Il draft NFL

nflDurante il prossimo week end si celebrerà uno dei più importanti avvenimenti del football professionistico americano, il Draft della NFL, la National Footbal League.
Il Draft è una cosa importantissima, probabilmente può essere definito come la chiave di volta che regge tutta la costruzione della Lega professionistica, o meglio delle leghe professionistiche, dato che il sistema del Draft è utilizzato non solo nella NFL, ma anche nella NBA (basket), MLB (baseball), NHL (hockey) e in molte leghe fuori degli Stati Uniti, come per esempio in Australia.
Forse qualcuno avrà visto uno dei miei film preferiti “Jerry Maguire” con Tom Cruise. Ricorderete quando Jerry va a New York e prende una sonora fregatura dal papà di “Cush”, in una camera d’albergo piena di scatole di scarpette Reebok… bè quello è il Draft.
Quello dove si scatta la classica foto di un giovane in giacca e cravatta con in testa un cappellino da baseball e in mano la maglietta della sua nuova squadra.
Colgo l’occasione per dare qualche semplice spiegazione su come sono organizzate le cose in linea più generale.
Punto cardine dello sport professionistico americano: non ci sono promozioni e non ci sono retrocessioni. Per entrare in una lega, una Franchigia deve soddisfare dei parametri molto stringenti che vanno dall’assicurare un minimo bacino di utenza al poter garantire di giocare in uno stadio che soddisfi i comuni criteri di comfort e sicurezza. Bisogna assicurare la disponibilità di un budget di rilievo.
draftNessun proprietario è così pazzo da mettere milioni di dollari per rischiare una retrocessione.
Le squadre professionistiche americane non hanno il “vivaio”, poichè il serbatoio da cui attingere giovani è il College. Nel 1935 la NFL, per venire a capo del dominio di un ristretto numero di squadre, introdusse per prima il sistema del Draft.
Il meccanismo è semplice, dopo un certo numero di anni un giocatore di College diventa “eleggibile”, cioè può andare a giocare fra i professionisti e viene messo in una lista di giocatori da scegliere. Per restare al quotidiano, le 32 squadre della NFL vengono chiamate a scegliere questi giovani virgulti, ma in ordine inverso al risultato della Stagione precedente; ad esempio i Lions di Detroit che l’anno scorso hanno perso tutte le partite, sabato prossimo avranno la prima scelta assoluta, potranno cioè scegliere il giocatore che reputano essere il migliore. I Campioni del Mondo, i Pittsburgh Steelers, sceglieranno per ultimi.
Vengono fatti più “giri” di scelta, i “picks”, le scelte diventano anche oggetto di frenetiche trattative e di scambi che spesso si realizzano anche pochi minuti prima che una delle squadre coinvolte faccia la sua “chiamata”. Avviene spesso che giocatori molto forti e affermati vengano scambiati con delle scelte al Draft. Perchè nella NFL non esiste la “compravendita”, l’acquisto del cartellino, esiste solo lo scambio fra giocatori e/o scelte oppure il mettere sotto contratto il giocatore in scadenza, il cosiddetto “free agent”.
Il sistema intende spingere verso il riequilibrio continuo delle forze in campo, di stagione in stagione. Il tutto è poi completato dal “salary cap”, il tetto agli stipendi che la scorsa stagione ammontava a 116 Milioni di Dollari da dividere, lordi, fra circa i 55 o più giocatori che compongono il roster di una squadra di football della NFL.
La NFL è un grande spettacolo e un grande business, oltre che la lega nel quale si pratica uno sport estremo giocato ai massimi livelli. I migliori atleti dello sport americano arrivano alla NFL, si tratta molto spesso non solo di giovani provenienti dalle squadre di football della NCAA, ma anche da esperienze di basket, di baseball, di atletica leggera (più frequentemente velocisti dei 100 e 200 metri e anche dei 400).
La NFL non prospetta ai propri appassionati – e gli appassionati non si aspettano – un campionato scontato o pseudo-tale già da principio dove si sa che la vittoria finale sarà una questione fra due, tre o quattro squadre al massimo. Dove ogni squadra mette quanti più soldi ha e fa la raccolta delle figurine, no, in NFL non funziona così.
Nella NFL quando si va sui blocchi di partenza a settembre si sa che tutto è possibile, chiunque può vincere, quello che è stato la scorsa stagione può essere dimenticato, si ricomincia da zero.
Questo sistema ha reso davvero straordinaria la costruzione delle cosiddette “Dinasty” cioè le strisce vincenti di alcune squadre come è avvenuto negli ultimi anni ai New England Patriots di Tom Brady e ai Pittsburg Steelers di Troy Polamalu. Essere vincenti per due o tre anni di seguito nella NFL è difficilissimo, bisogna essere in grado di utilizzare al meglio il salary cap e scegliere al meglio al Draft, insomma i mezzi sono gli stessi per tutti, chi li sa utilizzare meglio prevale.
Per inciso, il concetto americano di “stagione vincente” è un po’ diverso dal nostro. Se arrivi ai play-off hai fatto una “winning season” magari perdi in semifinale o al Superbowl, ma è impossibile che i tifosi ti sommergano di fischi, quasi impossibile che un allenatore venga esonerato per aver perso ai play-off.
Altra storia, altra musica. E’ lo sport americano, o si ama o si odia.

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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