[Conference] Baltimore Ravens vs Pittsburgh Steelers

nflBaltimore Ravens – Pittsburgh Steelers 14-23

Dura, lentissima, spettacolare, emozionante, indecisa. La gara dell’AFC Championship conferma tutte le caratteristiche che pensavamo potesse avere. Si decide a 4 minuti dal termine, quando l’assoluto MVP dell’incontro, Troy Polamalu, scrive la parola “fine” sul canovaccio della AFC.

Mancano 4 minuti e mezzo, dicevamo. Joe Flacco alza la testa dopo aver ricevuto lo snap dal suo centro. E’ 4 ore che le prende dalla difesa di casa, questa volta sopravvive, sotto di due punti, in un terzo e tredici che è facile identificare come una delle ultime possibilità di coprire la distanza dal field goal della vittoria.
Riesce a lanciare, ma è stanco e tutti sono marcati, e la palla finisce la sua corta traiettoria nelle velocissime mani di Polamalu; il DB degli Steelers si veste da Ed Reed (non determinante domenica) per riportare il pallone in meta.
steelersE’ il 23 a 14 finale, è l’affermazione di una squadra infernale, di una difesa come poche nella storia, di un determinatissimo nuovo grande coach.
Flacco guarda l’avversario stendere le braccia nella sua End Zone, sorride, e torna in panchina. Per quest’anno è riuscito a larghi tratti a gestire la pressione, ma come vedremo non è tutto ora quello che luccica per il giovane QB dei Ravens.
La scelta di Baltimore ad inizio partita è quella di blitzare meno del solito, di cercare di impedire le corse e sporcare i passaggi. Anche un po’ per sfortuna, funziona male. Mentre la difesa di Pittsburgh non concede nemmeno un primo down in tutto il primo quarto, nemmeno quando Baltimore deve prendere una sola yarda, Ray Lewis e compagni assistono a due Field Goal di Jeff Reed.
Allora viene parzialmente ristabilita la pass rush su un Ben Roethlisberger preciso e calmo. Talmente calmo da poter gestire, nella giocata della partita, una situazione difficile e sfuggire a qualche avversario, prima di mettere in aria un pallone coraggiosissimo per Santonio Holmes, che nel primo parziale si era visto negare una meta da un challenge di Jon Harbaugh.
Sta poi ad Holmes, che ha sostituito nel migliore dei modi l’infortunato Hines Ward, trovare la via del primo, insperato, TD della gara con una ricezione da 65 yard. Gira tutto bene per Pittsburgh sul 13 a 0. Serve un miracolo per farne 14 ai numero 2 del seeding AFC, ma Baltimore è lì all’Heinz Field per non mollare mai.
E così Jim Leonhard ritorna il kick off per miglia, poi c’è una pass interference che mette Willis McGahee in condizioni di  mettere a segno il corto TD della speranza. Negli spogliatoi bisogna essere proprio dei motivatori per sospingere di nuovo in campo dei giocatori massacrati della ruvidità di una partita del genere, ed infatti gli attacchi escono dal tunnel appannati in un terzo quarto che va, solo ai punti, a favore degli Steelers.
Ancora una pass interference, e la tattica di Harbaugh di restare attaccato a Pittsburgh paga, visto che il secondo TD di McGahee porta ad un Field Goal dalla vittoria. Ed è così che, in un modo o nell’altro, Baltimore trova per la prima volta il momentum della partita, realizza che il SuperBowl 43 è a tre punti di distanza!
I Ravens però di spezzano le ali da soli. Una posizione di campo faraonica, le proprie 40 yard, viene tramutata in una pessima dalla penalità di Daren Stone, ingenuo e vizioso nello scraventare per terra un avversario che con l’azione c’entra poco o nulla.
Quindi, la giocata di Polamalu che manda la squadra di Mike Tomlin, ottimo lo ripetiamo, al Superbowl da assoluti favoriti.
La partita di McGahee è stata fantastica. Due touchdown, mai facili con Pittsburgh, ed una serie di blocchi determinanti per far durare Flacco il più possibile. Prestazione da 8 in pagella finita nel peggiore dei modi. A partita quasi persa, a 3 minuti dal termine, riceve dal suo QB e Ryan Clark, safety avversaria, lo colpisce al collo con la regione tra spalla e capo.
Il giocatore di Baltimore, che ricorderete sfortunato già al college con la rottura di tre legamenti nel ginocchio, stramazza al suolo dopo che il suo collo si gira violentemente verso destra e poi all’indietro. Per terra, dà cenni di movimento che finiscono poco dopo. Verrà portato fuori con il kart dei medici, immobilizzato, tra gli applausi dello stadio avversario.
Il giorno dopo verrà per fortuna dimesso dall’ospedale di Pittsburgh nel quale ha passato la notte, ed ora è nella sua casa di Baltimore a riposo. Fortunato. Rimane il fatto che la fisicità è una grande caratteristica del football, ma basta vedere le facce di compagni ed avversari disperati per una sorte che sembrava peggiore, per rendersi conto che qualcosa in questo senso va fatto.
A parte le digressioni doverose, Baltimore ha ben poco da rimpiangere in questa stagione. Flacco non è stato fantastico nella notte dell’Heinz Field, soprattutto in un primo tempo in cui ha lanciato con il 20%. E’ sembrato stanco, intimorito e poco mobile. Comportamento omprensibile, quando incontri dei grandi difensori come James Harrison o Lamar Woodley, giganti in tutti i sensi. Terrell Suggs alla fine si è presentato ed ha anche fatto segnare due sack, in momenti importanti.
Cosa manca a questa squadra? Un receiver giovane e più agile da affiancare a Derrick Mason, e rifirmare Ray Lewis. Fermo restando che sono stati a due punti da un meritatissimo Superbowl.
Al grande ballo però ci va Pittsburgh. Partita gestita benissimo, in cui approfitta dell’atteggiamento iniziale dei Ravens per stabilire un buon gioco di passaggi ed incamerare vantaggio in vista del classico, bloccato, secondo tempo. Riesce nell’intento di dare a Baltimore meno arde degli altri due incontri stagionali, e demolisce il rookie quarterback con pressione costante, anche se spesso non asfissiante; c’era da resistere, e qusto l’ha messo in conto Pittsburgh.
La preparazione alla contesa e la gestione della stessa fa entrare Tomlin nel gota dei grandi allenatori degli acciaieri. La difesa sarà forte, ma quella di Baltimore ha più talento. Ci è voluta un’impronta unica, un tocco da vero coach per rendere una squadra senza runningback come era Pittsburgh a metà stagione, la squadra favorita per il Superbowl.
Ora basta solo pressare Kurt Warner e oscurare Larry Fitzgerald, poi è fatta. Mettete nel bagaglio per Tampa una terrible towel, vi servirà!

Pubblicità

 

Merchandising Merchandising

Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.