NFL Preview 2016: Tampa Bay Buccaneers

Quella che si accinge a terminare è stata una controversa offseason per i Buccaneers. Le straordinarie potenzialità mostrate da Jameis Winston nell’anno da rookie valgono un occhio di riguardo sempre puntato verso il futuro della franchigia, che però, stranamente, nel modellare la propria versione per il 2016, ha guardato con troppa fiducia a giocatori la cui carriera è in calando.

Con una schedule tra le più difficili per la prossima regular season in NFL, basandosi sull’anno passato (139-117), ecco che il salto di qualità atteso dai tifosi Buccaneers negli otto anni consecutivi senza playoff potrebbe dover attendere ancora.

Rialzarsi dopo il 2-14 di due anni fa non era semplice, ma, con un attacco rivitalizzato da Winston, le vittorie sono salite a sei. Il fatto di non essersi potenziati a dovere, però, è una grave pecca in un’estate comunque ricca di potenziali innesti di qualità.

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Il Draft, poi, dopo un paio di scelte di straordinaria fattura, ha subito un crollo con l’arrivo del kicker Robert Aguayo alla numero 59, per altro con una trade-up per ottenerlo. Da lì in avanti la qualità delle scelte si è abbassata di colpo, nonostante ci fossero tanti prospetti interessanti ancora in gioco.

OFFENSE

Non è facile sopportare la pressione mentale e mediatica della prima scelta assoluta, ma Winston ci è riuscito alla grande. Raggiungere e superare le 4.000 yard, pur con una percentuale di completi del 58%, e mantenere ben in positivo lo score tra touchdown pass ed intercetti (22-15) possono considerarsi come ottime statistiche per l’anno d’esordio nella Lega.

Jameis winston Buccaneers

Aggiungendo 6 touchdown in 54 portate, per altro. La conferma di Mike Evans oltre le 1.000 yard, arrivando a 1.206, è importante, ma i touchdown sono scesi da 12 a 3 e questo è un dato che richiede attenzione.

Il parco ricevitori non ha subito alcun cambiamento, nonostante abbiano pesato i problemi fisici vissuti da Vincent Jackson e Austin Seferian-Jenkins l’anno passato. Era fondamentale trattenere Doug Martin, autore di 1.402 yard e 6 touchdown nella scorsa regular season, ed il contratto da 5 anni per quasi 36 milioni di dollari complessivi è un gioco di prestigio della dirigenza dei Bucs.

Altrettanto proprio non si può dire dei 32 milioni di dollari abbondanti per cinque anni, compresa una prima annata da 9.5 garantiti, sborsati per la guardia J.R. Sweezy, in arrivo dai Seahawks. Il ritiro di Logan Mankins ha lasciato un vuoto che andava riempito, ma l’investimento su Sweezy è un grande azzardo per la 66° guardia per rendimento l’anno passato.

Nel complesso il reparto è senz’altro ricco di atletismo e talento, ma il downgrade nell’offensive line, già imperfetta di suo, ed il mancato potenziamento dell’arsenale a disposizione di Winston non aiutano a rendere la votazione complessiva più alta.

DEFENSE

La qualità complessiva nel reparto non manca di certo, considerando la presenza dell’eccellente Lavonte Davis, 147 tackle, 3 sack, 7 tackle for loss, 13 pass deflected e 3 intercetti in un’annata straordinaria, della sorpresa Kwon Alexander, esploso dalla 124° scelta nel Draft a ben 93 tackle, 3 sack, 7 tackle for loss, 9 pass deflected e 2 intercetti, oltre che della certezza Gerald McCoy, capace di 8.5 sack.

Kwon-Alexander-Buccaneers

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Alla ricerca di pass rusher, dalla free agency Tampa Bay ha raccolto la gemma Robert Ayers, con un accordo triennale per appena 19 milioni di dollari. Il linebacker Daryl Smith, invece, reduce da una discreta stagione negli sfortunati Ravens, è entrato in fase calante, dopo 12 anni di onorata carriera.

La secondaria avrebbe necessitato di un’infusione di talento, ma l’aggiunta del 33enne cornerback Brent Grimes con un biennale da quasi 14 milioni di dollari non sembra l’idea migliore. L’ex Dolphins ha chiuso il 2015 con un 103.2 di quarterback rating lasciato agli avversari trovati di front e sembra ormai aver già mostrato il proprio meglio.

Fortuna che dal lato opposto, è arrivato Vernon Hargreaves, 11° scelta allo scorso Draft. Il ragazzo ha abilità eccezionali nei movimenti e lavora benissimo con il pallone in aria. Noah Spence, defensive end scelto alla numero 39, potrebbe essere una steal, essendo tra i migliori pass-rusher del lotto, anche se non eccellente contro i runningback a lui opposti.

I nomi e la qualità per far bene non mancano, ma i Buccaneers vivono in un equilibrio di cristallo che potrebbe rompersi da un momento all’altro.

COACHING STAFF

Salutato Lovie Smith dopo un deleterio 8-24 in due stagioni, ecco Dirk Koetter, offensive coordinator nel 2015, a prendere il suo posto. La sua esperienza da capo allenatore si limita a Boise State ed Arizona State, dove ha deluso le attese. Il grande lavoro svolto con Winston gli è valso la promozione, ma non è una scelta in scioltezza, anzi, i dubbi permangono numerosi.

Dirk Koetter buccaneers

L’arrivo di Mike Smith alla carica di defensive coordinator dei Buccaneers è senza dubbio una scelta di valore. Il 67-50 in carriera da head coach dei Falcons, pur avendo fallito chance importanti di fare la storia, è un ottimo score, ma soprattutto Smith ha convinto moltissimo da DC dei Jaguars tra il 2003 ed il 2007.

Todd Monken, nuovo offensive coordinator, arriva da un 13-25 da head coach a Southern Miss, dopo averla rivitalizzata da uno 0-12 nella stagione precedente, ma in NFL ha esperienza soltanto da coach dei wide receiver a Jacksonville. Una scommessa che potrebbe portare a grandi risultati, se vincente.

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I nostri voti

Offense - 6.5
Defense - 6.5
Coaching Staff - 6

6.3

Un coaching staff tutto nuovo a guidare un gruppo di manigoldi in cerca di gloria, in una città che da troppo tempo soffre per il football. Playoff obiettivo utopico, un record ancor più vicino alla normalità forse un po' meno.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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