Conference 2023: Le pagelle

Le finali di Conference sono state due partite godibili, con un sacco di spunti e che hanno dato di che discutere per un po’. Tanti errori, certo. E quello un po’ sul voto finale delle pagelle pesa. Ma sono due Championship che si possono rivedere per andare a scovare dettagli e situazioni, per immaginare cosa sarebbe stato se… Sono soddisfatto, insomma. Non entusiasta, ma soddisfatto di quanto visto sì. Tra le due, nonostante la seconda sia stata sicuramente da 7,5 per la rimonta, ho preferito per temi, tensione e sensazioni la prima. Se siete di parere opposto non mi scandalizzo assolutamente. Balla appena un mezzo voto per me (8 alla prima). È più una sensazione, legata al fatto che a San Francisco abbiamo visto due flussi e poco contraddittorio.

Championship Sunday 7,5

Andiamo adesso alle pagelle partita per partita e squadra per squadra.

Kansas City Chiefs – Baltimore Ravens 17-10

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Chiefs 9

Quattro Super Bowl in cinque anni. E potrei fermarmi qui. Non li ho visti arrivare e loro mi hanno tramvato. Giustamente. Mi aveva avvisato il mio carissimo amico Marco – del resto è professore di coaching! – “mai sottovalutare i campioni”. Più grave, rispetto ai miei pronostici – l’abbiano fatto i Ravens perché Patrick Mahomes, Andy Reid e Travis Kelce non si possono prendere sotto gamba se ti giochi il campionato. Mai. E non c’era bisogno di un’ulteriore prova. Quello che si sono inventati il quarterback e il tight end nel primo tempo è stato strepitoso. Sospetto, al contrario, un quarto down chiamato da Reid ma ne è uscito indenne. Uno che se ne intende di campionati vinti, tale Rob Gronkowski, ha detto quello che è la fotografia di quest’annata: i Chiefs che abbiano visto in regular season erano una squadra annoiata, loro sono abituati a giocare le partite che contano. E si è visto. Di nuovo Ciliegina sulla torta: la difesa. Steve Spagnuolo è l’uomo che ha permesso a Kansas City di emergere in queste ultime due annate. E se l’anno passato era stato eccellente, quest’anno si è superato. Io poi, lo sapete, sono innamorato di Sneed e McDuffie, per me sono loro che hanno permesso ai Chiefs di cambiare pelle nelle ultime stagioni. E che carattere serve per reagire come Sneed e piazzare la giocata del match? Sì non dimentico il resto della combriccola, in primis Chris Jones.

Ravens 4,5

Mi rendo conto che il 4,5 sia pesante, soprattutto per la difesa che ha giocato un secondo tempo eccellente. Resta la sensazione che abbiano buttato una grandissima occasione per centrare il bersaglio. E sono le peggiori sensazioni per un prof: quando vede che lo studente ha i mezzi e non riesce a sfruttarli. Non dimentichiamoci che erano favoriti (ruolo che probabilmente ha aiutato a stritolarli) ed erano in casa. Troppi errori, nel complesso. Ci sono quelli personali (tecnici e caratteriali) da Zay Flowers a Lamar Jackson a Van Noy… macigni in una gara così tirata. E quelli, per me ancor peggiori, di chi ha impostato la partita. Perché rinunciare alle corse? Sì, i Chiefs erano stati bravi a fermarli in avvio ma più la partita avanza più gli spazi si creano. E perché non sfruttare Jackson per le sue caratteristiche migliori? Un conto è non farlo correre in regular season. Altro discorso tenerlo tutta la partita nella tasca quando ci si gioca l’accesso al Super Bowl. Non ha senso! Li avevo elogiati per aver “liberato” Lamarone nei play-off. Li avevo elogiati per essere diventati più aggressivi a un certo punto della stagione. E i risultati si sono visti. Tutto d’un tratto ho rivisto la squadra timida e intrappolata nel proprio groviglio intimo del “vogliamo dimostrarvi che siamo bravi anche così”. Senza senso. Sono d’accordo con te Rex Ryan. Peccato perché le qualità c’erano. Tra qualche anno ripensando all’occasione gettata si mangeranno le mani.

San Francisco 49ers – Detroit Lions 34-31

49ers 8

Sì, sì so che ero stato duro con Brock Purdy. E come sono stato severo la volta scorsa devo assolutamente fare i complimenti al ragazzo in questa occasione. Primo perché dopo la frazione iniziale, complessa come la gran parte del match contro i Packers, c’era bisogno di carattere a pacchi per tornare in sella. Secondo perché è stato in grado di mettersi sulle spalle l’attacco e quando non c’era spazio per usare il braccio ha sfruttato le gambe. Alla fine ha giocato come avrei voluto vedere giocare Jackson. Un piccolo paradosso. C’è voluto anche un pizzico di fortuna (vedasi una delle ricezioni chiave di Brandon Aiyuk) che nello sport non guasta mai. Dalla difesa mi aspettavo di meglio, nonostante sia poi riuscita a carburare, ha preso troppi schiaffi prima di attivarsi. Lucina accesa da monitorare, perché i Chiefs sono un bel po’ più scafati dei Lions. Da circoletto rosso per la bontà, invece, la prova della linea offensiva nell’annullare totalmente Aidan Hutchinson, praticamente mai un fattore. I Lions si sono avvicinati a Purdy (sporcandogli qualche pallone) senza soffocarlo e togliergli il respiro. Soprattutto nella seconda parte del match. È un elemento cruciale per il percorso di questi Niners. Volete che vi dica qualcosa su McCaffrey? Serve ancora? Che giocatore. Ecco invece non vorrei che quando a Las Vegas non si potrà sbagliare nulla, avere Moody anziché Gould diventasse discriminante. Ora però è il momento di godersi una rimonta storica e il secondo Super Bowl in quattro anni. Per andare a cercare la rivincita.

Lions 6

Ho pensato moltissimo a questo voto. In definitiva sono stati i Lions di quest’anno. Un’ottima squadra, con quel “non so che” di sospetto che mi ha accompagnato dall’inizio. Sfacciati e brillanti nel primo tempo, così da mettere all’angolo una difesa di primissimo livello. Poi scomparsi del tutto. Frastornati dal veder montare la rimonta. Non se l’aspettavano? Sentirla arrivare li ha congelati? Troppo sbruffoni prima di rientrare negli spogliatoi? Probabilmente sì. Ma fosse girata nella loro dimensione avremmo detto che era il loro modo di approcciarsi alla gara, la loro forza. Domande che lasciano intuire come Detroit fosse una squadra non ancora del tutto matura, e ci mancherebbe, non arrivavano a risultati simili da secoli. E proprio per questo contesto le strategie di Dan Campbell. Il che non gli leva nessun merito, lo metto bene in chiaro per evitare equivoci. Anche lui in ogni modo deve sfruttare questa esperienza per migliorarsi. Rimanere fedele alla propria filosofia e trasporla acriticamente in ogni situazione per me rimane errato. Va valutato il contesto prima di prendere decisioni. Non si può ignorare il valore emotivo. In campo c’è un gruppo di individui, non dei robot. E così quei punti lasciati per strada per giocarsi quarti down forse statisticamente più logici sono pesanti più che per il punteggio per il morale, per l’approccio con cui si affronta il resto della contesa. Sì, forse, ribadisco forse, la puoi chiudere se ti va bene, ma in quel frangente, in una partita da dentro o fuori, devi mettere in conto anche a cosa vai incontro se gira storta. Non me la sento di punirli troppo, comunque. Il voto vero sarebbe più un 5,5. Il 6 è di fiducia, per aver costretto i 49ers a sudarsi eccome l’accesso al Super Bowl. Per un primo tempo in cui hanno mostrato quante possibilità abbiano di tornare a questi livelli. E quanto talento: Gibbs, St Brown, Laporta, un Montgomery stellare. E anche per Goff, autore di una signora partita. E poi tutto sommato è la media tra il 9 del primo tempo (ragazzi erano 24-7) e il 3 del secondo (ragazzi hanno subito 27 “unanswered point”).

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PS: nota a margine, parlo sempre poco di arbitri, e anche in questo caso non l’ho fatto durante i giudizi, che sono per quanto fatto o non fatto dalle squadre. Sono convinto, e da ben prima dei Championship, però che le crew dovrebbero rivedere un po’ il loro atteggiamento e le loro chiamate. Tanti i dubbi che mi sono rimasti

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