[NFL] Week 13: Vittoria contro tradizione (Detroit Lions vs New Orleans Saints 28-13)

Era dal 1974 che i Lions non vincevano, in trasferta, dopo il Thanksgiving. Per mettere fine a questa striscia lunga 42 anni non è servito il classico come back nell’ultimo periodo, marchio di fabbrica delle precedenti sette W stagionali, ma una difesa capace di tenere il miglior attacco della lega, quello dei Saints, sotto i 20 punti e le 400 yard.

Il 5/5 dell’ NFC player of the month, Matt Prater, e un Matt Stafford che sul gridiron del Super Dome si trova, negli ultimi anni, particolarmente a suo agio, hanno chiuso il cerchio e permesso a Detroit di mantenere la testa della NFC NORTH.

I primi 20 minuti effettivi di football vedono in campo solo Detroit che nei primi due possessi riesce a muovere senza particolari difficoltà lo sferoide colpendo prima con Prater e poi con la facile ricezione di Theo Riddik per il TD del 10-0. Il primo big play offensivo dei Saint arriva con 8 minuti sul cronometro del 2/4, quando una toss di Ingram si trasforma in 21 yard di guadagno che apparecchiano la tavola per il FG di Luz che vale i primi tre punti della partita per i padroni di casa.

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Detroit risponde subito con un drive lunghissimo: Ebron, fino a quel momento poco cercato, si mette in luce con tre catch consecutive che portano ancora una volta i Lions in redzone, Prater mette i 3 punti del nuovo +10 lasciando 56 secondi sul cronometro della partita.

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Dopo il nulla assoluto Brees trova finalmente sul profondo Cooks per un guadagno di 39 yard sufficiente ai Saints per mandare in campo Luz, prima che il tempo si esaurisca, e mettere a segno il secondo FG di giornata per il 13-6 con cui si va negli spogliatoi.

Detroit, in apertura di terzo quarto, converte un 3&16 grazie ad una bella catch di Jones che tiene in vita il drive che si concluderà con il terzo FG di giornata di Prater. Nola prova a rispondere, prende un primo down ma nel tentativo di convertire un 3&5 sulle proprie 35 restituisce il possesso agli ospiti con il pick off di Quinn, bravo a leggere le intenzioni di Brees e a chiudere su Snead.

Nonostante il drive degli ospiti inizi in territorio avversario il copione si ripete e coì ancora una vollta sul gridiron si presenta Prater per il 19-6 con 1:42 da giocare nel terzo quarto.

I Saints hanno finalmente una reazione, Brees trova prima Fleener e poi due volte il rookie Michael Thomas, Cooks regala ai suoi il 1&goal e Kuhn varca la endzone per il primo td di giornata dei padroni di casa che riapre i giochi quando c’è sostanzialmente ancora tutto l’ultimo periodo da giocare.

Per la seconda volta nella partita però, nel tentativo di convertire un 3&long, i Lions riescono a sorprendere la D, piuttosto distratta dei Saints, con Tate che dopo la ricezione non si accontenta di chiudere il down ma guadagna 66 yard per il TD che riporta a due possessi di distanza le squadre. Dopo un 3&out dei Saints, e l’ennesimo FG di Prater, Brees lancia il secondo INT di giornata che, con 5 minuti sul cronometro, equivale alla resa del team di Sean Payton.

Gli ultimi minuti servirebbero unicamente a tenere in vita la striscia di 60 partite con almeno un TD lanciato dall’ ex Perdue ma, sull’ultimo tentativo della partita, arriva il terzo INT che chiude la striscia di Brees e mette fine alle speranze di post season di New Orleans.

Detroit continua la sua marcia verso un titolo divisionale francamente poco pronosticabile ad inizio season, azzerando uno dei migliori attacchi della lega grazie ad una difesa che, settimana dopo settimana, si sta imponendo come una delle più efficaci della lega ed un attacco che pur non brillando riesce a muovere la catena con costanza e può contare su uno dei kicker più affidabili della lega (26/29 per Prater in stagione, primo K dal 2003 ha chiudere una partita con 5 FG).

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Nonostante entrassero con il 61% di redzone efficiency le ultime due partite hanno sottolineato come a quest’attacco manchi una vera redzone threat, un giocatore in grado di dominare quando si entra nelle ultime 20 yard di campo, indispensabile se si vuole avere un futuro nei po. La difesa, in questo momento, sta coprendo le difficoltà offensive ma per il definitivo salto di qualità i Lions devono trovare il modo di essere più efficaci quando il campo s’accorcia.

Nola, per restare fedeli ad una stagione caratterizzata da alti e bassi, perde una partita che doveva assolutamente vincere fornendo, per tre quarti, una delle peggiori prestazioni offensive della stagione se non nelle statistiche scuramente nella sostanza.

Gli zero td lanciati da Brees per la prima volta da 60 partite e i soli 13 punti messi a tabellone sono la perfetta sintesi di un attacco che non ha trovato quel minimo di continuità per provare a vincere una partita che la difesa, non certo il pezzo forte in casa Saints, aveva comunque tenuto in equilibrio, almeno fino al big play di Tate che ha chiuso ogni discorso. La stagione del team della big easy finisce probabilmente qui.

Nelle ultime quattro partite New Orleans ha vinto solo in casa contro i Rams e, nonostante ci siano a disposizione ancora tre incontri intra-divisionali, due con i Bucs e l’ultima di RS ad Atlanta, sembra improbabile che Nola  possa riuscire nell’impresa di risalire la division e staccare il pass per la post season.

Detroit, nella prossima week, avrà l’opportunità di proseguire la striscia di W dovendo ospitare una delle peggiori squadre della lega (Bears) mentre New Orleans sarà di scena a Tampa, fresca leader divisionale dopo la vittoria sui Bolt.

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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