[NFL] Super Bowl LI: Dalla panchina degli Atlanta Falcons

Un sogno trasformatosi in un incubo, un lungo terribile incubo (sportivo si intende). Così sarà ricordato il Super Bowl numero 51 da giocatori e tifosi degli Atlanta Falcons che per due quarti di partita hanno pensato di aver sconfitto il terribile drago, i New England Patriots, salvo poi essere clamorosamente rimontati e sconfitti nei tempi supplementari.

Fiumi di parole verranno usati per commentare un k.o. maturato dopo aver avuto 25 punti di vantaggio ben oltre i due terzi di gara, e 19 punti con 10 minuti da giocare; un esercizio che servirà ad aumentare ulteriormente la frustrazione di tutto lo staff e dei tifosi del team della Georgia. E onestamente ha fatto quasi pena vedere il povero Arthur Blank, presidente dei Falcons e uno dei veri gentlemen della NFL, raggiante nel terzo quarto, quando si è probabilmente convinto che il suo team avesse ormai la gara in pugno, poi rabbuiarsi via via che la rimonta di New England prendeva corpo.

Arthur Blank Atlanta Falcons

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Per due quarti e mezzo in effetti i Falcons sono stati una vera macchina da football; 36 minuti in cui hanno demolito il team dato da quasi tutti gli addetti ai lavori come favorito, i cui giocatori non potevano credere a quello che stava succedendo. Dopo un primo quarto di studio, in cui comunque la difesa aveva messo la museruola al temibilissimo attacco dei Patriots, Atlanta era infatti esplosa nella seconda frazione con due segnature nel giro di quattro minuti, la prima su corsa di Freeman, la seconda su passaggio di Ryan a Hooper.

Poi, quando sembrava che l’attacco dei Patriots fosse vicinissimo a mettere i primi punti sul tabellone, arrivava un altro capolavoro, l’intercetto di Alford che anticipava Amendola e riportava la palla per 82 yard fino alla meta avversaria, per il primo “pick six”, intercetto riportato in meta, subito da Brady nei playoff. 

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New England riusciva allo scadere del primo tempo a mettere a segno un field goal, ma la gara rimaneva saldamente in mano ad Atlanta che a metà del terzo quarto colpiva nuovamente grazie ad una meta su ricezione di Coleman, con New England che a quel punto sembrava ormai pronta per la doccia.

Cosa a questo punto sia successo nelle menti di giocatori e coach dei Falcons, resterà uno dei misteri di questo Super Bowl. Eccesso di sicurezza? Paura di vincere? Peccato di inesperienza? Mancanza di flessibilità nel game plan ? Forse un po’ tutte queste cose, ma le statistiche da questo punto in poi sono impietose: 31 punti subiti in 27 minuti di football, 77 yard guadagnate e quasi 300 subite con in più un fumble perso che si rivelerà fatale, e 3 primi down conquistati con 0 su 4 ai terzi down.

Guardando le prestazioni individuali, quella del regista Matt Ryan, fresco di titolo come MVP della NFL, è stata notevole nella sua inutilità, nel senso che ad un rating assolutamente mostruoso, 144,1 corrispondevano 284 yard lanciate, bottino che in altre partite avrebbe probabilmente assicurato la vittoria, ma non contro il Tom Brady di domenica scorsa. Ryan è stato assolutamente perfetto nei lanci verso il centro del campo (8 su 8 per 138 yard e un TD), mentre sull’esterno ha avuto più di un problema con i passaggi medio-lunghi, avendo completato appena tre lanci sui sette tentati.

E’ anche interessante notare che le 284 yard sono state decisamente la peggior prestazione, se così si può dire, nei playoff 2017 per Ryan. Fra i suoi ricevitori, un Julio Jones in non perfette condizioni ha sì terminato con 87 yard ricevute, frutto di 4 palle catturate di cui almeno due veramente da funambolo, ma è stato meno dominante di quanto ci si potesse attendere. Molto bene ha fatto anche il velocista Gabriel (3 per 76), mentre quasi impalpabile è stata la prestazione di Sanu, autore di due sole ricezioni per 25 yard.

julio jones falcons

Il rushing game è stato quello che ha maggiormente risentito del clamoroso crollo dei Falcons: Freeman e Coleman hanno guadagnato nel primo tempo 86 yard (contro un team che in regular season di media ne concedeva 89 a partita), poi in tutta la seconda frazione di yard ne sono arrivate appena 22, contro una difesa che si è per altro aggiustata alla grande soprattutto contro le corse esterne. Dei due runner principali, Freeman è stato decisamente quello più efficace (11 corse per 75 yard e una meta più due ricezioni per 46) ma ha anche sulla coscienza il clamoroso “non blocco” che ha consentito a Hightower di placcare tutto solo Ryan causando il fumble poi recuperato da New England che ha reso concreta la possibilità della clamorosa rimonta.

Il reparto difensivo dei Falcons era uno degli elementi sotto scrutinio vista la giovane età media dei suoi componenti e la presenza di ben tre rookie fra gli starters, ma soprattutto nel primo tempo Freeney e compagni hanno retto benissimo, mettendo grande pressione su Brady e limitando il gioco sulla terra dei Patriots ad appena 35 yard grazie alla velocità e all’aggressività di molti suoi interpreti. Poi, nel secondo tempo, dopo aver costretto i Patriots ad un “three and out”, anche il reparto di coach Richard Smith è stato travolto dall’impressionante ritorno dei Patriots, con il secondario che è stato sezionato dall’ex regista di Michigan.

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A livello individuale, un po’ tutta la linea difensiva ha giocato una buona gara, da Jarrett, autore di ben tre sack, al rookie Hageman, ad Upshaw al veteranissimo Freeney autore anche lui di un sack, riuscendo a tenere sotto pressione Brady senza l’ausilio dei blitz mentre fra i linebacker c’è da segnalare la grande prova dell’altro rookie Deion Jones, autore di una serie di grandi giocate come lo strip su Blount che ha dato il là alla prima segnatura dei Falcons. Il resto dei linebacker ha invece faticato soprattutto nella copertura sul passaggio, fondamentale in cui la difesa non è riuscita a contenere il runner  James White che ha chiuso con 14 ricezioni per 110 yard e una meta.

blount fumble

Anche il secondario è partito bene ma nel momento in cui la pass rush ha perso di efficacia non è riuscito minimamente ad arginare il ritorno dei Patriots, e le 466 yard lanciate da Brady sono lì a dimostrarlo. Il cornerback Alford è stato il migliore fra i defensive backs, e non solo per l’intercetto, mentre un po’ tutto il  reparto ha faticato moltissimo a controllare i veloci receiver dei Patriots.

Parte del collasso difensivo è per altro forse anche spiegabile con la fatica che ad un certo punto ha iniziato a farsi sentire fra i Falcons: New England ha infatti giocato la bellezza di 88 azioni (79 se non si tiene conto dell’overtime) contro le appena 41 di Atlanta.  

Probabilmente è inevitabile che dopo una sconfitta ci sia il “processo” su alcune scelte, ma dopo che in regular season coach Kyle Shanahan aveva messo a ferro e fuoco le difese NFL, stavolta, quello che sarà il nuovo coach dei 49ers, ha preso alcune decisioni discutibili. Il peccato più evidente è stato quello di non aver colto che a metà del terzo quarto la gara fosse girata e il vento soffiasse forte dalla parte dei Patriots.

Così anziché cercare giocate un po’ conservative per far trascorrere il tempo cercando quei tre punti che avrebbero chiuso la gara, Shanahan ha continuato a tener il piede pigiato sull’acceleratore quando invece magari qualche corsa e alcuni passaggi corti sarebbero stati molto più efficaci e utili.

Due esempi sono emblematici: avanti di 16 con otto minuti e mezzo da giocare, su un terzo e 1 Ryan cercava un ricevitore in profondità con scarsa protezione, risultato: sack e fumble ricoperto da New England sulle 25 dei Falcons. Poi ancora, con 4:40 da giocare e otto punti di vantaggio, i Falcons approdavano, grazie ad una ricezione pazzesca di Jones, sulle 22 avversarie.

Un field goal qui avrebbe con ogni probabilità chiuso il discorso, invece dopo una corsa infruttifera di Freeman, Ryan tentava due passaggi: sul primo veniva sackato per -12, poi una penalità di Matthews portava Atlanta fuori dal raggio del kicker Bryant mentre sarebbero bastate due corse per tentare un calcio non certo impossibile e portare finalmente il primo titolo ad Atlanta.

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