[NFL] Week 1: Falcons e Panthers, buona la prima (le due partite della NFC South)

Dodici anni di esistenza, quattro squadre, tre titoli divisionali a testa. Non si può certo dire che la NFC South sia noiosa, e questo trend di incertezza è proseguito anche nel primo turno della nuova NFL edizione 2014 che prevedeva due scontri diretti, terminati uno in overtime e l’altro con uno scarto ridotto di 6 punti.

New Orleans Saints vs Atlanta Falcons 31-34

bryant falconsPartiamo con quello che è stato, con ogni probabilità, il più spettacolare incontro del turno inaugurale: la sfida di Atlanta fra i Falcons ed i Saints, vinta dai locali in grado di recuperare prima un divario di tredici punti, poi di impattare con un field goal decisivo di Bryant da 51 yard allo scadere. Lo stesso kicker si superava però in overtime quando riusciva a mettere in mezzo ai pali un calcio addirittura da 52 yard.
L’inizio di gara era però tutto di marca Saints: nel primo quarto infatti Brees sfruttava soprattutto un Graham sembrato finalmente in perfetta forma e l’attacco andava a segno due volte mentre la difesa strappava un pallone ai Falcons grazie ad un grande intervento nel neoacquisto Byrd, che sulle 5 dei Saints faceva cadere l’ovale dalle mani di Julio Jones, con White che recuperava il fumble. Il problema è che le due segnature ospiti erano due field goal dunque, nonostante l’avvio da dimenticare, i Falcons restavano a -6.

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A cavallo fra la fine del primo e l’avvio del secondo quarto i Saints mettevano però la quarta: nove giochi, 80 yard e Khiry Robinson metteva il sigillo alla prima segnatura da sette punti degli ospiti. Altra presenza importantissima in avvio per l’attacco dei Saints era quella del rookie Brandin Cooks, che in appena diciotto minuti di gioco veniva cercato e trovato da Brees ben 4 volte.
Davanti al loro pubblico, con una situazione che iniziava a farsi pesante, i Falcons dimostravano però di avere carattere: in un drive in cui si trovavano a giocare ben quattro terzi down, i ragazzi di coach Smith riuscivano a portare a casa sette punti con il td pass di Ryan a Roddy White. Da sottolineare che nel drive è stato fondamentale l’apporto di due atleti non certo di primo piano come l’espertissimo Devin Hester, che riceveva un gran lancio da 35 yard, ed il rookie Devonta Freeman, decisivo con la sua ricezione nel chiudere un terzo e 12.

Graham SaintsBrees però non faceva una piega: nella serie seguente completava sei passaggi su sette, veniva aiutato dalle ottime corse di Robinson e Pierre Thomas, e metteva in mano al rookie Cooks la palla del 20-7. Venti secondi, palla sulle proprie venti, tempo per inginocchiarsi? No, se c’è una caratteristica che i Falcons hanno dimostrato domenica è stata la grande forza mentale: due ottimi lanci, ancora a Hester per 19 yard e a Roddy White per 39, davano infatti la possibilità a Bryant di accorciare con una “pedata” da 40 yard.
Nel terzo quarto poi la gara cambiava volto e padrone: piano piano l’attacco dei Falcons, nonostante l’assenza del tackle rookie Matthews, appiedato da un problema alla caviglia, trovava ritmo e con calma costruiva un drive di grande sostanza: 12 giochi, 80 yard e passaggino da 1 yarda di Ryan al gigantesco tight end Toilolo, che faceva 17-20. Per Ryan, tra l’altro, si trattava di una meta storica perché gli consentiva di passare Steve Bartkowski come recordman per i passaggi da TD nella storia della franchigia georgiana.

Ma il vento non era cambiato solo in attacco: la difesa iniziava a mettere pressione su Brees che commetteva qualche sbavatura ed un errore grave nel finale di frazione, allorquando si faceva intercettare in end zone da un McClain che per altro era autore di un gran gesto tecnico. Galvanizzati dal recuperato possesso, i Falcons impiegavano un paio di minuti per completare la rimonta: poco prima della metà campo Ryan trova il runner di riserva Smith con un passaggio apparentemente innocuo: il runner da Florida State invece si involava sulla sideline e nessuno riusciva più a fermarlo: 54 yard di galoppata e match ribaltato.
L’ultimo quarto era da fuochi d’artificio: i Saints ritrovavano verve in attacco e, grazie ai passaggi di Brees prima e alle corse di Ingram dopo, rimettevano il naso avanti sul 27-24. A sei minuti dal termine un ispiratissimo Ryan trascinava però i Falcons al nuovo sorpasso: un completo a Julio Jones per 23 yard, uno a Hester per 19 ed uno a Douglas per 23, facevano da preludio alla grande corsa di Rodgers da 17 yard che riportava avanti Atlanta.

La partita era ormai diventata una prova di forza fra i due registi: Brees rispondeva a Ryan trascinando i suoi sulle 12 avversarie dove, grazie alle corse di Thomas e Ingram, New Orleans tornava a +3 grazie alla meta di quest’ultimo. A questo punto mancavano 80 secondi alla fine e i Falcons dovevano arrivare almeno in raggio da field goal: Ryan infilava quattro completi su quattro passaggi tentati e Bryant impattava sul 27-27. In overtime si assisteva poi al suicidio sportivo dei Saints: Colston riceva da Brees ma sul placcaggio di Moore perdeva l’ovale recuperato da Bartu. La difesa ospite inchiodava l’attacco dei Saints, ma i padroni di casa erano già in raggio da field goal, e Bryant non sbagliava per il 34-31 finale.

matt ryan saintsInsomma, grande spettacolo offensivo nonostante fossimo alla prima giornata, e qualche placcaggio sbagliato di troppo da parte delle due difese. Fra i reparti arretrati sicuramente più colpevole però quello dei Saints: ad una difesa già molto valida, è stata aggiunta in estate la fortissima safety Byrd, ma tutto ciò non è bastato per arginare un Ryan che ha raggiunto quota 448 yard ed un attacco ne ha ammassato più di 570 yard. Il regista da Boston College è stato bravissimo nel servire ben 8 diversi terminali, fra i quali ha stupito un Hester che ormai sembrava finito come ricevitore a Chicago ed invece domenica è stato fondamentale chiudendo con 5 ricezioni per 99 yard, dietro solo a Jones che di yard ne ha portate a casa 116.
Anche il rushing game è stato il frutto di uno sforzo collettivo, con tutti e quattro i runner impegnati, anche se la parte del leone l’hanno fatta Jackson (12 portate per 52 yard) e Rodgers (6 per 34 e una meta), mentre Freeman e Smith sono stati più efficace sul passing game.
Un plauso generale va però anche fatto ad una difesa che dopo essere stata un colabrodo nel 2013 in questo esordio non ha demeritato: dopo un primo tempo onestamente difficile, i ragazzi di coach Nolan hanno disputato una seconda frazione decisamente più solida trascinati da un ottimo Babineaux, che dalla posizione di end ha messo spesso sotto pressione Brees e dal rientrante Biermann, quest’anno spostato a linebacker, ottimo contro la corsa. Nel secondario da rilevare soprattutto le prestazioni dei due cornerback Trufant e Alvord, con quest’ultimo che su tre palle lanciate nella sua direzione ha concesso un solo completo per tre yard.

In casa Saints l’attacco ha dimostrato di essere già in ottima forma, con tutti e tre i runner principali, cioè Ingram , Thomas e Robinson, ben sopra le 4 yard a portata e Brees che ha lanciato per 333 yard completando 29 passaggi su 42. L’ex regista di Purdue non ha però perso il vizietto di lanciare l’intercetto a partita fattore che, in gare così combattute, può costare caro. Nonostante le tante yard, Brees ha seriamente utilizzato solo quattro terminali, cioè Graham (8 ricezioni per 82 yard), Colston (5 per 110), il runner Thomas (6 per 58) e soprattutto il rookie Cooks che con 7 palle catturate per 77 yard ha subito influito positivamente al suo esordio fra i pro.
Decisamente da rivedere invece una difesa data da più parti come fra le più forti del torneo: se si eccettuano gli ottimi end Galette e Jordan e il tackle di riserva Walker, comportatosi molto meglio dei titolari Bunkley e Hicks, il resto del team ha pesantemente deluso, a partire da un Vaccaro in evidente difficoltà in entrambe le fasi del gioco.

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Carolina Panthers vs Tampa Bay Buccaneers 20-14

Nella sfida di Tampa invece le cose si presentavano ben diverse: due ottime difese, soprattutto quella di Carolina, affrontavano attacchi sulla carta in difficoltà, tanto più che la offense dei Panthers era orfana del regista titolare Cam Newton, appiedato da un problema alle costole rimediato in pre-season. Ed invece proprio la squadra che doveva essere più in difficoltà in cabina di regia, cioè Carolina, aveva da Derek Anderson un’ottima prestazione dato che il quarterback andato al pro bowl quando vestiva la casacca dei Browns, terminava la partita con un ottimo 24 su 34 per 230 yard e due mete, tutto questo pur avendo, negli ultimi tre anni, tentato appena quattro passaggi in gare di regular season.
Oltre a lui nell’attacco dei Panthers spiccavano le buone prove del tackle Bell e soprattutto del tight end Olsen, bersaglio principale di Anderson, che chiudeva la gara con 8 ricezioni per 83 yard. Nel rushing game invece con Stewart e Tolbert praticamente inefficaci, era DeAngelo Williams a trascinare gli ospiti con 72 yard guadagnate in quattordici portate.

Carolina Panthers v Tampa Bay BuccaneersLa difesa in maglia blu ha invece messo la museruola all’attacco dei Bucs per oltre cinquanta minuti ed è stata tremendamente efficace soprattutto nell’annullare il rushing game di casa. A parte una fuga del fullback Lane per 54 yard, i Panthers hanno infatti concesso appena 48 yard nelle rimanenti 16 corse. La difesa sul passing game ha funzionato ugualmente bene soprattutto nel mettere pressione sul regista avversario McCown, visto che sono arrivati tre sack da parte dell’end Hardy, del tackle Edwards e del solito Kuechly, autore di una prestazione monstre. Ma in casa Panthers è difficile trovare un’insufficienza in difesa dove, oltre a Hardy e Kuechly, si sono distinti i tackle Short e Lotulelei, bravi sia in pass rush che contro la corsa, e il linebacker Thomas che ha fatto ottima guardia in copertura sul passing game.

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L’attacco di Tampa non è invece pervenuto per quasi tutto il match, surclassato dalla difesa ospite, con una linea incapace di contenere la pass rush dei Panthers (3 sack e 8 QB hits per Hardy e soci) e la coppia di runner Martin e Rainey che non riusciva a guadagnare un millimetro. Nel finale, con una pressione di Carolina finalmente meno asfissiante, McCown riusciva ad orchestrare due buoni drive sfruttando soprattutto la copia Myers e Jackson, ma era decisamente troppo poco e troppo tardi.
La difesa ha invece giocato ad alti e bassi, con i soliti noti, vale a dire il tackle McCoy ed il linebacker David che hanno giocato un buon match (anche se quest’ultimo no è stato certo impeccabile in copertura) così come il corner back neoacquisto Verner, l’unico ad elevarsi nel secondario dei Bucs. Da rivedere invece la prestazione dei due linemen di destra, cioè McDonald e Johnson, e della safety Barron che ha concesso ben quattro ricezioni sui cinque palloni lanciati nella sua direzione. Alla fine in effetti la difesa dei Bucs non ha concesso grandi guadagni, ma dovrà valutata contro avversari più temibili nei passaggi lunghi.

NFL: Carolina Panthers at Tampa Bay BuccaneersA differenza del match di Atlanta, la cronaca di Tampa potrebbe iniziare dall’avvio dell’ultimo quarto, poiché infatti per quarantacinque minuti di football l’attacco dei Bucs non solo non aveva dato segni di vita ma da due intercetti subiti da McCown erano arrivati due touchdown grazie ai quali Carolina era avanti 17-0 con nove minuti e mezzo da giocare (tra l’altro tutta da gustare è la ricezione da circo del rookie dei Panthers Benjamin che ha recuperato la palla “in mezzo” al corpo del cornerback avversario).
A questo punto, dopo aver dovuto scappare dagli assalti dei Panters per tutta la gara, McCown trovava finalmente un po’ di tranquillità e completava quattro passaggi su cinque per poi trovare tutto solo in end zone Owusu che doveva però compire un gran gesto tecnico per ricevere l’ovale con entrambi i piedi in campo.

Un sack di McCoy fermava l’attacco dei Panthers ed i Bucs riavevano la palla in mano con quattro minuti e mezzo da giocare. Un paio di bei completi a Jackson ed al rookie Evans ed una buona corsa di McCown portavano Tampa Bay a ridosso della linea di meta ospite, da dove lo stesso McCown trovava Rainey per il 14-17.
L’attacco di Carolina era però già in vacanza, e Tampa aveva un ultimo possesso a 96 secondi dal termine. Un regalo insperato che però i Bucs sprecavano malamente con Rainey che, dopo aver ricevuto un passaggio corto da McCown, perdeva l’ovale sul contatto col la furia Kuechly, un errore che metteva la parola fine al match.

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