[Week 13] Miami Dolphins vs St.Louis Rams

nflMiami Dolphins – St.Louis Rams 16-12

Le cenerentole della stagione 2007 si incontrano a St.Louis per l’undicesima volta nella storia, e la favorevole tradizione dei Dolphins (8 vittorie contro 2 dei Rams) si conferma ancora una volta, sebbene non senza qualche patema.

La cosa più interessante in assoluto è vedere come la squadra che lo scorso anno aveva vinto una sola partita abbia saputo rigenerarsi e ricostruirsi fino a diventare una pretendente per un posto ai playoff (pur attraverso le wild card), mentre l’altra sia rimasta ai livelli della scorsa stagione se non peggio.
La partita è stata poco spettacolare, ma molto intensa, come dimostra il 16-12 con cui si è conclusa. I Rams non hanno mai mostrato di poter realmente prendere la partita in mano, ed i Dolphins non hanno mai fatto intravvedere la possibilità reale di perderla, ma alla fine dei conti è stata una partita che ha avuto bisogno di un intercetto da parte dei Dolphins a meno di un minuto dalla fine per potersi dire realmente conclusa.
brownI Rams recuperavano finalmente Steven Jackson ed Orlando Pace, e facevano subito valere la potenza del gioco di corsa. Jackson perforava la difesa avversaria a botte di dieci yards a volta, ma la pessima giornata di Bulger li costringeva per ben due volte consecutive ad accontentarsi di un field goal, mentre la difesa faceva finalmente un buon lavoro sulle corse, fermando Brown e Williams e costringendo Pennington a lanciare su quel che rimane del corpo ricevitori dei Dolphins dopo il pesante infortunio a Camarillo. Ginn e Bess facevano del loro meglio, ma l’attacco di Miami sembrava giocare col freno a mano tirato, viste le difficoltà ad avanzare su corsa ed all’impossibilita’ di chiedere a Pennington un gioco troppo verticale, poichè la buona vena della secondaria dei Rams faceva buona guardia, concedendo qualcosa solo nel medio-corto.
Nonostante tutto i Dolphins arrivavano in end zone grazie ad una corsa centrale di Ronnie Brown e soprattutto grazie al placcaggio sbagliato di Tinoisamoa, che lo bloccava nel backfield ma lo lasciava andare praticamente subito, permettendogli così di mettere a segno quello che sarebbe risultato essere il solo touchdown (peraltro decisivo) della giornata.
I Rams mettevano a segno un altro field goal prima di andare al riposo, ma lasciavano troppo tempo ai Dolphins, che segnavano tre punti a loro volta per finire in vantaggio 10-9 il primo tempo.
Nel secondo tempo arrivavano i primi turnovers, decisivi piu’ per i Rams che per i Dolphins. Bulger lanciava due bruttissimi intercetti, e più di un altro field goal non riuscivano a mettere a segno, imitati dai Dolphins, che ne piazzavano due a loro volta.
Haslett faceva mugugnare il Dome quando, su un quarto e una, sotto di quattro punti e con 4 minuti e spicci sul cronometro, andava per il punt invece di giocarsela sulle proprie 40 e cercare di vincere la partita. Tutto sommato la scelta si dimostrava giusta, perchè la difesa costringeva i Dolphins al punt, restituendo la palla all’attacco con poco meno di due minuti da giocare (ma nessun timeout). Purtroppo per i Rams in cabina di regia c’era il fratello scarso del Bulger che abbiamo conosciuto in questi anni, ed il risultato era il più classico degli intercetti dopo un passaggio profondo diretto a Derek Stanley e finito nelle mani di Goodman a sancire la vittoria dei Dolphins.
La decima sconfitta di stagione ha confermato che questa squadra non può fare a meno del gioco di corsa di Steven Jackson, ma anche che il ruolo di QB, che sembrava ben coperto ancora per qualche anno, potrebbe necessitare di attenzioni al prossimo draft, poichè il calo di Bulger comincia ad essere davvero preoccupante, rivelandosi forse qualcosa di più di una semplice stagione storta.
Ottimo invece il lavoro dei Dolphins, sebbene non si capisca se non abbiano voluto premere sull’acceleratore intenzionalmente per tenersi buone le energie e le strategie per la partita con Buffalo, o l’infortunio a Camarillo abbia così pesantemente inciso sulla gestione dell’attacco.

Pubblicità
Merchandising Merchandising

Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.