[NFL] Il pagellone NFL del Super Bowl 50

Ogni giornata in NFL porta con sé una serie infinita di informazioni. Di settimana in settimana cercheremo di ordinarle e dar loro un voto, per orientarci meglio tra di esse. Tra chi ha brillato e chi invece ha deluso, tra chi merita un bel 10 e chi una bocciatura; tentando di non scordarci di nessuno tra coloro che, in un modo o nell’altro, meritano l’attenzione del pubblico. E’ il nostro pagellone NFL!

Voto 10
La difesa dei Denver Broncos 2015

Nota personale: avevo scritto questo a pochi giorni dal Super Bowl 50. Esaminando i vari matchup mi ero chiesto: come fa Carolina a vincere questa partita? I 14 punti di distacco per quei motivi non mi hanno per nulla sorpreso, ma qual è il singolo più grande successo di questa difesa?
Probabilmente l’unità diretta da Wade Phillips ha troppo talento. Forse ha beccato tre partite consecutive di forma strepitosa. Oppure ha capito proprio tutto dei suoi avversari. Primo down: Von Miller umilia Mike Remmers, Carolina prende zero yard. Secondo down la read di Newton non va. Terzo e lungo 4-man rush (o 5-man rush): fumble, palla recuperata. Phillips alterna i suoi giocatori, a volte in spy sul QB avversario c’è DeMarcus Ware, a volte Danny Trevathan, T.J. Ward gioca su 50 metri di campo a ridosso della linea o in cover-2. Una impressionante varietà è alla base di questa vittoria. E certo, sono in forma, certo sono talentuosi; ma più di tutto sanno cosa fare, quando farlo e come. Una programmazione e un’attenzione alla partita che li ha portati a essere forse il reparto più decisivo dell’ultimo ventennio. E qui il 10 serve a non dimenticarci che questi hanno vinto quasi senza un quarterback…

P.s. Aqib Talib, che tenta di mandare all’ospedale Corey Brown perché sa che a tre yard dalla end zone quasi non esiste la penalità, è escluso dal 10. Per quanto possa importargliene.

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denve

Voto 9
Peyton Manning

Ecco, a proposito di quarterback non interpretate questo 9 come lo scandalo di incensare una prestazione pessima. Insomma, Peyton Manning ha giocato decentemente due soli drive di questo Superbowl, poi ha condito il tutto di un intercetto che nemmeno il peggiore Ryan Leaf, prima di griffare con una conversione da due punti abbastanza banale a causa di Carolina, ormai al tappeto. Il 9, che sarebbe anche un 10, risale a quattro anni fa, quando il numero 18 aderì alla causa di Denver. Non poteva aspettarsi di resistere ancora a lungo, e dopo un primo anno devastante, il suo declino è cominciato. Ma i Broncos nel frattempo stavano utilizzando il front office per garantirgli un altro anello. Peyton Manning ha scelto bene, ha scelto talmente bene che questo Superbowl 50 avrebbe davvero potuto giocarlo Ryan Leaf al suo posto. Da quella firma alla notte di Santa Clara Manning è cambiato, ha esaurito i suoi giorni sul campo; e ha preso il secondo alloro. Poteva andare ad Arizona (al caldo e al coperto), poteva andare a Tennesse (a casa); invece ha scelto pensando alla sua carriera, al suo lascito, alla sua stessa storia. Josh Norman lo riverisce ancora prima che il tempo finisca, la Budweiser guadagna 14 milioni di dollari solo perché lui la cita dal podio. Segnali di potenza lontani da un campo su cui non rimetterà piede.

Voto 8
Kony Ealy

Il secondo anno da Missouri tira fuori dal cilindro una partita insospettabile per chi lo conosce solo attraverso i numeri. Giunto in NFL come una vera speranza, ha deluso nelle prime due stagioni, rimediando un posto come giocatore situazionale e non come colonna della difesa di Carolina. Nella notte del Super Bowl è però incredibile: 3 sack, un intercetto con una mano sola e un fumble forzato. Anche se il pick potrebbe non sembrare totalmente merito suo, fatto sta che la giocata l’ha portato a termine e che in quel modo ha fermato un possesso che poteva concludere la partita molto prima di quanto effettivamente successo. I posteri ci diranno se è stato un fuoco di paglia, ma la scommessa da fare è che questo 24enne possa stupirci l’anno venturo e rinforzi ulteriormente una difesa che, anche al cinquantesimo Super Bowl, ha dimostrato una buona continuità.

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Voto 7
John Elway

Su quel podio il vecchio John si deve essere sentito il padrone del Mondo. Chi gli portava il playbook nei suoi giorni da giocatore ora allena la sua squadra campione del Mondo e chi di solito gli viene accostato nell’inutile discussione su chi sia il migliore di sempre è un suo dipendente. Dedicare a Pat Bowlen, che dedicò a lui un Vince Lombardi, il trofeo è stata la guasconata finale. John Elway ha avuto una carriera straordinaria sul campo e nel front office: ha preso decisioni scomode, scelto bene e tutelato i suoi giocatori, fino a renderli una macchina perfetta. Se esistesse una facoltà universitaria per la gestione tecnica di una squadra di football lui sarebbe il magnifico rettore. Per ora si accontenta di guardare tutti dall’alto verso il basso.

Voto 6
C.J. Anderson

Da quello di vero e proprio playmaker, il ruolo di Anderson si è trasformato nel corso della stagione. Un po’ inumanamente abbiamo fatto due più due, dicendo “Se Arian Foster a Houston ha fatto segnare quei numeri, può farlo anche lui”. È stato miopismo analitico puro. La stagione del runningback campione del Mondo si è guardata allo specchio nel Super Bowl: tanta pazienza, un paio di cutback per ovvi primi down e tante tante botte dietro un running game che ci mette una partita intera ad assestarsi. Come qualsiasi assegnamento offensivo, è bastato e avanzato per mettere due touchdown tra una squadra e l’altra. Free agent.

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Voto 5
Il ritorno di punt di Jordan Norwood

Forse la peggiore giocata degli ultimi quattro o cinque Super Bowl. Il punt in sé non è nemmeno malissimo, Norwood non sa esattamente cosa farci quindi non chiama il fair catch. Se Carolina fosse concentrata, lì la giocata finisce con un bel placcaggio. Invece no, il sonno di Norwood è contagioso, almeno due giocatori dei Panthers credono di potersi distrarre, allargano le braccia e il ritornatore dei Broncos parte. E se i suoi compagni iniziassero a crederci, andrebbe fino in end zone per il touchdown della vittoria! Invece niente, Mario Addison (che pesa quei 120 chili senza protezioni) lo riprende perché un paio di bloccatori infoltiscono la schiera dei menefreghisti. Ovviamente NFL.com toglie il tutto dagli highlight della partita. Come biasimarli…

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 Voto 4
I misteriosi Panthers

Primo quarto: Johnathan Stewart esce zoppicando dopo una bella corsa. I tifosi neroazzurri si disperano, e non fidandosi della CBS atterrano sui social network. Lì trovano un indizio indicativo delle loro residue speranze di vincere: Stewart è ‘questionable’! Basta, è finita, adesso corre solo Tolbert e sono guai. E invece Stewart è tranquillamente in campo, altro che ‘questionable’. Blackout totale di Carolina quindi, non solo in campo! Per la cronaca Tolbert perderà due palloni, ma Stewart terminerà la partita.

Voto 3
Marshawn Lynch

Non nuovo a queste zone della classifica, Beast Mode si ritira postando su twitter una foto (qualità: amatoriale) dei suoi scarpini appesi a una linea del telefono. Il problema è che lo fa durante il quarto parziale del Super Bowl 50. E così chi si sta godendo la partita anche su quel mezzo, tenendo d’occhio i cinguettii di Denver Broncos e Carolina Panthers, si ritrova con questa presenza ingombrante. Nulla contro Marshawn (inimitabile campione), tutto contro il modo amatoriale (ripetizione giustificata) con cui gestisce il suo personaggio pubblico. E dire che quella volta della televendita di Skittles ci aveva conquistati… Peccato! (se avete cinque minuti del vostro tempo non rimpiangerete di usarli per guardare il seguente video)

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Voto 2
La regular season NFL

Dal 1990 cinque squadre hanno finito la stagione con quindici vittorie. Vittorie al Super Bowl? Zero.
I Vikings del 1998, gli Steelers nel 2004, i Patriots nel 2007 e i Packers del 2011 ricadono in questa categoria. Abbiamo creduto che i Panthers potessero sovvertire questa tendenza, dopo aver battuto Seahawks e Cardinals, sulla carta più attrezzati per la vittoria della NFC. Forse la verità è che il record della stagione regolare serve solo a capire contro chi giocherai o se salterai un turno, ma che la stagione vera inizia a gennaio.

Voto 1
Cam Newton

Partita difficile. Impossibile. Ma esistono vari modi di perdere, e quelli che comprendono il mollare la conferenza stampa post-partita a metà non sono quelli giusti. Che Talib stesse (recidivo) parlottando in sottofondo ha un’importanza del tutto secondaria. Cam, sei il quarterback di una squadra fortissima, la nuova faccia della NFL, un atleta che non dovrebbe avere paura di perdere. Invece dimostri che una sconfitta inaspettata è tutto ciò che basta a renderti di nuovo un leader mediocre, un comunicatore pessimo, un diseducato. Il confronto è impietoso: due anni fa Peyton Manning scese dal podio del Metlife Stadium e dopo un’umiliazione epocale strinse la mano a tutti i giornalisti di Denver e chiese loro scusa per la pessima prestazione dei suoi Broncos. I Panthers non potevano vincere questo Super Bowl, ma Cam Newton l’ha perso due volte: sul campo e al cospetto del Mondo pochi minuti dopo il fischio finale. Crescerà e avrà modo di rifarsi.

Menzione d’onore
#puppymonkeybaby

Tra chi la adora (chi vi scrive) e chi vorrebbe ucciderlo, puppymonkeybaby ha segnato il Super Bowl per quanto riguarda gli spot pubblicitari. Durante le interviste del media day questo pupazzo un terzo scimmia, un terzo bambino e un terzo carlino è stato anche messo in braccio ai vari giocatori, inorriditi nel migliore dei casi. Impagabile. Solo in America.

https://youtu.be/ql7uY36-LwA

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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2 Commenti

  1. Abbastanza discutibile il 9 (giustificato sicuramente bene ma non condivisibile) a Manning. Se si giudica il SB è da 4. Per la stagione da 6 e basta. il 9 è solo per la carriera: geniale QB ma non un vincente. E poi cosa vuol dire “I misteriosi Panthers”? Speravo in un giudizio tecnico un po’ più decente e dettagliato. Invece mi pare sia una pagella di parte di chi tifa Denver e non Carolina… bah…

    1. Ciao Silvano, grazie per aver letto e commentato.
      Le pagelle non nascono per fornire un giudizio tecnico. O meglio (a esempio il 10) non solo per quello. L’obiettivo principale è far discutere e il discutibile 9 è lì apposta.
      Sono giudizi personali, e non amo quando una squadra gestisce male l’injury report, lo ritengo un indizio di malafede. Da qui il 4. Così come non amo chi al posto di metterci la faccia evita il confronto, come fatto da Newton.
      Ti lascio la curiosità di leggere altri di questi miei articoli per ritrovare queste mie convinzioni. Il fatto di esternarle è unicamente il tentativo di generare una discussione.

      In quanto alla simpatia per i Broncos, anche qui ti lascio andare a cercare tutti i votacci dati al 18 nel corso della stagione…

      Continua a seguirci!

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