo l’ennesimo fallimento. Dalle risposte che sapranno darsi dipenderà se la finestra per i Chargers potrà dirsi chiusa oppure no.
I Jets, ora, non sono più  una sorpresa. Hanno travolto i Bengals ed abbattuto i Chargers. Ed ora, li attende il test più duro, la finale AFC in casa dei Colts. L’ultima volta, tre settimane fa, Rex Ryan aveva chiesto un regalo a Santa Claus, ed in campo era apparso Curtis Painter; New York aveva vinto e le porte dei playoff si erano aperte. Ora Natale è passato, e di fronte ai Jets ci sarà Peyton Manning, con i Colts al completo. Una sconfitta, e tutti quelli che sostengono che la qualificazione dei Jets sia stata dovuta solo alla fortuna di aver incontrato squadre incomplete avranno istantaneamente ragione. Una vittoria, e ad aver ragione sarà Rex Ryan. E sarà Superbowl.
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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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