[NFL] Jadeveon Clowney: l’anno della verità
Poco più di due anni fa, Jadeveon Clowney era l’uomo più atteso nel National Football League. Grazie a tre anni da dominatore assoluto ai South Carolina Gamecocks, gli Houston Texans decisero di farne la prima scelta assoluta al draft 2014.
Il tempo è passato in fretta da quella notte di New York e per l’ex prodigio NCAA, la vita in NFL si è rivelato molto dura. Un primo anno da ombra, guardando più football alla televisione che in campo, e un secondo anno anonimo, che non ha attirato l’interesse e le attenzioni nazionali riservate solitamente ad una ex prima scelta.
Eppure lo scorso anno è stato positivo per Clowney, ma lo è stato in maniera differente da quella che tanti prospettavano. 4.5 sack, 6 passaggi deviati, un fumble forzato e 40 tackle sono numeri buoni per un giocatore nella media, tuttalpiù per un onesto titolare.
Aiutandoci con i dati di Pro Football Focus, scopriamo come Clowney, in 300 snap difensivi, abbia portato pressione al quarterback solo nel 7.9% dei casi, un numero esiguo, se consideriamo che il compito principale richiesto dal suo ruolo di outside linebacker nello schieramento 3-4 di Houston è proprio quello di rushare il quarterback.
Nel 94.9% degli snap che conducono ad un lancio avversario, il suo obbiettivo era quello di mandare a terra il quarterback, ma la percentuale con cui ha avuto successo dimostra, inconfutabilmente che, in questo aspetto del gioco, Clowney ha fallito. Da dove nasce dunque l’ottimismo nei confronti del #90 dei Texans?
Da una serie di quattro gare disputate verso la fine della stagione, un momento nel quale Clowney è apparso decisamente più in forma, più scattante e più incisivo, segno che i costanti problemi fisici che ne hanno minato l’integrità fossero ormai alle spalle.
Durante la passata stagione ha compensato le mancanze in pass rushing con solide prove nella run stopping, imponendosi come uno dei migliori specialisti nel suo ruolo. Inoltre Romeo Crannel, defensive coordinator di Houston, ha studiato per Clowney un piano gara su misura che gli permette di sfruttare al meglio la sua grande accelerazione.
Sapendo di avere in J.J. Watt, una macchina da sack virtualmente inarrestabile nell’uno contro uno, Crennel ha spinto l’ex Gamecoks ad agire come un missile contro il tackle sinistro avversario, per far collassare la tasca a destra e mandare il quarterback in bocca a Watt.
Clowney sta migliorando moltissimo nell’utilizzo della mani e riesce a creare molto più spazio tra lui e il tackle. Grazie al bruciante primo passo riesce a portarsi in posizione dominante sul lineman e crea centimetri che diventano incolmabili per il suo avversario ormai fuori equilibrio. Il quarterback, a questo punto, vede calare le sue opzioni di gioco e deve accelerare la giocata, alzando il rischio di commettere un errore.
E non bisogna sottovalutare assolutamente la sua forza pura. Lo ha imparato a sue spese Sebastian Vollmer, tackle dei Patriots e non certo un novellino. Sempre grazie alla presenza di Watt, i Texans possono permettersi di usare solo 3 uomini in rush in una situazione di terzo e lungo, il che garantisce ai Patriots di mandare almeno due uomini su Clowney.
Il ragazzo di Rock Hill però non è facilmente contenibile e con un violento colpo della mano sinistra fa letteralmente girare Vollmer su sé stesso. Shaq Mason è troppo lento per poter aiutare e Clowney può liberamente andare al sack su Tom Brady.
I Texans sono i primi a sperare che l’ex promessa collegiale, possa diventare una costante minaccia per i quarterback avversari e non uno dei tanti bust che la diabolica lotteria del draft produce ogni anno.
