Le lacrime di Dan Campbell sono l’essenza dello sport

Al termine della cocente sconfitta all’ultimo secondo per mano dei Minnesota Vikings, Dan Campbell capo allenatore dei Detroit Lions non è riuscito a trattenere le lacrime. Durante la conferenza stampa post partita, davanti ai cronisti, con gli occhi lucidi e voce tremante ha commentato quanto accaduto. Senza nascondersi, senza remore. Facendosi vedere nella fragilità di un uomo che non ha raggiunto ciò che ambiva ma che si dice determinato a raggiungerlo quanto prima.

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Sui social è scoppiato l’amore per questo omone proveniente da Clifton in Texas e cresciuto negli ultimi anni sotto la guida di Sean Payton dopo un breve stint ai Miami Dolphins dove nel 2015 assunse anche il ruolo di capo allenatore ad interim. Niente di più lontano dalla sua presentazione non appena scelto dalla franchigia di Detroit dove aveva messo in mostra una grinta ed una cattiveria importante che faceva presumere come sarebbe stato un uomo di polso all’interno dell’organizzazione. Ora invece questa sua esternazione di sentimenti, bastone e carota, mostrandosi umano. Farlo in un mondo di super uomini quale è la NFL non è così scontato. Cosi come non è scontato che persone che prendono tanti e tanti soldi, possano provare sensazioni così forti per una sconfitta. Sconfitta che si potrebbe definire banale per le ambizioni stagioni dei Detroit Lions ma partite banali non esistono. Si gioca sempre per vincere. Sempre. Per questo motivo deve essere davvero doloroso per Dan Campbell vedere continuamente i suoi giocatori uscire sconfitti dal campo. Attenzione: non che non ce lo si potesse aspettare vista la conformazione del roster della franchigia, ma è il modo in cui arrivano queste sconfitte.

Negli occhi abbiamo adesso quel calcio di Greg Joseph che si infila nei montanti regalando una vittoria ai Minnesota Vikings, della serie i field goal allo scadere la squadra di Minneapolis li sbaglia contro tutti tranne che contro i Lions, mentre i giocatori di Detroit non potevano far altro che vedere l’ennesima vittoria sfumare. Nella partita di domenica ritroviamo tanto di quello fatto vedere contro Chicago dove un playcalling forse troppo aggressivo ha rovinato le possibilità di vittoria, tanto che con i Vikings si sono viste delle migliorie. Con i Packers sono stati in vantaggio per buona parte della partita salvo poi deragliare. All’esordio in casa contro San Francisco invece non sono riusciti a concludere il tentativo di comeback per un 4th & 9 fallito negli ultimi secondi di match. Ma la più dolorosa di tutte, che sicuramente ha accentuato molto la reazione di Campbell di domenica, è senza dubbio la sconfitta subita da parte dei Ravens con quel field goal record di ben 66 yard a fine partita.

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Difficile pensare di vedere dei Lions cosi competitivi ad inizio stagione, composti per lo più da giocatori e seconde linee che se ci mettessimo a leggere i loro cognomi di alcuni ci chiederemmo chi questi siano eppure molti sono anche titolari. Eppure lo sono. Quello che non hanno in qualità la compensano in grinta, quella che ha portato in dotazione l’ex Saints. Probabilmente quella abbattutasi sulla franchigia di Detroit è una vera e propria macumba degna della maledizione lanciata da Bela Guttmann al Benfica. Perché tutte le combinazioni che si stanno presentando a questa compagine da inizio stagione cominciano ad essere preoccupanti.

La cosa che può far dormire sogni tranquilli ai tifosi Lions è però l’anima che questa squadra di scappati di casa mette in mostra ogni partita. E spesso, in questi contesti, a far differenza è la fiducia che il tuo allenatore ripone in te. Dan Campbell crede assolutamente in questi ragazzi e la conferenza stampa in lacrime ne è la testimonianza, perché i suoi ragazzi lo meritano e lui stesso ci sta male nel non poterli vedere vittoriosi.

“Quanto vedi i tuoi giocatori dare tutto quello che hanno e perdi in questo modo, è dura” – Le parole di Dan Campbell durante la sua conferenza – “Sai, lo vuoi per loro.”

Lui ci crede in questi ragazzi, ci crede davvero. Perché a pochi minuti dal termine dà fiducia alla difesa che permette all’attacco di tornare in campo per poter raddrizzare la partita, dà fiducia a Goff e al suo attacco di poter siglare il touchdown ed allo stesso tempo gli riconsegna in mano le redini del gioco credendo nella capacità del team di poter effettuare la conversazione da due. E nonostante tutto, nonostante la squadra sia riuscita a fare quello che lui crede possa fare, arriva comunque una sconfitta dolorosissima. Ma quello che non uccide fortifica. E Dan Campbell questo lo sa:

“Saremo migliori anche per questo”

Il gruppo è dalla sua parte ed anche le parole di Jared Goff dopo di lui ne sono state un esempio brillante. “Dan è il nostro leader”. Non facciamo fatica a credici.

Le lacrime di Dan Campbell sono l’essenza dello sport. Sono esattamente il modo in cui noi viviamo visceralmente la competitività del mondo sportivo. Molti, soprattutto i tifosi di grandi squadre in tutti gli sport, sono talmente abituati a vedere il proprio team vincere che tra poco non si godono nemmeno più la felicità che porta una vittoria o il dolore di una cocente sconfitta che porta ad un risultato altamente deludente nonostante tu dia tutto per raggiungere anche solo un piccolissimo risultato. Eppure signori, queste sono le emozioni che lo sport ci regala. Il piccolo che con il gioco di squadra può giocarsela e può credere di vincere contro tutto e tutti.

Ben vengano le lacrime. Le lacrime come elemento di espressione di un sentimento. Bello o brutto che sia. L’amore per lo sport.

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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