[Week 14] Miami Dolphins vs Buffalo Bills

nflMiami Dolphins – Buffalo Bills 16-3

Non c’è stata partita. Una frase del genere forse tende a definire una partita di un tipo ben preciso, chiusa con un punteggio del tipo “tanto” a “poco”.

Non è il caso dello scontro fra Bills e Dolphins, giocata a Toronto, in un campo quasi neutro sia per la nutrita presenza di tifosi di Miami (richiamati forse dalla presenza di Ricky Williams, che aveva giocato con i Toronto Argonauts nella Canadian Football League durante la sua sospensione dalla NFL), sia perché privo di un elemento chiave delle partite casalinghe dei Bills in dicembre, cioè il freddo: sicuramente quando a Miami hanno visto il calendario di questa stagione, con una gara a Buffalo in dicembre, non pensavano di giocarla in maniche corte.
fasanoNon c’è stata partita, si diceva. I Dolphins hanno fatto il loro compitino, senza eccedere particolarmente né in bene né in male, ma sono stati i Bills a non dare mai l’impressione di poter competere. Miami ha controllato il cronometro senza grossi problemi (37 minuti di tempo di possesso a 22 per i Dolphins); ha quasi annullato Marshawn Lynch, probabilmente il giocatore più temuto viste le difficoltà della difesa aqua-arancio a contenere le corse (Lynch ha chiuso a sole 31 yards, su 13 portate); ha concesso solo 163 yards totali all’avversario, guadagnandone invece 295. E non ha commesso errori, cosa che invece è riuscita benissimo ai Bills, che hanno chiuso con 5 fumbles: uno solo di essi è stato comunque perso, prova di quanto ciò non abbia inciso sul punteggio ma sull’andamento complessivo della gara.
E di questo smarrimento dei Bills, il manifesto più eloquente è stato J.P.Losman. Riproiettato nello schieramento di partenza dopo più di un anno, a causa dell’indisponibilità per infortunio di Trent Edwards, Losman ha subito ricordato a tutti i motivi per cui aveva perso il posto: spiace dirlo, ma è stato uno spettacolo davvero brutto.
Losman ha chiuso con un 13/27 per 123 yards, il che lo pone attorno al 50% di percentuale di completi. Ma quello che si sentiva in campo era la sua incapacità a gestire la situazione. La pressione della difesa avversaria, e di Joey Porter in particolare (2 sacks per lui, 4 in totale per la difesa Dolphins), non lo ha certo aiutato, ma era disarmante vederlo perdersi a decidere fra le varie opzioni per poi farsi sackare, sparacchiare via il pallone o correre lui stesso (e qui qualcosa ha combinato, ottenendo ben 53 yards in 5 tentativi). Sarà anche stata una serata storta ma Losman è stato, a tratti, imbarazzante; e quando stai seduto in panchina per un anno non puoi non farti trovare pronto se ti arriva l’occasione. In una sola occasione Buffalo è riuscita ad imbastire qualcosa, ed è stato nel terzo quarto: giunti sulle 3 yards, dopo un buon drive quasi tutto sui passaggi, Will Allen ha però intercettato in end zone il passaggio di Losman per Evans. Emotivamente, è stata una mazzata.
Ciò che ha reso ancora più evidente la pessima prestazione del qb di Buffalo è stato, per contro, l’ennesima partita positiva di Chad Pennington. È ormai evidente a tutti che l’arrivo di Favre ai Jets ha regalato a Miami esattamente quello di cui avevano bisogno. Pennington ancora una volta è stato efficiente e preciso. Ha chiuso con un superbo 23/29 (80% di passaggi completati) per 181 yards e un bellissimo lob in touchdown piazzato esattamente nelle mani di Anthony Fasano in mezzo a due difensori, e ha sempre dato l’impressione di essere in pieno controllo della situazione, e di essere in grado di far girare al massimo il motore di una squadra che, giova ricordarlo, lo scorso anno a quest’ora non aveva ancora vinto una partita ed ora è 8-5, in testa alla division ed in piena lotta per un posto ai playoffs.
Playoffs ai quali i Bills, invece, devono probabilmente dire addio dopo che il bell’inizio di stagione aveva un po’ illuso. I motivi per cui la squadra successivamente si sia persa sono diversi, ma fra questi non c’è di certo JP Losman. A lui, per farsi ricordare quest’anno, è bastato un pomeriggio a Toronto.
Pubblicità
Merchandising Merchandising

Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.