[Week 14] Philadelphia Eagles vs New York Giants

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 Philadelphia Eagles – New York Giants 20-14

 

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Quattro vittorie e zero sconfitte per i Giants negli scontri divisionali prima di questa partita, e un impressionante record totale di 11-1, oltre ad una continua sensazione di forza trasmessa a tutta la NFL.

Zero vittorie e tre sconfitte per gli Eagles contro gli avversari della NFC East, forse la division più forte della lega, e un record totale di 6-5-1, sopra il 50% solo grazie a un pareggio contro gli smarriti Bengals di quest’anno. Chi avrebbe mai scommesso su una vittoria degli Eagles, fra l’altro in trasferta?
E invece è proprio vero che gli scontri divisionali fanno storia a sé, e che le rivalità a volte fanno tirar fuori il meglio. Perché in quella vista domenica non c’è stata quasi partita, gli Eagles hanno fatto più o meno quello che hanno voluto, con i Giants incapaci di sviluppare il loro solito gioco e di reagire in qualche modo, forse un po’ apatici ma più probabilmente costretti ad accontentarsi di quello che Philadelphia concedeva.
westbrookAgli Eagles però manca l’incapacità di tirare il colpo decisivo, e in questa occasione si è visto benissimo, perché è stato proprio questo a tenere in piedi la gara fino alla fine. Perché i Giants quest’anno sono forti davvero, e dentro lo stadio lo sapevano tutti e lo sentivano tutti: sentivano che se Phila non avesse chiuso New York avrebbe potuto riprendersi la partita in mano e portarla a casa, bastava solo un momento, un’occasione buona, una disattenzione o un gioco particolare, di quelli che fanno “girare” una partita.
Niente di tutto questo è avvenuto e gli Eagles hanno vinto. Qualcuno potrà pensare che mancava Burress, che c’era vento, che Brandon Jacobs si è infortunato, che New York ha comunque giocato male, per una volta può capitare anche a loro; la verità è che Phila ha vinto perchè ha giocato al massimo delle sue potenzialità attuali in attacco e in difesa ha messo i Giants nelle condizioni di non combinare molto. Poi ci può stare anche un momento di rilassamento da parte degli uomini di Coughlin, anche se una partita contro gli Eagles porta sempre con sé un carico motivazionale sufficiente; ci può stare anche la scusa dell’assenza di Burress, anche se l’unico momento in cui se ne è sentita la mancanza è stato in occasione di un droppone di Hixon libero verso il touchdown. In realtà i numeri di Manning (13/27 per 123 yds e 1 TD) non sono stati quelli soliti perché gli Eagles hanno fatto tutto il possibile per impedirlo, con una difesa aggressiva che pressava molto e che raramente si faceva cogliere impreparata. E infatti l’unico touchdown segnato dall’attacco è stato a 20 secondi dalla fine quando gli Eagles, ormai sopra 20-7, hanno avuto il classico rilassamento ed hanno concesso ai Giants il drive chiuso da Manning con il passaggino da 1 yard per Darcy Johnson. Poi, una volta recuperato l’onside kick, Phila ha potuto festeggiare, con McNabb e Westbrook a guidare le danze.
Donovan McNabb sta forse uscendo dal periodo buio che ha contraddistinto questa sua stagione. Nemmeno lui ha chiuso con cifre stratosferiche (19/30, 191 yards e 1 TD), ma comunque migliori di Eli Manning; ha sbagliato poco e ha dato la sensazione di essere sempre in controllo della situazione, che per un qb è già molto. Brian Westbrook, infine, ha confermato di essere la vera arma totale degli Eagles, chiudendo con 131 yards corse, 72 ricevute e 2 touchdown: uno su passaggio di McNabb ed uno su una corsa centrale in cui, sfondata la linea, è rimasto assolutamente solo e libero di correre 30 yard in end zone: emblematica la faccia di Steve Spagnuolo sulla sideline Giants che, immobile, sembrava dire “fatemela rivedere perché non ho capito cosa diavolo è successo”.
In fondo, cosa è successo, è semplice da dire: i Giants hanno perso per la seconda volta, ma rimangono forse sempre i più forti; gli Eagles si sono tolti una bella soddisfazione, ma i playoffs, probabilmente, li vedranno solo in televisione.
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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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