[NFL] Week 11: Tutto ma proprio tutto sull’undicesima giornata NFL

Browns, Giants, Saints e Steelers sono le ultime quattro squadre a prendersi una settimana di riposo, prima del grande rush finale delle ultime sei settimane. Quattordici sono le sfide che infiammano l’undicesima giornata NFL, che spostano gli equilibri di due Conference quanto mai equilibrate, che provano a definire i primi verdetti di una stagione intensissima.

Meravigliosi Panthers, giunti alla decima vittoria senza sconfitte in questa regular season, schiacciando i Redskins. Jonathan Stewart, oltre a macinare 102 yard in 21 portate, diventa anche uno dei cinque fortunati che un incredibile Cam Newton (21/34 per 246 yard e 5 TD pass) trova in end zone nel corso del match, sbloccando il risultato. Washington, inizialmente, è combattiva e ai colpi del runningback e di Mike Tolbert risponde con i touchdown di DeSean Jackson, su lancio di un negativo Kirk Cousins (22/30 per 207 yard con 1 TD pass, 1 INT e 2 fumble), ed Andre Roberts, il quale riporta per 99 yard un kickoff fino alla end zone avversaria.
Dopo il primo quarto, però, per gli ospiti la partita si trasforma in un inferno. Carolina colpisce in serie con Tedd Ginn, Greg Olsen e Devin Funchess, oltre che con tre field goal di Gragam Gano. La straordinaria difesa dei padroni di casa domina la sfida, generando ben quattro fumble e recuperandoli tutti, oltre a lasciar correre gli avversari per appena 14 yard in 12 portate. La safety generata nel finale per un tackle su Brad Norman in end zone non cambia la sostanza della nettissima vittoria dei Panthers (10-0) per 44-16 sui tramortiti Redskins (4-6).

Restano imbattuti anche i Patriots, che superano i Bills tra le mura amiche. New England riesce a trovare ogni settimana un protagonista diverso e, in assenza di Dion Lewis, scatena un James White capace di un doppio touchdown, tanto su ricezione di un Tom Brady non eccezionale (20/39 per 277 yard con 1 TD pass e 1 INT) quanto palla alla mano, con la corsa vincente da 6 yard. Buffalo, timonata da un Tyrod Taylor sottotono e spesso messo in difficoltà da un Rob Ninkovich devastante (6 tackle, 1.5 sack, 1 FF), è in grado di rispondere soltanto con il touchdown di LeSean McCoy da 27 yard.
Dan Carpenter non è infallibile ai field goal (2/3), così come Stephen Gostkowski (2/3), il quale sbaglia il suo primo calcio stagionale. Gli ospiti sbagliano e concedono troppo in una partita in cui avrebbero potuto essere ben più protagonisti. Al termine dunque i Patriots (10-0) vincono 20-13 sui Bills (5-5).

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Palpitante la sfida tra Cardinals e Bengals, due tra le migliori squadre viste finora in questa regular season. La sorpresa di giornata per un ottimo Andy Dalton (22/39 per 315 yard e 2 TD pass) si chiama Giovani Bernard, capace di ricevere ben 8 lanci del proprio quarterback per 128 yard. La certezza, però, resta Tyler Eifert, giunto, grazie alle due segnature di giornata, a quota 11 touchdown in stagione. Uno di questi è utile a sbloccare il match, pareggiato da Darren Fells e nuovamente riportato sui binari di Cincinnati grazie alla corsa vincente da 2 yard di Jeremy Hill, prima dell’intervallo.
Il terzo quarto, però, diventa il regno di Arizona e di un devastante Carson Palmer (20/31 per 317 yard con 4 TD pass e 2 INT). Uno scatenato J.J. Nelson, rookie alla prima grande prestazione in NFL (4 ricezioni per 142 yard e 1 TD), apre la strada alla fiera del touchdown, completata da John Brown e David Johnson. È qui, però, che i padroni di casa spengono la luce e permettono agli ospiti di raggiungere la parità. Il merito è di Hill e Eifert, entrambi capaci di salire a quota due viaggi in end zone nel match, oltre che di un field goal Mike Nugent, pareggiato da quello di Chandler Catanzaro. La partita sembra destinata ad andare all’overtime, ad un minuto dalla fine e con Palmer a guidare il drive senza timeout. Il grande ex della sfida, però, si affida alle salde mani di Larry Fitzgerald per portare i suoi in raggio da field goal e Catanzaro colpisce con sicurezza da 32 yard. Vincono dunque i Cardinals (8-2) per 34-31 sui Bengals (8-2).

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Non è questa l’unica sfida decisasi in volata grazie ad un field goal. I Falcons, in crisi ormai senza fine, escono sconfitti al confronto dei Colts, privi di Andrew Luck. Matt Ryan comincia alla grande una sfida che gli riserverà, poi, non pochi problemi (25/46 per 280 yard con 3 TD pass e 3 INT), lanciando due volte di fila in touchdown un cinico Patrick DiMarco. Le corse degli ospiti tendono a schiantarsi contro il front seven avversario, producendo appena 74 yard di guadagno. Non solo, però, Atlanta non riesce a fare molto di meglio, macinando 100 yard in totale, ma Ahmad Bradhsaw riesce ad essere assai decisivo in qualità fuori dal backfield, ricevendo entrambe le pepite di un buon Matt Hasselbeck (23/32 per 213 yard con 2 TD pass e 2 INT) scagliate in end zone. Il touchdown di Leonard Hankerson e la mostruosa prestazione di Julio Jones (9 ricezioni per 160 yard), però, non bastano per tenere i pericoli lontani dai padroni di casa, soprattutto quando Ryan lancia un decisivo intercetto ad uno scatenato D’Qwell Jackson (7 tackle, 1 sack, 1 INT), capace di riportarlo per 6 yard fino alla end zone avversaria.
La partita raggiunge dunque la parità ed il supplementare incombe minaccioso. Frank Gore, però, riceve da Hasselbeck un lancio che trasforma in 31 yard d’oro, utili a portare i suoi in raggio da field goal. A meno di un minuto dal termine Adam Vinatieri non sbaglia da 43 yard e decreta il successo dei suoi, anche grazie all’intercetto di Coby Fleener (!) sull’hail mary di Ryan a tempo scaduto. Vincono i Colts (5-5) per 24-21, deludono e crollano i Falcons (6-4).

La partita tra Ravens e Rams non è esente dalla categoria sopra citata, sebbene sia di spanne la partita meno esaltante delle tre in questione, almeno fino all’esaltante finale. Se la difesa di St. Louis è incredibile, in giornata guidata da un fenomenale Rodney McLeod (8 tackle, 1 INT, 1 FF), l’attacco è ormai Todd Gurley dipendente. Il rookie runningback sigla il proprio sesto touchdown stagionale, mentre il passing game, nonostante la bocciatura al timone di Nick Foles, non è granché aiutato da un impreciso Case Keenum (12/26 per 136 yard con 1 TD pass e 2 fumble persi). Nonostante tutti, anche le offensive dei padroni di casa sono assai fiacche, spente da un Joe Flacco svegliatosi solo nel quarto periodo. È proprio negli ultimi 15 minuti che Baltimore lancia la rimonta vincente, dapprima con il touchdown di Kamar Aiken e poi con un due field goal di un impreciso Justin Tucker (3/5 in giornata), rispettivamente da 20 e 47 yard.

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Prima che arrivi quest’ultimo, però, succede di tutto. A seguito del calcio sbagliato da Greg Zuerlein da 52 yard, lo stesso Tucker manca il bersaglio da 51 yard con un minuto e spiccioli sul cronometro. Nel drive successivo Keenum, a ridosso della metà campo, riceve un colpo durissimo alla testa, ma decide di restare in campo. Lo snap successivo, però, coincide con il suo secondo fumble perso di giornata, forzato da Courtney Upshaw e recuperato da Lawrence Guy. Tucker ha dunque l’opportunità di conquistare la vittoria per i suoi e questa volta non sbaglia da 47 yard. I Ravens (3-7) vincono dunque 16-13 sui Rams (4-6), ma non possono festeggiare. Flacco, proprio sul finire del match, si rompe i legamenti del ginocchio e dovrà saltare tutto il resto della stagione.

Tornano alla vittoria tre grandi protagoniste del panorama NFL attuale, dopo un periodo più o meno lungo di scarse soddisfazioni. I Broncos, dopo due sconfitte di fila, ritrovano il successo contro i Bears. Protagonista assoluto è l’uomo che non ti aspetti, il sostituto di Peyton Manning alla guida dell’attacco, un Brock Osweiler fantastico (20/27 per 250 yard e 2 TD pass). Chicago trova una difesa quanto mai solida di fronte a sé, dominata da Danny Trevathan (8 tackle, 1 INT), ed un Jay Cutler deludente (18/32 per 265 yard e 1 INT), riuscendo a scalfire gli avversari soltanto con tre field goal di Robbie Gould, cui risponde Brandon McManus da 24 yard.
E’ ancora Osweiler a colpire, però, lanciando perfettamente Cody Latimer in end zone ed allargando la forbice. I padroni di casa provano il tutto per tutto, ma dapprima non riescono a convertire un fondamentale 4&Goal e successivamente vedono Cutler provocare un fumble, recuperato da Malik Jackson. A 25 secondi dal termine, comunque, riescono a siglare il touchdown del possibile pareggio con Jeremy Langford, ma falliscono la decisiva conversione da due punti con lo stesso runningback. Il grande ex John Fox ed i Bears (4-6) escono sconfitti per 15-17 contro i Broncos (8-2).

Erano addirittura tre le partite consecutive senza vittoria per i Packers, tornati al successo contro i Vikings. Cominciano meglio i padroni di casa, comunque, guidati da un buon Teddy Bridgewater (25/37 per 296 yard e 1 TD pass), il quale scatena subito la proficua connection di giornata con Kyle Rudolph (6 ricezioni per 106 yard e 1 TD) e trova il TD pass per 47 yard. Green Bay sembra in grado di colpire soltanto con Mason Crosby, autore di tre field goal consecutivi, ma, appena prima dell’intervallo, un impreciso Aaron Rodgers (16/34 per 212 yard e 2 TD pass) scatena Randall Cobb in end zone, a seguito di un drive in cui Minnesota concede 55 yard agli avversari soltanto in flag.
Crosby colpisce ancora dopo la pausa lunga, poi Adrian Peterson prova a riaprire i giochi con la segnatura da 6 yard palla alla mano. Il quarto periodo, però, anche per colpa di un decisivo fumble dello stesso Peterson, è territorio degli ospiti, guidati offensivamente da un James Jones ancora una volta decisivo (6 ricezioni per 109 yard e 1 TD) e difensivamente dal sempre ottimo Haha Clinton-Dix (8 tackle, 1 sack). Jones ed il perfetto Crosby (5/5) mettono a segno i punti decisivi per la vittoria dei Packers (7-3) 30-13 sui Vikings (7-3).

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In assenza di Marshawn Lynch, ci pensa un demoniaco Thomas Rawls a riportare i Seahawks alla vittoria, schiacciando i 49ers. Il rookie da Central Michigan abbina una prestazione straripante palla alla mano (30 portate per 209 yard e 1 TD) a 3 ricezioni per ulteriori 46 yard ed un secondo touchdown, toccando quota 255 yard in giornata, il massimo per un undrafted free agent dal 1960. Non soltanto Rawls, però. In una delle migliori prestazioni stagionali dell’attacco di Seattle, Russell Wilson gioca una grande partita (24/29 per 260 yard e 3 TD pass), facendosi aiutare da un decisivo Tyler Lockett, capace di ben due viaggi in end zone, rispettivamente da 24 ed 11 yard.
San Francisco produce appena 59 yard su corsa, contro le 255 dei padroni di casa, e, sebbene Blaine Gabbert non si dimostri proprio un pessimo timoniere (22/34 per 264 yard e 1 TD), non può bastare contro lo strapotere del backfield avversario. Vincono e convincono i Seahawks (5-5) per 29-13 contro i 49ers (3-7).

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Tante squadre, oltre a Tampa Bay, a quota .500, compresi Texans e Jets. È Houston ad avere la meglio nella sfida, grazie alle sue due stelle più splendenti, che rispondono al nome di DeAndre Hopkins (5 ricezioni per 118 yard e 2 TD), ormai a quota 1.045 yard macinate in stagione e a ridosso della doppia cifra in termini di touchdown (9), e J.J. Watt (8 tackle, 2 sack), arrivato a quota 11.5 sack finora in questa regular season.
Dall’altra parte New York guadagna appena 70 yard su corsa e Ryan Fitzpatrick non guida abbastanza bene le offensive per nascondere la questione a dovere (19/39 per 216 yard con 1 TD pass e 2 INT), nonostante sia lui a stesso a regalarsi un touchdown palla alla mano da 6 yard. I padroni di casa, però, trovano un positivo T.J. Yates in cabina di regia (16/34 per 229 yard e 2 TD pass), oltre che una tanto inconsueta quanto efficace connection tra Cecil Shorts, di professione wide receiver, ed Alfred Blue, il quale riceve per 21 yard il perfetto TD pass del compagno. Gira tutto troppo bene ai Texans (5-5), che vincono 24-17 sui Jets (5-5).

Grande ritorno anche per i Cowboys, favoriti da un’ottima prestazione difensiva, ma soprattutto dal ritorno in campo ed in auge di Tony Romo. Rolando McClain sblocca il punteggio, riportando per 12 yard un intercetto ad un modesto Ryan Tannehill (13/24 per 188 yard con 2 TD pass e 1 INT) fino alla end zone avversaria, mentre è tutto di Romo il secondo touchdown, servito e confezionato tra le braccia di Terrence Williams. Il quarterback degli ospiti gioca una partita di alti e bassi (18/28 per 227 yard con 2 TD pass e 2 INT), ma trova anche un grande aiuto da Darren McFadden (29 portate per 129 yard).

Romo-McFadden Dallas Cowboys
Nonostante le offensive di Dallas ritrovino smalto, sono i padroni di casa a colpire due volte a cavallo dell’intervallo, grazie alle segnature di Jordan Cameron e Kenny Stills, nel momento migliore di Miami e del suo quarterback. Ci pensa però la premiata ditta Romo-Dez Bryant, che diventa la più produttiva nella storia della franchigia con 50 touchdown (fermi a 49 Troy Aikman e Michael Irvin), a chiudere i conti. Il punto esclamativo di Dan Bailey da 30 yard serve soltanto a fissare il punteggio sul 24-14 con cui i Cowboys (3-7) battono i Dolphins (4-6).

Raggiungono la parità tra vittorie e sconfitte anche i Chiefs, capaci di distruggere le tenui resistenze dei Chargers senza pietà. È l’enorme, in tutti i sensi, Dontari Poe a sbloccare il punteggio con la corsa vincente da 1 yard. Il defensive end, con i suoi quasi 157 chilogrammi di peso, diventa il giocatore più “pesante” a siglare un touchdown nella storia NFL. Josh Lambo risponde per i padroni di casa con un field goal da 52 yard. Poi, per San Diego, cominciano quasi tre quarti di nulla assoluto. Philip Rivers gioca una partita inguardabile (19/30 per 178 yard e 1 INT) e la produzione offensiva totale si ferma alla misera cifra di 201 yard, di cui appena 52 su corsa.
A deludere è, ancora una volta, il rookie Melvin Gordon, capace di appena 450 yard nelle sue prime 129 portate nella Lega ed ancora senza touchdown all’attivo. Kansas City allunga le distanze con due field goal di Cairo Santos, prima che Justin Houston intercetti Rivers e riporti il pallone per 17 yard fino alla end zone avversaria. Se non ha grandi spunti un comunque preciso Alex Smith (20/25 per 253 yard), a mettere le ciliegine sulla torta pensa Spencer Ware, con una doppia segnatura palla alla mano da 3 yard. Niente da fare per i Chargers (2-8) ancora sconfitti nettamente, per 3-33 dai Chiefs (5-5).

I Raiders gettano al vento l’ennesima occasione di gloria contro i Lions. Matt Prater si scalda a dovere e domina il primo tempo, segnando i soli punti a tabellone con tre field goal, rispettivamente da 29,41 e 51 yard. Nel terzo quarto, nonostante un Derek Carr sottotono (13/25 per 169 yard) ed un gioco di corse che produce la miseria di 50 yard effettive, Oakland rimonta e sorpassa Detroit grazie al touchdown di Latavius Murray e ai due field goal successivi di Sebastian Janikowski.
Per gli ospiti potrebbe prospettarsi una facile vittoria, ma Matthew Stafford non è d’accordo e si mette in proprio, lanciandosi nel touchdown da 5 yard che decide la partita. I Lions (3-7) chiudono il match con una safety e battono 18-13 i Raiders (4-6) arrivando alla seconda vittoria consecutiva.

Rinascono i Cowboys, crollano gli Eagles, demoliti sotto i colpi dei Buccaneers, di Jameis Winston e di un indiavolato Doug Martin (27 portate per 235 yard). Il quarterback al primo anno da Florida State impatta un record per un rookie NFL a quota 5 touchdown pass in una sola partita, trovando, per altro, ben cinque ricevitori diversi nella end zone dei padroni di casa. E dire che è Philadelphia a partire meglio e a far felice un Marc Sanchez alquanto deludente (26/41 per 261 yard con 2 TD pass e 3 INT), grazie al touchdown di Josh Huff su ricezione da 39 yard. E’ poi Winston a scaldare i motori ed infiammare la partita, lanciando, a cavallo tra il primo ed il secondo quarto, Mike Evans, Vincent Jackson e Russell Shepard nella end zone avversaria.

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Darren Sproles, su felice invito di Sanchez, prova a riaprire il match, ma, prima dell’intervallo, è Charles Sims a riaprire vigorosamente la forbice. Nel secondo tempo le Aquile spariscono quasi completamente dal match, fermate da una difesa fenomenale, con tante individualità capaci di fare la differenza: su tutti, Lavonte David (6 tackle, 2 INT), capace tra le altre di riportare un intercetto a Sanchez per 20 yard fino alla end zone avversaria, ma anche Chris Conte (10 tackle, 1 INT) e Kwon Alexander (10 tackle). Cameron Brate completa la festa di Winston ed il gioco è fatto. Vincono i Buccaneers (5-5) per 45-17 sugli Eagles (4-6).

La sfida tra Jaguars e Titans resta, per lunghi tratti, un match tra Ryan Succop e Jason Myers a colpi di field goal. Il primo ne mette a segno due, da 47 e 49 yard, mentre il secondo tre, da 31, 32 e 20 yard. Così la partita, a terzo quarto inoltrato, è sul 9-6 per i padroni di casa. Finché un Marcus Mariota non particolarmente efficiente al lancio (22/35 per 231 yard) decide almeno di regalarsi il rushing touchdown più lungo di questa regular season per un quarterback (23 yard) e lancia Tennessee avanti nella sfida.
A salvare Jacksonville pensa, oltre al field goal sbagliato da Succop da 53 yard, il fenomenale punt return di Rashad Green da 63 yard, che mette in condizione Blake Bortles di trovare, 5 yard più in là, Julius Thomas in end zone. Gli ospiti sprecano gli ultimi e decisivi drive, in particolare per colpa del fumble perso da Phillip Supernaw nella propria metà campo, ed i Jaguars (4-6) mettono il punto esclamativo nuovamente con Myers, vincendo 19-13 la sfida contro i Titans (2-8).

Domani arriva il Thanksgiving Day a regalare una grande serata agli appassionati di football, con le sfide tra Eagles e Lions, Panthers e Cowboys, Bears e Packers. Carolina è, insieme a New England, la dominatrice assoluta di questo inizio di regular season.
In AFC alle spalle ci sono Bengals, Broncos, Colts, Steelers e Chiefs al momento, anche se la situazione è a dir poco intricata tra le inseguitrici. In NFC, invece, Cardinals, Packers, Giants, Vikings e Falcons tengono il passo, con Seahawks e, a sorpresa, Buccaneers in attesa.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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