[Week 9] Recap 5 partite

nflEcco il recap con cinque partite giocate nel nono weekend della National Football League:

Detroit Lions – Chicago Bears 23 – 27
Jacksonville Jaguars – Cincinnati Bengals 19 – 21
Tampa Bay Buccaneers – Kansas City Chiefs 30 – 27
New England Patriots – Indianapolis Colts 15 – 18
Pittsburgh Steelers – Washington Redskins 23 – 6

Detroit Lions – Chicago Bears 23 – 27

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Due fatti fondamentali in questa partita.
Il primo è che i Lions sono una pessima squadra; troppi errori in attacco, come un PAT sbagliato, gli scivoloni e le imprecisioni di Dan Orloski, i fumble nei momenti decisivi.
Il secondo è che in NFL se sottovaluti l’avversario hai buone possibilità di rimediare una brutta figura. Succede ai Bears che, in casa e contro gli ultimi della classe, sfiorano la tragica sconfitta fino a pochi minuti dal termine.
Inizia bene in realtà per loro, con un intercetto ritornato in meta che viene annullato dal buon challenge ospite. Poi, fino a quarto quarto inoltrato, Detroit è magicamente avanti. Danny-O fa due buone cose per altrettanti TD, e Calvin Johnson è un trascinatore incredibile con le sue prese che avvengono non appena il pallone è ricevibile.
Purtroppo per lui succede il 50% delle volte, perchè nelle restanti il lancio è sbilenco, lungo, nei piedi. Insomma, avete capito bene quanto sia vitale Johnson per Detroit.
I miracoli però si fanno con l’aiuto della squadra. Come già successo con Minnesota, la stanchezza annebbia i riflessi della difesa del Michigan, Matt Forte prende vita e garantisce buoni drive a Rex Grossman, subentrato ad un Orton infortunatosi.
Il rookie del backfield di Chicago è un giocatore incredibile, che acquaista una potenza sovraumano quando lanciato supera la prima linea difensiva. Se vi riesce, è primo down certo. Con carattere, i Bears rimediano e balzano in testa sul 27 a 23 che sarà il risultato finale.
Di tempo per i Lions ce n’è ancora per provare il sorpasso definitivo. Qui Orloski dà il meglio di sè, orchestrando bene i suoi passaggi, in modo da macinare campo e stoppare frequentemente il cronometro.
Ma chiedere a Calvin Johnson di prendere quell’ultima palla sparacchiata tra le nuvole sull’ultimo tentativo è troppo: la palla cade, sul cronomentro ci sono quattro zeri e Detroit è l’unica squadra NFL a zero vittorie.

Jacksonville Jaguars – Cincinnati Bengals 19 – 21

Chad Johnson è felice. Segna una prima volta e saltella come uno scolaretto al primo giorno di scuola. Segna la seconda e, magnanimo, corre a scusarsi col suo allenatore per tutti i problemi creati alla squadrala scorsa estate. Poi, lo bacia sulla guancia, così come bacia il suo attuale quarterback, Ryan Fitzpatrick, reo di aver sbagliato un passaggio. Cosa sia successo questa settimana non ci è dato saperlo, ma i due TD in apertura del ricevitore dei Bengals giustificano almeno in parte questo comportamento giocoso.
Alla fine, questa sfida tra Cincinnati e Jacksonville è tutta nelle bizzarrie dell’ottantacinque. Almeno lo è fino a tutto il terzo quarto, concluso sul 21 a 3 per i padroni di casa. Fitzpatrick ha un’ottima partita, autoritaria, in cui trova i suoi ottimi ricevitori con facilità. Quando lui cala e lancia un intercetto è Cedric Benson a giocare bene per la prima volta in stagione e portare bene la palla, per altre 100 yard alla fine.
Il vero thrill ce lo da il quarto quarto. I Jaguars non hanno una linea offensiva, Garrard fa il massimo il che vuol dire non farsi male e le corse vengono in verità molto ben comprese dalla difesa di casa che segue sempre bene l’azione e non concede nulla a Taylor e Jones-Drew. Così, nell’ultimo frazione, sono gli special team a dare la speranza ai Jags, creando un fumble su kick off e portandolo in End Zone. Cincinnati cerca di congelare la palla, ma il record non mente, e se è ancora senza vittoria un motivo ci sarà. Così Garrard si trova palla in mano con 7 minuti da giocare circa.
Il drive che ne segue è fantastico, considerando che deve giostrarlo sempre con due uomini addosso. C’è il TD, ma la conversione da due punti non va a segno.
I Bengals spostano sull’1 la casella delle vittorie e sorridono per un gioco semi-ritrovato. Jacksonville ha troppi problemi in attacco per ipotizzare una eventuale Wild Card, ed è un peccato perchè alcuni suoi giocatori meriterebbero ricompense migliori.

Tampa Bay Buccaneers – Kansas City Chiefs 30 – 27

All’Arrowhead Stadium basta pochissimo per incendiarsi, a prescindere da quanto calda in effetti sia la temperatura in Missouri. I Chiefs l’unica cosa che vedranno da vicino è il prossimo draft quest’anno, ma ciò non vuol dire che stiano rimediando bruttissime figure, spoecialmente in casa.
Tyler Thigpen, terzo quarterback di KC, inizia molto bene, ed il 21 a 3 di inizio secondo quarto lo testimonia.
Tampa Bay scende in campo decisamente leggera, pensando che la W non possa sfuggirgli. Ciò li farà soffrire immensamente.
Giocata della settimana il terzo TD di Kansas City: allineamento Wildcat con il runningback che riceve dalla shotgun, handoff a Mark Bradley che trova proprio Thigpen con il TD pass. Scritta così perde molto, da vedere!
Come spesso accade, però, le squadre inconsistenti lo sono appunto perchè nella seconda parte escono di scena. L’attacco dei Chiefs è così, e permette ai Bucs di andare sul 27 pari con 19 secondi da giocare, dopo essere stata sotto anche 24 a 3 appena entrati nel secondo quarto.
Merito del comeback, il migliore nella storia dei Buccaneers, è anche di Jeff Garcia. Il discusso, almeno quest’anno, regista a pochi secondi dal termine pareggia con una conversione da due punti da brividi, per portare i suoi all’Overtime. Ora, dopo la grande fatica, Gruden ci crede, gestisce nel migliore dei modi il drive di apertura e porta i suoi al field goal della vittoria.
Un applauso all’inizio di partita dei Chiefs, mentre la buona cosa dei Bucs è la determinata rimonta, caratteristiche che non farà male in vista della serratissima lotta all’interno dell’NFC South.

New England Patriots – Indianapolis Colts 15 – 18

Una volta era Peyton Manning e la sua spettacolarità contro Tom Brady e la perfezione dei drive dei Patriots. Ora, mentre Brady è ancora alle presa con l’operazione delicata al ginocchio, Manning si ritrova con ben poca inerzia a portare i cattivi Colts di inizio stagione alla Post Season.
Come protagonisti allora ci rimangono i due coach: entrambi si divertono a stoppare le offensive avversarie, anche se alla fine prevarrà la maggiore motivazione di Tony Dungy, costretto ad una vittoria in misura maggiore rispetto all’avversario.
Indy inizia bene, ha un buonissimo drive da nove minuti per la prima segnatura di Anthony Gonzalez, e chiuderà la prima metà sul 7 a 3, perchè la False Start del 18 in maglia blu significa sprecare l’ultimo drive della frazione.
I Patriots segnano con il rookie da Mississipi BenJarvus Green-Ellis, ma subiranno un altro TD di Gonzalez prima che Reggie Wayne riceva la sassata di Manning per il 15 a 12.
A risolvere la questione, in una partita equilibrata che però ci ha fatto mancare i “vecchi tempi”, ci pensa Adam Vinatieri, che realizza il Field Goal da 52 yarde che riassume una rivalità che puzza di stantìo, ora che le dinamiche dell’NFL sono molto lontane da due gruppi che hanno fatto la storia dell’ultimo decennio.

Pittsburgh Steelers – Washington Redskins 23 – 6

Non abbiamo più dubbi: dovessimo guardare una sola partita alla settimana, d’ora in poi sceglieremmo di vedere Pittsburgh.
In un monday Night spettacolare ma molto meno scontato di quanto il risultato finale faccia pensare, gli Steelers battono anche i Redskins che così bene stanno facendo e già hanno fatto una vittima illustri nei Cowboys a ranghi completi.
Succede di tutto: un onside kick sul kick off iniziale, Ben Roethlisberger che si infortunia alla spalla rientra e si reinfortunia sempre alla stessa spalla, Byron Leftwich che rientra dopo mesi e mette insieme 129 yarde in poco tempo in soli 7 passaggi completati. Insomma, ci si diverte con gli Steelers.
La cosa più bella è pero, per distacco, la difesa della capolista della AFC North. Sempre veloce, di qualità, sempre indiavolata nel strappare qualsiasi pallone l’attacco avversario concede. Ci sarà ben poco da fare contro questo reparto, ed il primo a sperimentarlo è Jason Campbell, mai intercettato in stagione ma intercettato due volte nella serata della capitale statunitense.
Clinton Portis scende in campo come leader tra i runningback della lega e ne esce con 51 yard. Una miseria assolutamente consona alle prestazioni della retroguardia della Pennsylvania.
Per forza poi Leftwich entra e fa sfaceli. Si gioca a cuor leggero là davanti, sicuri che la palla, anche dopo l’eventuale peggiore errore, ti torna in poco tempo. L’attacco in sè non è un granchè, sembra disordinato, ma teniamo presente che Washington non è proprio l’ultima della classe.
Forse Pittsburgh è la vera favorita di quest’anno in AFC, mancando Indianapolis e New England. Gli basta solo trovare un po’ di continuità, alzare il ritmo difensivo ai livelli di lunedì sera per le prossime dieci partite, per avere tutte le carte in regola per arrivare fino in fondo.

 

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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