Uno sguardo al 2020: Houston Texans

Vi proponiamo la review della stagione 2020 delle trentadue squadre NFL, aspettative, risultati, futuro. Oggi è il turno degli Houston Texans.

COME DOVEVA ANDARE…

Nonostante il quarto titolo divisionale in 5 anni e nonostante la bandiera bianca issata nei playoff solamente contro la corazzata di Andy Reid, il futuro prossimo dei Texans appariva molto più nebuloso di quanto gli ultimi risultati potevano far ben sperare.
I detriti derivanti dalla inconcepibile trade di Hopkins avrebbero sicuramente minato il nuovo percorso stagionale; la conferma con promozione per uno degli head coach meno apprezzati della lega è stata criticata dai tifosi ma anche da una parte dell’organico, quell’organico in cui si è lavorato con poca lungimiranza soprattutto nel reparto difensivo (vero tallone d’Achille della squadra) che ad inizio 2020 sarebbe andato subito incontro ad un trittico di partite complicate come la trama di Inception.
Tutti questi elementi purtroppo si sono dovuti sommare ad una delle piaghe peggiori da quando venne cucito il primo sferoide prolato: il Covid-19 non ha fatto prigionieri.

…E COME È ANDATA

“Mi dispiace moltissimo che ti abbiamo fatto sprecare un anno”. Le parole sono quelle di J.J. Watt rivolte ad uno sconsolato Watson al termine dell’ultima partita stagionale contro i Titans, conclusasi ovviamente con una sconfitta, la dodicesima.
La matematica non è una opinione e quindi sono state solo 4 le vittorie portate a casa dai Texans nel 2020, di cui due contro i Jaguars che sembrano essersi impegnati per realizzare la peggior stagione di sempre e una contro i Lions, probabilmente appesantiti dal tacchino, durante il giorno del ringraziamento.
In sintesi, tutto quello che poteva andare male è andato male; O’Brien è durato la bellezza di 4 partite, 4 sconfitte, ed è stato rimpiazzato dal suo assistente Romeo Crennel che ha dovuto prendere in mano la squadra sullo 0-4, peggior inizio dal 2008, e traghettare verso riva quella scialuppa di salvataggio che già a metà ottobre si trovava in mare aperto.
I Texans hanno dovuto far fronte alla crisi pandemica, ai cambi gestionali a metà della stagione, a infortuni e a sospensioni: il risultato è stata una implosione che non ha risparmiato nessuno.

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COSA HA FUNZIONATO…

Sinceramente, quando una squadra riesce a vincere solo 4 partite per di più contro avversarie non certo blasonate, si fa molta fatica a trovare qualcosa che ha funzionato.
Watson, fresco di rinnovo a 160 milioni di dollari, se è ancora in grado di arrivare sano alle interviste post partita lo deve al master in escapologia conseguito presso l’università di Houdini: il miglioramento della pass protection c’è stato, ma è soprattutto grazie alle sue doti di fuga che è riuscito per il terzo anno consecutivo ad arrivare al Pro Bowl. 382 su 544 tentativi per un guadagno totale di 4823 yard (record personale), 33 touchdown (record personale) e 7 intercetti (minimo personale); tutti questi numeri sono arrivati nel primo anno in cui ha dovuto fare a meno di Hopkins, sono infatti mancate le ricezioni nei momenti cruciali ma Deshaun ha confermato il perchÈ sia uno dei migliori quarterback della lega.
A proposito di Hopkins, una menzione onorevole va sicuramente fatta al giocatore che è arrivato “al suo posto” dai Cardinals: David Johnson è si è presentato con un’ottima stagione portando a casa tra corse e ricezioni più di 1000 yard e 8 touchdown.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Il 2020 è stato l’anno in cui tutto sarebbe potuto succedere e dove bisognava essere pronti ad aspettarsi l’inaspettato. La pandemia ha colpito la stagione prima ancora che iniziasse: il Draft si è tenuto virtualmente, gli allenamenti primaverili non hanno potuto avere luogo e in preseason si sono svolti con limitazioni molto pesanti.
Non c’è stata una settimana in cui i Texans non siano stati colpiti negativamente dagli infortuni. Giocatori come Benardrick McKinney , Brandon Dunn , Johnson, Cooks, Michael Thomas e Dylan Cole hanno passato, chi più chi meno, del tempo nella lista degli infortunati. Una lista di questo genere di giocatori indisponibili era l’ultima cosa di cui la squadra avevano bisogno quest’anno.
Come se non bastasse c‘è stato anche chi ha violato la politica sui farmaci per il miglioramento delle prestazioni: Will Fuller, che era uno dei punti cardine dell’attacco, e Bradley Roby , uno dei migliori cornerback della squadra, sono stati entrambi sospesi con una squalifica di sei partite. Le squalifiche sono arrivate quando mancavano 5 partite al termine; ciò significa che hanno visto la stagione finire con largo anticipo e che inoltre non potranno giocare l’esordio nel 2021.
Rimane ancora un mistero del come i Texans siano riusciti a racimolare solo 4 vittorie con un quarterback come Watson e un futuro Hall of Famer come Watt, anzi, sotto alcuni punti di vista sono sembrate addirittura un miracolo: c’è molto di non detto.

E ADESSO?

Se la post season del 2020 ha avuto gli effetti di una bomba atomica caduta nel cuore di Houston, i tifosi dei Texans dovranno essere pronti ad affrontare anche di peggio.
La questione più spinosa riguarda il quarterback Watson che ha cominciato a mostrare segni di malcontento già nei primi mesi dell’anno quando la società con il nuovo GM Nick Caserio, 12 anni al servizio di Kraft e dei Patriots, ha iniziato lo scouting per il nuovo head coach: Watson avrebbe voluto che fossero considerate le posizioni di Bienemy e Saleh ma alla fine a nessuno dei due è stato offerto un colloquio. La scelta alla fine è caduta su David Culley, coach dei ricevitori e coordinatore del passing game ai… Ravens (non proprio la prima squadra che viene in mente se si pensa ad un gioco basato sui lanci).
Successivamente a questa “poca considerazione” dell’opinione del quarterback, ci ha pensato lo stesso Watson ad agitare ancora di più le acque in cui sta navigando la zattera dei Texans, chiedendo di essere ceduto: ovviamente la richiesta fa esplodere il tam-tam mediatico riguardo la sua prossima uniforme e si sprecano i pronostici delle squadre ma soprattutto delle loro contropartite.

Purtroppo però, ad oggi, la prima preoccupazione del quarterback non è il mercato ma piuttosto la complicatissima questione legale nella quale è coinvolto in prima persona: verso la metà di marzo il giocatore è stato accusato da una massaggiatrice/terapista di averle fatto delle avance sessuali con una certa insistenza durante una sessione riabilitativa risalente all’anno scorso. Come accade spesso in questi casi, altre possibili vittime si sono fatte avanti denunciando lo stesso fatto fino ad arrivare al numero di 18 massaggiatrici. Quello che sappiamo ora è che la posizione di Watson non è per niente tranquilla, le squadre interessate sembrano essersi defilate, inoltre la Nike e la Beats By Dr Dre hanno deciso di interrompere i rapporti di sponsorizzazione, cosa che nel mondo USA ha un peso molto importante. Questo è solo un piccolo riassunto della vicenda, vi aggiorneremo il più possibile sulle nostre pagine.

Probabilmente a Caserio e McNair servirebbe la DeLorean del Dr. Brown, accendere il flusso canalizzatore, arrivare alle 88 miglia orarie e tornare indietro nel tempo, precisamente al giorno dopo la sconfitta ai playoff dell’anno scorso contro i Chiefs; cosÏ da poter prendere O’Brien da una parte e dirgli “sei licenziato”, rassicurare Hopkins “non verrai scambiato neanche per tutto l’oro del mondo” e infine avere un colloquio con Watt e Watson nel quale poter chiedere “cosa pensate che possa servire alla squadra per poter aver un futuro ancora più luminoso”.
Fantascienza, si, ma è anche vero che siamo nella città dove ha sede la NASA che di viaggi interstellari se ne intende: la verità purtroppo però è che lo shuttle dei Texans sembra essere in caduta libera con il paracadute fuori uso (0 scelte nei primi due round del prossimo draft); per cui ai tifosi consiglio di “prepararsi all’impatto!”.

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Massimiliano Poli

Nato a Montecchio (RE) il 5 gennaio 1993, studente di Giurisprudenza presso la facoltà di Modena, appassionato di football americano, NFL, NCAA, ex giocatore e cittadino sotto ogni cielo.

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