[NFL] Week 12: Prater centra i pali (Minnesota Vikings vs Detroit Lions 13-16)

Se non c’è rimonta, non c’è vittoria.

Potrebbe essere questo uno dei titoli della folle stagione dei Detroit Lions che hanno visto arrivare tutte le proprie 7 W stagionali con altrettanti comeback nell’ultimo periodo. Contro i Vikings è servito il solito piede fatato di Matt Prater, una delle poche garanzie ancora esistenti nel ruolo, e l’intercetto di “big play Slay” per  condannare Minnesota alla 5 sconfitta in 6 gare dopo la partenza a razzo che sembrava poter dar sostanza alle ambizioni di Super Bowl del team di Mike Zimmer.

I Lions partono bene, Stafford orchestra un drive perfetto ed i primi 7 punti arrivano dalla catch di Anaquan Boldin, risorto nella Motor City dopo gli anni complessi con Kaep. La risposta di Minnesota non si fa attendere, Bradford imita il collega e porta agevolmente i suoi sulle 20 dove però iniziano i problemi.

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Ansah elude agevolmente la pressione, colpisce Bradford che perde il controllo dello sferoide ricoperto da Minnie.Gli arbitri vanno a rivedere e danno incompleto e palla agli ospiti.

Il gioco successivo è una slant in per Treadwell, alla prima da starter in contumacia Diggs: il #11 ha una ricezione difficoltosa, la palla s’impenna e viene intercettata da Quin che la riporta per 71 yards. Altra flag, e altro regalo per gli ospiti, che si vedono riassegnato lo sferoide per una PI. Zimmer capisce la situazione, vira sul conservativo, e si porta a casa i 7 punti con la iso di Asiata.

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Dopo un giro di drive inconcludenti sono nuovamente i padroni di casa a colpire con un possesso lampo che, nella sostanza, inizia e finisce con la catch da 41 yard di Golden Tate seguita dai 3 punti di Prater che portano il risultato sul 10-7. Ci sarebbero ancora oltre 6 minuti sul cronometro del primo tempo ma l’attacco in difficoltà degli ospiti e qualche imprecisione di troppo di Stafford fanno stallare partita e punteggio.

Il terzo periodo continua a mostrare i limiti offensivi delle due squadre, che non riescono a mettere assieme due giochi positivi consecutivi, ma restituisce comunque speranze ai Vikings che  grazie a due big-play, uno screen pass sulla destra per McKinnon che si trasforma in un guadagno di 41 ed un end around di Patterson decisivo per portare la propria offense in raggio da FG, prima impattano e poi, a 12:45 dal termine della sfida, vanno a condurre.

Detroit, ormai a secco da due periodi e mezzo, avrebbe tutto il tempo del mondo per rientrare in partita ma il persistere dei problemi di accuracy giornaliera di Stafford complicano l’assunto e così, quando mancano poco più di 5 minuti al termine, Detroit è ancora sotto, costretta ad iniziare il drive dalle proprie 2 yard.

Dopo aver portato fuori dalle sabbie mobili l’attacco Il signal caller # 9 converte un importate 3&3 andando a cercare le mani sicure di Boldin per un guadagno di 29 yard. Il tempo però passa e al 2MW i Lions sono ancora fuori dalla redzone avversaria. I Lions, che si trova ad affrontare un 2&1 dalle 29, hanno due tentativi per chiudere il down ma l’incompleto per Jones e la bella giocata di Kendriks costringono Detroit a mandare ancora una volta in campo Prater: game tied a 1:45 dal termine.

Per Minnesota resta un ultimo tentativo per evitare l’OT:  Bradford, abbastanza comodo nel trovare sulle out i propri WR lungo tutta la partica va in automatico e viene intercettato da Slay che ringrazie e dà la possibilità al suo K di aggiornare l’incredibile 25/25 nei calci decisivi nel 4/4 che, in questa occasione, vale la leadership solitaria della NFC NORTH.

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Minnesota, che aveva un invidiabile 5-1 nei thanksgiving game prima dell’ ultima sfida, perde partita e leadership divisionale nel modo peggiore possibile, con uno dei rari intercetti di questa stagione del proprio QB, in un momento in cui, nonostante tutto, aveva il destino della partita nelle proprie mani. Dopo l’abbaglio di inizio RS, dove Minnesota trovava risposte ad ogni difficoltà ora i limiti, soprattutto offensivi, son evidenti e conosciuti da tutti.

Oggi più che mai Bradford avrebbe bisogno, oltre che di tutti i suoi WR sani, di quel gioco di corsa che Peterson avrebbe garantito a prescindere e che Mc Kinnone e Asiata non riescono a supportare. La difesa, pur con tutti i pregi, non può fare anche i punti che l’attacco non produce e così si fa sempre più concreto il rischi di copiare quei Saints del 93 partiti 5-0 e puoi fuori dalla post-season con un record di 8-8.

Detroit, quasi senza che nessuno se ne rendesse conto, ha completato la settima vittoria in rimonta della stagione, buona per guardare tutti dall’ alto al basso nella NFC NORTH. Le crisi di Green Bay e Minni, tralasciano il caso patologico che sono i Bears, hanno sicuramente agevolato la scalata ma, a questo punto della stagione, non si può non dare il giusto merito ad un team che ha avuto l’abilità e la forza di rimontare e ribaltare così spesso i risultati nelle ultime frazioni di gioco, vera dimostrazione di un team ben allenato che spinge in unica direzione.

Come per Minnesota forse aiuterebbe un running game più consistente, che avrebbe il pregio di togliere un po’ di pressione a Stafford e aprire maggiori spazi al trio Jone-Boldin-Tate che comunque sta facendo bene. E se ci fosse stato ancora Megatron?

Nel prossimo turno saranno i Vikings a provare ad arrestare la striscia di vittorie dei Cowboys mentre i Lions voleranno nella Big Easy per cercare di mantenere la vetta solitaria

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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