[CFL] Grey Cup: Sorprendente Ottawa

 

Contro tutti i pronostici i Redblacks piegano gli invincibili Stampeders e conquistano la 104° Grey Cup

E’ una pagina della storia della CFL, quella che è stata scritta domenica 27 novembre al BMO Stadium di Toronto, davanti a 33.421 spettatori. Circa duemila posti a sedere erano rimasti vuoti, un risultato deludente per una finale di campionato. Le condizioni meteorologiche, tempo asciutto e temperature accettabili, non giustificavano tante defezioni.

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Ma il problema della 104a Grey Cup è lo stesso che ha afflitto tutto il campionato. La netta supremazia degli Stampeders non ha mai lasciato spazio a imprevisti. La squadra di Calgary ha concluso la regular season con un eccellente 15-2-1. La prima delle due sconfitte fu un errore isolato di inizio stagione, mentre la seconda scaturì da una scelta cautelativa.

Con il primo posto nella West Division già conquistato, l’head coach Dave Dickenson decise di mandare in campo le riserve, per i tenere i titolari al riparo dagli infortuni, in vista degli imminenti playoff. Ne approfittò Montreal per portarsi a casa una vittoria insperata. Ma la strategia della prudenza diede i suoi frutti nella finale di divisone, quando gli Stampeders, forti e riposati, travolsero i B.C. Lions, umiliandoli con un pesante 15-42.

La franchigia degli Ottawa Redblacks, che ha visto la luce solo tre anni fa, nel 2016 non è riuscita a replicare i grandi successi della sua seconda stagione di vita. Anche quest’anno i Redblacks concludono la regular season in testa alla East Division, ma con il record negativo di 8-9-1. Le sconfitte derivarono soprattutto dalla superiorità delle rivali dell’ovest, mentre la vittoria di divisione è piuttosto il frutto della debolezza delle concorrenti dell’est.

Gli esperti attribuivano a Calgary oltre l’80% di probabilità di aggiudicarsi la 104° Grey Cup. La finale si annunciava perciò come un confronto senza storia. Ci si augurava che i Redblacks riuscissero almeno a “combattere”, per evitare di assistere ad un’altra disfatta,  come era accaduto la settimana prima ai danni dei malcapitati Lions.

Come se non bastasse, qualche ora prima del kickoff, il QB quarantunenne Henry Burris lamenta un dolore a un ginocchio, che gli impedisce di distendere la gamba. Anche se le previsioni dicono che lo attende una sconfitta, la 104a Grey Cup per lui rappresenterebbe almeno un importante primato anagrafico. Diventerebbe il QB più vecchio ad avere mai disputato una finale del campionato canadese e forse di tutta la storia del pro football mondiale.

Ma soprattutto Henry Burris ha voglia di scendere in campo e raccogliere la sfida; il numero 1 di Ottawa non ha mai creduto ai pronostici che gli prospettano una vittoria irraggiungibile. Un po’ di fisioterapia e di analgesici mettono il “vecchio” quarterback in grado di provarci; la sua eccellente riserva, il trentenne Trevor Harris, è pronto a subentrare, qualora fosse necessario.

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Dall’altro lato gli Stampeders allineano l’indiscusso Most Outstanding Player 2016, il quarterback 26enne Bo Levi Mitchell. Davanti a lui si schiera la più forte O-line della lega; alle sue spalle, Jerome Messam si è qualificato come il miglior runningback della stagione. Insieme allo staff di ricevitori, tra i quali spiccano DaVaris Daniels e Marquay McDaniel, l’attacco di Calgary rappresenta quella macchina da guerra che le difese avversarie finora non sono state capaci di arrestare. La difesa Stampeders, da parte sua, negli ultimi sei incontri ha concesso agli avversari una media di soli 15 punti.

Forti, praticamente imbattibili e sostanzialmente antipatici, come ogni squadra che monopolizza un campionato, questi sono gli Stampeders che si apprestano a schiacciare i Redblacks nell’ultima partita dell’anno.

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Il primo drive spetta a Calgary; ma un knockdown del DB Forrest Hightower, che per tutta la durata dell’incontro sarà una formidabile spina nel fianco per i vincitori della West Division, li costringe a lasciare presto il campo.

Subentra l’attacco di Ottawa e conclude il primo drive con un touchdown, messo a segno dallo stesso Burris con un QB sneaker.
La replica dei fortissimi Stampeders non si fa attendere; pareggiano al drive immediatamente successivo, con un touchdown del runningback Jerome Messam.

Prima dell’intervallo i Redblacks riescono a mettere a segno ancora due field goal e un touchdown; nulla di fatto invece per i favoriti Stampeders, che devono accontentarsi di tornare negli spogliatoi con un passivo di 13 punti, sul risultato di 20-7.

Travon Van (3) and Glenn Love (36) during the 104th Grey Cup game at BMO Field in Toronto, ON. Sunday, November 27, 2016. (Photo: Johany Jutras)

Sono ancora i Redblacks ad inaugurare il terzo quarto con un touchdown e si portano nettamente in vantaggio 27-7.
Da questo momento in avanti saranno gli Stampeders a dominare il confronto. Non sarà la rimonta furiosa tentata la scorsa settimana dagli Edmonton Eskimos contro i padroni di casa nella capitale Canadese.

Sarà invece una rimonta calcolata, soppesata e strategica, guidata da Bo Levi Mitchell, che finalmente ritrova quelle doti di lucidità e precisione che hanno fatto di lui il miglior giocatore del 2016. Il ricevitore Marquay McDaniels ha dovuto lasciare il campo per un infortunio alla spalla; ma anche senza il suo bersaglio preferito, il giovane quarterback di Calgary conduce i suoi verso un field goal e due touchdown, fino ad accorciare le distanze a 23-27 all’inizio dell’ultimo quarto.

Bo Levi Mitchell (19) before the 104th Grey Cup game at BMO Field in Toronto, ON. Sunday, November 27, 2016. (Photo: Johany Jutras)

Ma pochi minuti più tardi l’attacco di Ottawa, guidato dal sempre eccellente Burris, raggiunge la redzone, dove lo stesso quarterback segna il quarto touchdown rosso nero. Fallisce la conversione e il punteggio si porta 23-33 per gli sfavoriti Redblacks.

Con questo risultato inizia il 3 minute warning. Calgary torna in attacco, dopo avere costretto Ottawa ad un 2 and out (mi permetto sempre di ricordare che nel football canadese i down disponibili sono 3 e non 4).

Si porta fino alle 19 yard avversarie, fallisce la conversione del 2° down e, doverosamente, prova a giocare anche il terzo. Sul 3 and 2 Mitchell depone la palla nelle mani del WR 23enne Daniels. Il Rookie of the Year dimostra di meritare il titolo, eludendo abilmente la difesa avversaria fino ad entrare in endzone.

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Mancano 98 secondi e sul punteggio di 30-33 gli Stampeders si apprestano a completare la rimonta.
Tentano con successo l’onside kick e restano in attacco.

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Si portano rapidamente fino alle 21 yard di Ottawa; da qui Mitchell lancia per Jorden, che non ha nessun difensore davanti a sé. Il cornerback Abdul Kanneh, probabilmente il migliore della lega, decide allora di commettere deliberatamente una pass interference, pur di evitare un sicuro touchdown.

Afferra Jorden per la maglia e gli impedisce la ricezione. Gli arbitri ravvisano l’infrazione e concedono agli Stampeders di avanzare fino alle 8 yard avversarie. Qui la difesa di Ottawa riesce a fermare la corsa del runningback Messam a 2 yard dalla goal line.

Il coach staff di Calgary manda in campo il quarterback Andrew Buckley, specializzato nelle azioni di corto raggio. Ha già messo a segno un touchdown in questo modo e in passato si è sempre dimostrato infallibile in questo genere di azioni. Infatti raccoglie la palla, raggira il fronte dei difensori avversari, esce allo scoperto sulla destra e sembra non avere più ostacoli tra sé e la endzone.

Ma in questo istante ancora il CB Abdul Kanneh trova un varco, si tuffa, agguanta il piede di Buckley e lo costringe a cadere.
Gli Stampeders rimediano il field goal del pareggio, che manda le due contendenti all’overtime.

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Il primo dei due tempi supplementari spetta all’attacco di Ottawa. Burris e gli altri tornano in campo. Con un lancio e due corse di Lafrance si portano a 18 yard dalla goal line; Burris lancia per Ernest Jackson che afferra ed entra in endzone. Fallisce l’obbligatoria conversione da due punti e il punteggio si ferma 33-39.

Tocca a Bo Levi Mitchell e al formidabile attacco di Calgary. Ma ancora una volta è la difesa di Ottawa a dominare, costringendoli a tre incompleti successivi, con i quali si conclude la partita.

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Il cornerback Abdul Kanneh, autore dell’ultimo decisivo placcaggio “al laccio delle scarpe” di Buckley, commenterà:

“A lot of people have been thinking ‘Oh, Calgary is going to come in here and stomp on us’. But we came in and stampeded the Stampeders.”

Traduco solo l’ultima frase, che purtroppo in italiano non conserva l’assonanza: “siamo arrivati qui e abbiamo gettato nello scompiglio gli Stampeders”. “Stampeders” significa coloro che provocano lo scompiglio.

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Meritatamente Henry Burris viene nominato Most Valuable Player, a coronamento di una carriera ormai quasi ventennale, che ha conosciuto alti e bassi, grandi successi e momenti di difficoltà. Il pivot americano esordì nella CFL nel 1997, come riserva proprio di Dave Dickenson, all’epoca quarterback dei Calgary Stampeders.

Dopo un brillante anno da titolare con i Saskatchewan, i successi ottenuti indussero la NFL a richiamarlo a sud. Il 2001 lo vide schierato con i Green Bay Packers e il successivo 2002 con i Chicago Bears. Nel 2003 fu spedito a Berlino nella NFL Europe. Burris non gradì quel decentramento e decise spontaneamente di lasciare la lega americana per tornare in Canada.

Dopo un biennio con i Roughriders, tornò a Calgary, dove guidò gli Stampeders al conseguimento della Grey Cup nel 2008. Nel 2012 fu licenziato da John Hufnaghel, all’epoca HC ed ora GM, che lo giudicò ormai a fine carriera. Lo recuperarono gli Hamilton Tiger-Cats, per licenziarlo a loro volta nel giro di un paio di anni, per fare posto al più giovane Zach Collaros.

La neonata franchigia di Ottawa decise di dare ancora fiducia al vecchio quarterback e nel 2015 lo confermò, nonostante gli insuccessi del primo, difficile anno di rodaggio. L’anno scorso Henry Burris fu nominato MOP, vinse con Ottawa la East Division e approdò alla 103a Grey Cup, dove la giovane squadra si arrese agli Edmonton Eskimos.

Qualche commentatore afferma che la prestazione di Burris di domenica scorsa è stata una delle migliori della storia ultracentenaria del massimo trofeo di football canadese. Certamente Henry Burris a 41 anni si aggiudica un importante primato anagrafico; diventa il quarterback più vecchio ad avere mai vinto una finale di pro football, superando di ben due anni il record del grande Peyton Manning.

Credo sia un risultato destinato a durare anni. L’unico QB che potrebbe insidiare nel breve periodo il primato di Henry Burris è… Henry Burris, se vincerà la Grey Cup nel 2017.
D’altronde non ha mai detto di avere intenzione di ritirarsi.

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La partita, molto emozionante e spettacolare, è già disponibile su Youtube.

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Isabella Rampini

Ha scoperto il football quando cercava uno sport in cui ambientare il suo primo romanzo ufficiale, “Una stagione in provincia”. Da allora non ha più smesso di seguirlo. Avendo una passione insensata per i vice e i numeri due, ama la Canadian Football League ancora più che la NFL.

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