[NFL] Divisional: a lezione da Kyle e Matt (Seattle Seahawks vs Atlanta Falcons 20-36)

Gli Atlanta Falcons ospitano i Seattle Seahawks per il primo Divisional della NFC. In una prova di forza tra attacco di casa e difesa ospite, la mente del loro coordinatore offensivo farà la differenza, riducendo la partita degli ‘Hawks a una rincorsa affannosa contro il tempo e lo spettro dell’attacco rossonero, che per ideazione ed esecuzione compirà un capolavoro.

Il primo possesso, di Seattle, ha un’incredibile varietà. Russell Wilson corre due volte con la palla, trova due volte Doug Baldwin – Cross route e screen – e lascia che Thomas Rawls evidenzi le falle della difesa di casa. Ne esce un drive estremamente equilibrato chiuso dal touchdown facile di Jimmy Graham e che consuma più di otto minuti sul cronometro.

Dall’altra parte vediamo Richard Sherman soffrire Julio Jones. Non tanto per le due ricezioni corte, che sono naturali per il modo di coprire il campo dei Seahawks, ma più perché su un secondo down ha timore di perderlo e commette holding. Proprio Jones realizza il 7-7.

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Nel frattempo è passato più di un quarto e il cronometro non si è nemmeno fermato una volta.

La durata dei drive si abbrevia. Wilson trova Paul Richardson per un grosso guadagno a seguito di un bel ritorno di Devin Hester. Un sack spezza l’incantesimo ed escono solo tre punti per il vantaggio di Seattle.

Ciò che succede di li a poco è ridicolo: Hester ritorna un punt per settanta yard, ma gli arbitri ributtano i Seahawks indietro per un holding poco chiaro; Wilson inciampa su Rees Odihambo, sostituto dell’infortunato Germain Ifedi, che inavvertitamente lo sgambetta e propizia la safety che riporta i Falcons a ridosso. Matt Bryant calcia poco dopo il 10-12 in una partita terribilmente coinvolgente.

Falcons che danno prima della fine del primo tempo dimostrazione della loro forza. Partendo dalla linea della yard, coprono 99 lunghezze e con Tevin Coleman realizzano il secondo touchdown della loro serata. Straordinario Matt Ryan: la difesa di Seattle sembra molto più lontana dai ricevitori avversari rispetto al solito, e concede al prodotto di Boston College molti completi. Ennesima dimostrazione della bravura di Kyle Shanahan, forse la più fulgida.

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Il canovaccio continua a inizio terzo quarto, con altri sette punti che arrivano con la corsa di Devonta Freeman. Ryan lancia sempre con tranquillità, Jones porta Sherman all’interno del campo creando spazio per sé stesso e gli altri ricevitori. L’impero dei Seahawks sta cadendo, e ad accorgersene sono loro per primi visto il nervosismo che serpeggia tra le fila degli uomini di Carroll.

Da li in poi si apre una fase di stallo della partita in cui al massimo ci si scambia qualche Field goal. Ciò fa il gioco dei Falcons, non interessati a spingere ulteriormente sull’acceleratore.

Ci vorrebbe un turnover, di quelli che la difesa di Seattle è solita creare, ma invece arriverà nel quarto quarto l’intercetto per Wilson: ormai spossato per la pressione ricevuta in tutta la stagione, il QB da Wisconsin sparacchia un pallone molle tra le braccia di Ricardo Allen, defensive back dei rossoneri.

Un’altra bella segnatura di Baldwin testimonia che Seattle non conosca la parola “arrendersi”. Ma resistere molto raramente significa vincere. Gli Atlanta Falcons vincono di sedici punti e tornano al Championship della NFC in modo meritato.

In questa offseason Pete Carroll avrà molto da fare: non si questiona la bontà della sua squadra, perché i Seahawks rimangono una dinastia. Ma Kyle Shanahan, nella notte di Atlanta, ha ben evidenziato i problemi di una delle migliori difese della storia: se i cornerback vengono portati fuori posizione, il gioco per via aerea può distruggere Seattle. Carroll ha sei mesi per trovare l’antidoto, perché immaginiamo tutti i coordinatori offensivi della NFL abbiano presi lunghi appunti sul modo in cui Matt Ryan ha surclassato i terribili Seattle Seahawks, scuotendo le fondamenta di un sistema di gioco difensivo che ha fatto la storia.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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