Uno sguardo al 2022: Cincinnati Bengals

Quando arrivi al Super Bowl come han fatto i Bengals nella passata stagione, è sempre difficile ripetersi, soprattutto per una franchigia che, fino all’arrivo di Joe Burrow, aveva raggiunto quell’obiettivo solo due volte nella sua storia; invece il 2022 si è rivelato come l’anno della conferma.

Nonostante la squadra si sia fermata al Championship contro i Kansas City Chiefs, laureatisi poi campioni, la sconfitta di strettissima misura, maturata con una OL raffazzonata e una serie di episodi sfavorevoli nelle ultime fasi della partita, ha espresso il chiaro verdetto che i Cincinnati Bengals sono una squadra solida e molto forte mentalmente, con un quarterback che sembra destinato a rivaleggiare a lungo, con Patrick Mahomes e chi altro si aggiungerà nei prossimi anni, per il dominio della AFC.

COME DOVEVA ANDARE…

La speranza era sicuramente quella di fare l’ultimo passo che l’anno scorso era mancato per vincere il Super Bowl a Los Angeles, e tutta la free agency, dedicata principalmente a rafforzare la linea offensiva per proteggere Joe Burrow, era andata in quella direzione. L’arrivo di tre nuovi uomini di linea più uno scelto al draft, sembravano le mosse giuste per fare un ulteriore salto di qualità nel comparto che si era rivelato essere l’anello debole del roster e cercare di sfruttare un gioco di corse che aveva un po’ latitato a causa soprattutto della mancanza di corridoi aperti dalla offensive line. La difesa, che era risultata ottima durante la passata stagione, veniva confermata pressoché in blocco così come tutto il coaching staff.

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…E COME È ANDATA

Sicuramente bene, perché arrivare per la prima volta nella storia della franchigia al secondo Championship consecutivo non è sicuramente un risultato da poco, ma certamente resta l’amaro in bocca per non essere riusciti a vincere il campionato.

Un inizio zoppicante in regular season a causa degli infortuni che non hanno permesso di effettuare un training camp estivo con la formazione al completo (l’appendicectomia di Burrow, i problemi alla schiena di Collins, ecc…), ha reso molto complicato il percorso ai playoff nonostante la striscia di 10 vittorie consecutive iniziata in week 9 che ha rappresentato la più lunga sequenza positiva della società.

Di sicuro rimarranno scolpiti nella memoria dei tifosi la corsa a perdifiato di Hubbard per 98 yard per conquistare il successo nel turno di Wild Card contro i Baltimore Ravens e la convincente vittoria sotto la neve di Buffalo contro i Bills.

COSA HA FUNZIONATO…

Quasi tutto. Il coaching staff ha sicuramente fatto un grosso miglioramento, con delle chiamate di Zach Taylor più convincenti, finalizzate a massimizzare i guadagni in funzione di quello che concedevano le difese avversarie. Il defensive coordinator, Lou Anarumo, è stato senza dubbio l’MVP della stagione, perché nonostante abbia patito alcuni infortuni importanti come quello del cornerback Awuzie o, per una parte di stagione, del nose tackle Reader, è sempre riuscito a garantire una grande solidità di reparto che all’occorrenza riusciva anche a piazzare il turnover decisivo quando serviva di più.

Il duo di linebacker Wilson-Pratt è stato uno dei più forti del campionato e in generale tutta la difesa si è dimostrata un vero muro invalicabile contro le corse, concedendo invece qualcosa di più sui passaggi e non brillando in quanto a sack realizzati, solo 30 in stagione. Il cornerback scelto al secondo giro, Cam Taylor-Britt, ha fatto vedere cose buone quando, nella seconda parte della stagione, ha conquistato il ruolo di titolare, principalmente grazie alle sue notevoli doti atletiche, anche se dovrà sgrezzarsi ancora molto dal punto di vista tattico. L’altro rookie in secondaria, Daxton Hill, scelto al primo giro, ha fatto un anno di gavetta dietro al duo titolare Bell-Bates, in modo da imparare i movimenti di un ruolo così complicato nella transizione dal college, nell’ottica di ricoprire il posto da titolare il prossimo anno quando verosimilmente Jessie Bates III si accaserà altrove.

L’attacco ha avuto un brutto inizio di stagione a causa dell’approssimativo stato di forma di alcuni giocatori chiave rientrati da vari infortuni, ma, non appena la linea offensiva ha trovato un po’ di amalgama, il gioco è decisamente migliorato, vedendo l’esplosione del back up running back Semaje Perine, che ha sostituito egregiamente Mixon quando infortunato e, in numerosi frangenti, è sembrato addirittura più consistente del titolare.

Il trio di ricevitori Chase-Higgins-Boyd si è dimostrato , come previsto, un bel grattacapo per le difese avversarie, anche se, rispetto alla scorsa stagione, si è dovuto accontentare di una media inferiore di yard per ricezione dovendo affrontare difese che non volevano in alcun modo concedere big play a Joe Burrow e limitandogli notevolmente i lanci profondi. In questo aspetto un miglioramento importante è stato l’inserimento del tight end Hayden Hurst, che, sebbene non abbia messo a segno statistiche strabilianti, si è rivelato un tassello fondamentale sempre pronto in ricezione nei momenti che più contavano.

La migliore alchimia del reparto e il grosso lavoro fatto in offseason dai coaching staff, ha portato la squadra a migliorare nella percentuale realizzativa in red zone dal ventitreesimo al settimo posto della lega. Se mai ce ne fosse stato bisogno Joe Burrow ha confermato di essere uno dei migliori QB della lega e, probabilmente, quello mentalmente più solido, capace di leggere le difese e giocare sulle loro debolezze prima ancora che sui punti di forza della sua squadra.

… E COSA NON  HA FUNZIONATO

La linea offensiva. Purtroppo l’assenza di profondità nel reparto ha costretto Cincinnati a giocare i playoff con una offensive line di valore simile a quella dello scorso anno, rendendo vani gli sforzi fatti in offseason per potenziarla. Anche al completo la linea offensiva non è riuscita a garantire però quella affidabilità che si auspicava nel running game, con un Mixon involuto anche se parzialmente compensato dal suo backup Perine. È comunque mancata la consistenza, quella certezza di poter prendere le 1-2 yard necessarie a chiudere i down; poi ci sono state ottime prestazioni, ma molto in funzione del valore dell’avversario affrontato. Rimanendo alla fase offensiva, il gioco di passaggio non ha potuto contare sui lanci lunghi, perché le difese erano quasi sempre schierate con due safety profonde per impedirli, ma Burrow è stato bravo a non intestardirsi alla ricerca dei big play, ma prendere ciò che gli veniva concesso dalla difesa.

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In difesa, nonostante il bilancio sia stato ampiamente positivo, sono mancati i sack; i Bengals sono finiti quart’ultimi in questa classifica, mentre sono arrivati sedicesimi come pressure, a dimostrazione di come a volte sia mancata solo un po’ di fortuna in questo fondamentale. Di sicuro deve essere un parametro oggetto di analisi ed eventuale implementazione per il prossimo anno.

Gli special team non hanno fatto vedere le cose migliori in questa stagione, con la sostituzione in corsa del punter veterano Huber con Chrisman, che se inizialmente aveva fatto ben sperare, non si è affermato con il prosieguo della stagione. Lo stesso kicker Evan McPherson, che da rookie si era dimostrato glaciale con i suoi calci decisivi nei playoff dello scorso anno, ha avuto una leggera involuzione nel suo rendimento, ma non tanto a livello statistico quanto come percezione d’infallibilità nelle aspettative dei tifosi.

E ADESSO?

Questa offseason sarà decisiva per le ambizioni di vittoria dei Cincinnati Bengals. Il rinnovo del contratto di Burrow, che è sicuramente la priorità della franchigia dell’Ohio, detterà a cascata gli impegni economici a disposizione della società, che ha già annunciato di voler spendere tutto il cap possibile per firmare più giocatori possibili dei propri free agent. Conoscendo il quarterback è verosimile che accetti un contratto in linea con gli altri due QB stellari della AFC: Mahomes e Allen, in modo da potersela giocare alla pari con loro, a costo di rinunciare a essere il più pagato nel ruolo. La safety Jessy Bates III è sicuramente destinata ad altri lidi e con lui probabilmente anche Germaine Pratt, il linebacker è stato autore di una stagione straordinaria, ma è verosimile che al suo rinnovo venga preferito quello dell’altro linebacker Wilson e del wide receiver Higgins, che è stato dichiarato essere un pezzo fondamentale dal de facto General Manager Duke Tobin.

Sostanzialmente la squadra rimarrà invariata nell’ossatura, con la speranza al draft di riuscire a pescare un paio di tasselli che possano fornire quella giusta profondità in alcuni ruoli che è mancata lo scorso anno, come i cornerback e la linea offensiva. La notizia più positiva per i Cincinnati Bengals è sicuramente quella di aver confermato tutto il coaching staff (HC, OC, DC e Special Team coach), diventando il quartetto di coach in carica più longevo di tutta la NFL, che si spera possa raggiungere al quinto anno insieme la vittoria nel Super Bowl.

Una frase che secondo me riassume perfettamente lo stato di determinazione e convinzione dei Cincinnati Bengals nel raggiungere il loro obiettivo è rappresentato dalla risposta di Joe Burrow ai giornalisti che gli chiedevano se fossero nel mezzo della finestra aperta per essere competitivi: Quella finestra durerà per la mia intera carriera.

Tutti gli avversari in NFL sono avvisati, chi vorrà vincere dovrà vedersela anche con i Cincinnati Bengals.

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Giorgio Prunotto

Appassionato da 30 anni di football americano e dei Cincinnati Bengals, stregato dal design del loro casco, dalle magie di Boomer Esiason e dalla Ickey Shuffle.

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