[W03] San Francisco 49ers vs Minnesota Vikings

San Francisco 49ers – Minnesota Vikings 24- 27

Ecco perché i Minnesota Vikings l’hanno così fortemente voluto. Ecco perché Brett Favre ha deciso di cancellare anche il suo secondo ritiro. Sia coach Brad Childress che l’ex quarterback dei Packers hanno quasi compromesso la loro reputazione per completare un tribolatissimo fidanzamento. Ma il drive vincente contro i San Francisco 49ers spiega tutto. I Vikings avevano bisogno di un quarterback esperto e carismatico. Che fosse capace di gestire i momenti caldi e potesse garantire quel quid in più che serve per andare lontano. Favre aveva ancora voglia di sentire scorrere l’adrenalina lungo la spina dorsale.
A farne le spese i 49ers, che quando ormai pensavano di essersi guadagnati la terza W su tre partite nonostante l’infortunio immediato che li ha privati dopo la primissima portata di Frank Gore, si sono visti scippare dal drive stellare di Favre. Sotto 20-24. Con 89 secondi da giocare. Ottanta yard davanti. Senza timeout. Brett ha deciso di compiere il miracolo al suo esordio al Metrodome in maglia gialloviola. Merito da dividere con Greg Lewis. Sì, perché se Favre ha messo la palla là in fondo alla end zone nell’unico punto in cui poteva essere lanciata. Beh, l’ex ricevitore dei Philadelphia Eagles ha compiuto una ricezione da leggenda. E chissà che non gli valga in futuro un maggiore spazio nell’attacco stellare di Minnesota. Sì visto che se il pallone fosse stato lanciato da qualsiasi altro signal caller l’eroe di giornata sarebbe stato proprio Lewis. Due mani su una fucilata. Il piede sinistro appoggiato a millimetri dalla linea di fondo. Il destro strisciato divinamente mentre Mark Roman non riusciva a spingerlo fuori.
La vittoria è un pieno di energia e consapevolezza per i vichinghi, stranamente abulici in un secondo tempo dove fino al drive leggendario era riuscito a segnare solo Pearcy Harvin con un ritorno di kick off da 101 yard. Terzo td in tre gare giocate nella Nfl. I ragazzi di Mike Singletary invece non devono abbattersi troppo. La division tutt’altro che irresistibile potrebbe regalargli soddisfazioni. L’ordine che era mancato nelle ultime stagioni ora c’è. Manca ancora qualcosa e deve aver bruciato parecchio domenica vedere come un Harvin a caso avrebbe fatto molto, molto comodo, anziché ficcarsi nella grottesca non-firma di Michael Crabtree.
I Niners però ci sono. E l’hanno dimostrato a Minneapolis. Non hanno mollato quando si sono trovati sotto di 10 in avvio, incapaci di valicare una difesa gialloviola subito sul pezzo e mutilati del loro miglior giocatore, Frank Gore. Con i Vikings stavolta partiti a razzo trascinati da Adrian Peterson e da un Favre ispirato, a segno con Sidney Rice nella seconda serie offensiva. E’ arrivata la bella segnatura di un Vernon Davis ritrovato ad accorciare. Ryan Longwell nel bene e nel male poco dopo. Prima segna dalle 52. Quindi si fa bloccare un nuovo field goal che Nate Clemens trasforma nel primo vantaggio ospite. A cavallo della pausa la gara si è rivoltata. Favre si fa anche intercettare e serve lo sprint di Harvin per il controsorpasso dei Vikings. La coppia Hill-Davis però è coriacea. A metà dell’ultimo quarto concede il bis. La risposta non arriva. Ma San Francisco a 1’49” non riesce a chiudere il down e lascia 1’29” a Brett Favre con 80 yard davanti. Il miracolo ha inizio e i Vikings vanno sul 3-0. Dopo tre anni un quarterback dei Vikings lancia più di 300 yard. E l’adrenalina corre tra i fan gialloviola. Ecco perché quel folle matrimonio di fine estate è stato così fortemente voluto.
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