[Wild Card] Baltimore Ravens vs New England Patriots

nflBaltimore Ravens – New England Patriots 33-14
 
Nel primo quarto del Wild Card Playoff del Gillette Stadium succede quanto di più incredibile si possa pensare, e che potrebbe essere riassunto come il più grande sforzo difensivo nella storia dei Playoff. I Baltimore Ravens dominano il campo con concentrazione e prestazioni individuali abbaglianti, riducendo i padroni di casa ad un ammasso di sfiduciati e frustrati giocatori di football.
Andando con ordine forse riusciremo a ricapitolare la follia e la grandezza di questo parziale.
Innanzitutto, Ray Rice. Prende il primo snap dalle mani del suo QB, distrugge la linea difensiva dei Patriots e si invola per 83 yarde ed il primo TD di giornata. Sono passati 20 secondi.
Poi, Terrell Suggs elude il suo marcatore e corre addosso a Tom Brady, che perde il pallone sul terzo down. Lo stesso incoccia l’avambraccio di Suggs, che riesce così a recuperarlo. Palla ancora a Rice e a Willis McGahee, per concludere con la corsea da una yard di LeRon McClain, per il 14 a 0. Evidentemente non basta. I ritornatori di New England tentano di combinare un pasticcio ancora più grande pochi secondi dopo, ma non ce la fanno. Brady riprende in mano i suoi, ma sul primo down finisce a terra con il sack di Ray Lewis, che si iscrive alla storia della partita non trovando alcuna resistenza nell’inseguimento al numero 12, che pochi secondi dopo lancerà un intercetto di una superficialità immensa nelle mani di Chris Carr, che vede bene di non lamentarsi del regalo. Con la successiva corsa di Rice arriva il 21 a 0. Ma c’è ancora tempo, manca ancora qualche primo alla fine del quarto, e Brady lancia il secondo intercetto, questa volta rocambolesco, nelle avide mani di Ed Reed, che poi, udite udite, si lascia andare al ‘lateral’ per un compagno meglio posizionato, dimostrando così che questi Ravens non hanno paura di nessuna figura meschina. Questa volta New England tiene, e si cambia campo sul 24 a 0.
Finita? Tutt’altro, anche se Baltimore lo meriterebbe per quanto fatto vedere sino ad allora.
Un punt viene toccato da un giocatore dei Ravens, ed il pallone finisce nelle mani di uno dei Pats, che però non lo tiene a sé. Sarebbe un primo down per la squadra del Maryland, ma gli arbitri sono di parere opposto, e Jon Harbaugh, o chi per lui, fa l’errore più madornale di un’intera carriera non chiamando il challenge. Brady ha pochissimo campo davanti, circa 15 yarde, e lì succede di tutto. Prima la difesa ferma le corse di Laurence Maroney, poi lo stesso Brady potrebbe chiudere con una corsetta da 4 yarde ma inspiegabilmente lancia via l’ovale nelle gradinate. Infine, nonostante gli sforzi della retroguardia di Baltimore non subiscano variazioni di intensità, Julian Edelman viene trovato in End Zone per la ricezione importantissima del 24 a 7. I bostoniani tornano in partita, e soprattutto lo fa la loro difesa, perfettamente attrezzata per fermare le corse, che sfrutta benissimo l’ordine della sideline opposta dato a Joe Flacco di non lanciare mai, sfruttando il fattore tempo forti del grande vantaggio. Ma anche se gli screen di New England non funzionano per nulla e l’attacco dei neroviola non sia in realtà ancora valutabile, c’è la sensazione che i padroni di casa si possano fare sotto nella seconda frazione di gioco.
Prevedibilmente, la pressione della difesa ospite sul QB di casa scema, ed il due volte MVP del SuperBowl ha più tempo. Sfruttarlo è però tutt’altra cosa di averlo. Il passaggio sul profondo è preciso, ma Frank Walker, già protagonista di un paio di tackle di potenza stupefacente come Domonique Foxworth, separa il ricevitore dalla palla, permettendo l’intercetto facile a Dawan Landry, che lo ritorna fino alle 22 degli avversari. Ne scaturisce un field goal, ma i tifosi del Massachussets hanno l’impressione che il primo tempo si ripeterà.
Nel drive successivo, Brady inizierà a giocare da campione qual è, trovando Randy Moss un paio di volte e portando l’encomiabile Edelman al secondo TD della sua partita per ridurre a 13 i punti di distacco, sul 27 a 14. La palla torna a Flacco, leggermente infortunato sin dal prepartita, che però si “ribella” agli ordini conservativi e cerca con successo dapprima Derrick Mason e poi Mark Clayton, per le uniche due ricezioni di giornata dei receiver dei Ravens. E’ quanto basta per lasciare la palla a Willis McGahee che completa l’opera, dopo che uno spot del pallone fa impazzire gli arbitri a poche yarde dalla End Zone dei patrioti.
E’ il 33 a 14. 19 punti di distacco, che sembrano recuperabili, nel quarto parziale, quando Brady completa un quarto down per il solito Edelman. Sul quarto tentativo successivo, Belichik completa una stagione di chiamate al limite mandando in campo Stephen Gostkowski per un field goal dalla lunghissima distanza che può riportare i suoi giocatori a due soli possessi di gap dall’avversario di giornata. Il fallimento del kicker è però la pietra tombale sulle aspirazioni dei New England Patriots per quanto riguarda la rincorsa al SuperBowl numero 44.
Baltimore andrà invece ad Indianapolis, forse senza Todd Heap infortunatosi verso la fine della partita, con molte speranze. Potrebbero infatti nascere scintille dal fatto che in pratica i Colts non giocano seriamente da un mese e che invece le cornacchie sono più calde che mai. Da una parte della palla, Ray Rice è sembrato una macchina da primi down come non se ne trovano facilmente, ballando all’interno delle linee difensive degli avversari come una etoile. Dall’altra parte c’è una difesa che senza pressare troppo ha costretto uno dei migliori QB della storia a tre intercetti, e che soprattutto ha intimidito per tutta la durata dell’incontro chiunque osasse sfidarla. Se riusciranno ad evitare penalità stupide, e se il loro boot assisterà di più il loro head coach, daranno molto filo da torcere al nuovo (e vecchio) MVP della lega, anzi non ci stupiremmo se qualcuno li considerasse favoriti nella sfida del Lucas Oil Stadium.
La NFL dice arrivederci ai Patriots, protagonisti di una stagione di alti e bassi, che forse si è chiusa con l’infortunio di Wes Welker, nonostante, come più volte ripetuto, Edelman abbia giocato con invidiabile concentrazione e abilità. Prepariamoci, in ogni caso, a qualche chiacchera di troppo su Tom Brady, che non appare più infallibile come un tempo.

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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