[NFL] Week 16: Ingram e Byrd spengono i sogni di gloria (Tampa Bay Buccaneers vs New Orleans Saints 24-31)

Nessun regalo sotto l’albero per i Tampa Bay Buccaneers che a causa del k.o. subito sabato in quel di New Orleans vedranno i playoff della NFL davanti alla TV per il nono anno consecutivo.

In realtà i ragazzi di Koetter non sono ancora matematicamente eliminati dalla post season, ma per accedervi nell’ultimo turno della NFL dovrebbero venir fuori risultati degni della più clamorosa congiunzione astrale, a partire dal pareggio fra Washington ed i New York Giants.

Intendiamoci, in caso di vittoria domenica contro Carolina, Tampa Bay chiuderà la stagione 2016 con un record positivo per la prima volta dal 2010, dunque la prima annata sotto coach Koetter è sicuramente positiva, ma dopo essere andati molto vicino alla conquista della post season, certamente un po’ di amaro in bocca resterà.

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Nonostante la vittoria, i Saints sono invece già ufficialmente fuori dai playoff; anzi, in realtà in vacanza gli uomini di Payton lo erano già prima dell’avvio della sfida con i Bucs, gentile omaggio della vittoria di Green Bay su Minnesota.

Brees e compagni hanno mostrato grande professionalità ed hanno giocato al 100% la sfida del Mercedes Benz, vendicando oltre a tutto il k.o. 16-11 subito contro i Buccaneers appena due settimane prima.

E se nella prima gara era finito sotto accusa l’attacco dei Saints, stavolta invece al reparto di coach Carmichael non si può rimproverare nulla, visto che alla fine i padroni di casa hanno guadagnato 422 yard e segnato 31 punti ad una difesa che nelle ultime 6 gare aveva concesso una media di 15 punti a partita.

Il grande merito dell’attacco dei Saints è stato quello di essere riuscito a mantenere un game plan decisamente bilanciato (alla fine saranno 34 i passaggi tentati e 31 le corse) essendo efficaci in entrambe le fasi del gioco. Brees è stato graziato in almeno un paio di occasioni dai defensive backs dei Bucs, ma ha chiuso 23 su 34 per 299 yard e una meta, mentre la coppia di runner Ingram e Hightower ha portato a casa 119 yard in ventisette portate.

Soprattutto il primo è stato decisivo, con uno stile di corsa decisamente fisico che ha messo in seria difficolta i linebacker ospiti. Ingram ha messo a segno due mete e, con 90 yard in 18 tentativi, ha mantenuto una media a portata in questo 2016 di 5,1, un dato che, se confermato anche dopo l’ultimo turno, costituirebbe il record per la franchigia della Louisiana, che andrebbe a migliorare il 5,0 fatto segnare da Chuck Muncie nell’ormai lontano 1979.

Fra i ricevitori altra grande prestazione del rookie Michael Thomas, autore di 6 ricezioni per 98 yard, statistiche che lo confermano come il n°1 fra gli esordienti per numero di ricezioni e yard guadagnate. A livello statistico buona gara anche di Cooks (5 ricezioni per 98 yard), anche se il numero 10 è colpevole per almeno un paio di drop piuttosto clamorosi ed ha faticato non poco ad entrare in partita.

In difesa l’mvp va sicuramente alla safety Byrd, autore di due intercetti decisivi, ma nel secondario dei Saints sono da sottolineare anche le prestazioni dell’altra safety Harper e del cornerback Webb. Il più temuto D-lineman dei Saints, Cameron Jordan, è stato invece ben contenuto dai Bucs per tre quarti, poi si è scatenato nella frazione conclusiva ed ha chiuso con un sack, un hit su Winston e due hurries. Nota di merito comunque anche per il tackle rookie Rankins, autore dell’altro sack di giornata, più 4 tackle e un hit su Winston.

I Buccaneers hanno avuto un pizzico di sfortuna, ma hanno dimostrato di non essere ancora pronti per accedere alla post season. La sfortuna è dovuta al fatto di aver dovuto giocare la gara più importante della stagione senza il runner titolare, Doug Martin, senza i due il tackle di destra, Dotson e la sua riserva Cherilus e senza l’end Gholston, e in più va aggiunto l’infortunio che durante la gara ha messo k.o. il forte tight end Brate.

jameis winston buccaneers

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Però… però il quarterback Winston ha mostrato ancora una volta i suoi limiti odierni con alcuni lanci fuori misura e due intercetti che portano in larga parte la sua firma. Il bottino statistico del regista col numero 3 non è male: 23 su 35 per 277 yard e due mete, e il buon Jameis sarà sicuramente il volto del futuro per la franchigia della Florida, ma la strada da fare è ancora molta.

Fra i bersagli di Winston, il receiver Mike Evans ha confermato di essere ormai nell’elite della NFL ed ha chiuso la gara con 7 ricezioni per 97 yard, con i Saints che non hanno trovato un modo per arginarlo. Con Brate fuori uso piuttosto presto, sono arrivate le buone prestazioni anche di Sims (4 ricezioni per 30 yard) e Shepard (3-61) anche se è mancata una presenza che potesse creare problemi in modo consistente al secondario dei Saints oltre ad Evans.

Con Martin out, la responsabilità del rushing game è quasi interamente ricaduta su Jacquizz Rodgers che ha giocato un buon match (15 portate per 63 yard e una meta) almeno finchè la gara non è diventata un festival aereo.

In difesa i Bucs che tanto bene avevano fatto contro Brees e soci appena 14 giorni prima, stavolta sono stati decisamente meno efficaci, e il reparto di coach Mike Smith divide equamente con l’attacco la paternità della sconfitta.

Il secondario, guidato da Grimes e dal rookie Hargreaves, ha alternato buone giocate a errori piuttosto grossolani, e in almeno due occasioni ha mancato intercetti che sembravano fatti. Il migliore del reparto è stato così la safety Tandy, atleta al quinto anno di NFL che in stagione ha “rubato” il posto da titolare a Chris Conte ed ha confermato di attraversare un ottimo momento di forma.

Fra i linebacker bene sia David che Alexander , con quest’ultimo che deve sicuramente essere più costante ma che ha dimostrato che avanti di questo passo può avere un grande futuro in entrambe le fasi del gioco. La linea è stata invece meno pungente del solito: l’assenza di Gholston si è fatta sentire ed il solo McCoy ha messo in difficoltà l’ottima linea offensiva dei Saints.             

E già dall’avvio della gara, anche se il primo drive terminava con un punt, i Saints facevano capire che la musica sarebbe stata diversa rispetto al primo incontro: due belle corse di Ingram e due passaggi di Brees consentivano a New Orleans di guadagnare 24 yard, ben più di quelle ottenute dai Saints nell’intero primo quarto della sfida di Tampa, anche se poi un sack di David favorito dall’ottima copertura del secondario, facevano deragliare il drive dei locali.

Sul rovesciamento di fronte Tampa non faceva meglio ed anche i Bucs erano costretti ad allontanare il pallone. New Orleans partiva allora dalle proprie 9 ma i Saints facevano viaggiare la palla alla grande chiudendo due down grazie alle corse di Hightower e Kuhn. Poi Brees pescava Cooks per 20 yard dopo un’ottima finta di play action, quindi arrivava la penalità di pass interference a Conte per altre 12.

Sulle 27 ospiti Brees serviva il tight end Fleener che veniva fermato sulle 6 dei Bucs e alla fine ci pensava Ingram a sfondare la difesa dei Bucs e segnare la prima meta della giornata. Il secondo quarto si apriva con due punt, infine anche gli ospiti iniziavano a macinare gioco: in un drive partito già sulle 39 dei Saints, Winston serviva Evans con un bel passaggio da 17 yard, poi due belle giocate difensive di Harper e Byrd costringevano i Bucs a giocarsi un terzo e 14, ma sul lancio di Winston, il rookie Bell veniva penalizzato per pass interference e i Bucs approdavano sulle 12 del team di casa.

ingram_mark saints

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Da qui Winston estraeva dal cappello a cilindro una gran giocata, un passaggio millimetrico in una finestra strettissima a Brate, che il tight end trasformava in 6 punti, poi diventati 7 grazie alla trasformazione di Aguayo.

Ancora la coppia Brees- Hightower era invece decisiva nel drive seguente di New Orleans, con i Saints che chiudevano tre down grazie ad altrettanti passaggi a Snead, Thomas e Cooks. Su un terzo e 3 sulle 24 ospiti, lo stesso Cooks non riusciva però a tenere un pallone invitante di Brees e i Saints andavano al field goal con Lutz che centrava i pali da 42 yard.

Un sack di Rankins ed un errore di misura di Winston su un long a Huff costringevano i Bucs al punt e sul rovesciamento di fronte New Orleans metteva altri punti sul tabellone. Ingram portava a casa 13 yard in due portate, poi tre passaggi di Brees fruttavano altre 43 yard. All’interno della red zone però la difesa di Tampa giocava alla grande ed arrivavano così un sack su Brees ed un placcaggio di Conte su Ingram per -2. Alla fine proprio allo scadere, era ancora il piede di Lutz a dare altri tre punti ai padroni di casa.

Il secondo tempo iniziava però nel peggiore dei modi per Tampa Bay: Huff pasticciava sul ritorno di kickoff e al secondo gioco Winston veniva intercettato da Byrd che riportava l’ovale fin sulle 14 dei Bucs. Da qui era sufficiente un solo gioco a Ingram per segnare la meta del 20-7.

Con quasi metà partita ancora da giocare Coach Koetter decideva di restare col rushing game ed i fatti gli davano ragione: dopo un primo bel passaggio di Winston a Rodgers per 12 yard, era lo stesso runner a chiudere un down di corsa. Quindi già nella metà camp dei Saints una portata ancora di Rodgers ed una di Sims fruttavano altre 23 yard. Una penalità della safety Bell portava gli ospiti sulle 4 dei Saints e Rodgers segnava facilmente il touchdown del 14-20.

Ma il riavvicinamento durava poco più di un paio di minuti: Brees trovava Cooks per 9 yard, poi con un passaggio corto imbeccava Thomas che sfruttava un placcaggio sbagliato dei Buccaneers e si involava per 46 yard, fermato all’ultimo da un grande intervento del linebacker Alexander. Ingram guadagnava poi 6 yard prima che Brees servisse una palla d’oro al runner Cadet che con una traiettoria slant eludeva facilmente la guardia della difesa ospite e riportava New Orleans a +14.

Stavolta i Bucs decidevano di replicare per via aerea, e Winston rispondeva presente nonostante nel frattempo Tampa Bay avesse perso per infortunio l’ottimo tight end Brate: due passaggi a Myers e uno a Sims erano sufficienti per chiudere il down nonostante due penalità fischiate alla guardia Marpet. Poi sulle 41 dei Bucs ancora Winston serviva Huff per 11 yard e Sims per 13.

Quindi su un primo e dieci dalle 37, la difesa dei Saints optava per mettere pressione su Winston ma l’ex Florida State rispondeva alla grande trovando direttamente in meta Evans autore di un’ottima, anche se un po’ sospetta, ricezione (gli arbitri fischiavano un fallo di pass interference al cornerback Moore ma dal replay sembrava più fallo di Evans che non di Moore).

Il terzo quarto si chiudeva poi con un altro long di Brees, stavolta a Cooks, per 42 yard e si apriva con una spettacolare ricezione in avvitamento del veteranissimo fullback Kuhn che portava i Saints sulle 11 dei Bucs. Due giochi dopo Ingram veniva punito per face mask ma i Saints sull’asse Brees-Thomas riuscivano a chiudere lo stesso il down sulle 7 avversarie.

Ad un passo dalla meta che avrebbe virtualmente chiuso la gara il drive di New Orleans andava in stallo per due ottimi interventi prima di Hargreaves e poi della safety Tandy e gli uomini di Payton dovevano accontentarsi del field goal. Ormai però i Bucs erano costretti ad affidarsi al passing game e sfruttando le traiettorie “a rientrare” dei suoi receiver Winston completava un passaggio a Shepard per 24 yard e due a Evans per altre 16.

Sulle 24 dei Saints però un Jordan fino a quel momento quasi inoperoso, metteva terra Winston che poi sul terzo e 14 scaricava su Shepard per evitare la pressione dei Saints ma veniva nuovamente intercettato da Byrd. Il drive seguente dei Saints era utile solo a far trascorrere un po’ di tempo e Tampa Bay recuperava la palla sotto di dieci con 4:36 da giocare.

Il drive della disperazione degli ospiti partiva nuovamente bene, poi tre incompleti di Winston costringevano i Bucs al field goal che Aguayo metteva fra i pali da 35 yard. I Saints iniziavano il loro drive al two minutes warning ma erano sufficienti a Ingram tre corse per chiudere il down e far scendere i titoli di coda sul match e sulla stagione delle due contendenti.

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