[NFL] Week 6: The Saints are coming… back (Atlanta Falcons vs New Orleans Saints 21-31)

Il leggendario coach dei Cowboys Tom Landry diceva:

“il football è un gioco incredibile. A volte così incredibile, che è inverosimile.”

Questi, incredibile e inverosimile, sono esattamente i 2 termini che da soli raccontano la partita andata in scena ieri nel mai banale Superdome di New Orleans.
Se infatti sembra incredibile che una squadra che arrivava da 1 vittoria e 4 sconfitte abbia interrotto la marcia trionfale degli imbattuti Falcons, addirittura inverosimile è uno degli episodi che hanno permesso ai Saints di uscire vittoriosi dal campo.

Pubblicità

Per spiegare bisogna andare in dietro di qualche anno, ovvero al 2006, anno sicuramente significativo per ogni abitante della Louisiana.
Il motivo va ben al di fuori dell’ambito sportivo; nel settembre di quell’anno infatti l’uragano Katrina abbatteva tutta la sua furia distruttrice sulla città di New Orleans provocando danni incalcolabili e mettendo migliaia di persone per strada.
In quel tragico contesto uno degli edifici che resse meglio l’urto fu proprio il Superdome che quindi fu destinato all’accoglienza degli sfollati diventando il simbolo della città devastata. Essendo comunque la “casa” dei New Orleans Saints, molti dei giocatori dismisero le divise e indossarono grembiuli per offrire pasti caldi e aiuto ai propri concittadini in quella che fu una delle massime dimostrazioni di solidarietà e patriottismo della nazione a stelle e strisce.

Katrina Superdome New Orleans Saints
Lo stadio tornò ad essere agibile il 25 settembre in occasione del Monday Night che vide la squadra di casa opporsi proprio ai Falcons.
Lo stadio era una bolgia, non si trattava più di una partita ma della rinascita di una città e a coronazione dell’evento, il match fu preceduto dal mini-concerto dei Green Day che, con gli U2, presentarono il loro nuovo singolo i cui proventi sarebbero andati ai cittadini di New Orleans; la canzone si intitolava “The Saints are coming” e mai nome fu più azzeccato.

In quella partita i Saints spazzarono via i malcapitati Falcons (23-3) e il simbolo di quella vittoria fu la safety Steve Gleason che con un “tuffo” epico bloccò il primo punt della partita di Michael Koenen portando i suoi sul 7 a 0.
In quella partita, su in tribuna a gioire c’era un ragazzino, un certo Michael Mauti che essendo originario di New Orleans aveva dovuto subire tutto l’inferno di Katrina.

Torniamo alla partita di ieri, più precisamente a 2′ 19” dalla fine del primo quarto, 4th e 14 e palla sulle 16 yard di Atlanta, entra lo special team e con lui il punter Matt Bosher, la mente di tutti i presenti va a quel 25 settembre anche se, forse, in cuor suo nessuno crede realmente che possa succedere di nuovo.
E invece dalla linea di maglie rosse spunta una casacca bianca con il 56 che corre incontro a Bosher, gli strappa il pallone dai piedi e si trascina nella end zone per il TD del 14 a 0.
E’ proprio il predestinato Michael Mauti (che in Louisiana si è già guadagnato il nome Mighty, “potente”) che fa esplodere il Superdome esattamente come 9 anni prima. INCREDIBILE

Le telecamere schizzano sulla sideline su un ragazzo in carrozzina affetto da SLA, si tratta proprio di Steve Gleason che dalla gloria è caduto nella morsa della malattia ma che non poteva non essere l’invitato d’onore di quest’incontro e che, nella sfortuna, ha potuto riassistere in diretta alla stessa azione che gli era valsa il soprannome di “Man of rebirth”. Tra il pubblico ci sono un misto di sguardi increduli e di gente in delirio; al commentatore non resta altro che sussurrare “welcome back in 2006” e lasciare spazio al sound dello stadio.
INVEROSIMILE, o quasi.

break

Quest’episodio è un po lo specchio della partita, significava troppo per i New Orleans Saints e per la loro gente, e questa convinzione si scorgeva in ogni placcaggio o nell’esultanza che seguiva una giocata positiva.
Malgrado ciò i Falcons sono rimasti aggrappati alla partita fino all’ultimo quarto grazie a una difesa che ancora una volta si è dimostrata abbastanza solida, pur non portando tournover, e a un’altra ottima prestazione del RB Devonta Freeman (156 yard e 2 TD totali).

I Saints hanno invece disputato una partita perfetta, soprattutto da parte dei suoi uomini chiave che erano chiamati a dare una risposta forte alle critiche ricevute recentemente.
E l’hanno data, eccome se l’hanno data; Brees su tutti si è caricato la squadra sullo shoulder chiudendo con 312 yard lanciate, 1 TD, 0 int, e il 77% di passaggi completati.
Pensare che alcuni giornali solo una settimana fa scrivevano “end of an era” come didascalia a una foto raffigurante il QB a colloquio da coach Sean Payton.

Pubblicità

Prestazioni importanti le hanno fornite anche il TE Benjamin Watson, che ha chiuso con 10 ricezioni per 127 yard e 1 TD, e il RB Mark Ingram che ha chiuso con 46 yard e 2 TD.
Il vero fattore rimane però la difesa di New Orleans che è stata semplicemente straordinaria.
Contenere JJ11 e compagni non era certo compito semplice; se oltre a riuscire in questo, produci anche (ben) 5 sack (3 del ritrovato Cameron Jordan) e forzi (con tanto di recupero palla) 3 fumble, allora hai davvero compiuto una partita incredibile.

Per quanto riguarda i ragazzi di Dan Quinn, essere usciti con le ossa rotte dal fortino dei rivali storici sicuramente ha un peso, ma ci sono diversi aspetti che testimoniano un cambio di rotta e soprattutto mentalità rispetto agli anni precedenti.
La partita offensiva dei Falcons si riassume nei suoi primi possessi:

  • 4th e 1 in territorio Saints, FUMBLE di Ryan che si scontra con il FB Patrick DiMarco (recuperato da Atlanta) – TOURNOVER
  • 3rd & 3,  SACK C. Jordan
 –> 4th & 14 Blocked Punt – TD Saints
  • TD Roddy White, 14 – 7 e partita riaperta
  • Ottimo drive di Atlanta, FUMBLE del rookie Tevin Coleman sulle 9 yard di New Orleans (recuperato dai Saints)
  • FUMBLE sullo snap sulle 15 yard di New Orleans (recuperato dai Saints)

I Saints non sfruttano però i possessi extra regalati dalla difesa e a inizio 4th quarto la corsa da 25 yard di D.Freeman riporta i Falcons sotto di 10 punti (24-14).
Con solo 2 possessi di distacco i tifosi in maglia rossa cominciano a sperare nell’ennesima rimonta della stagione ma nel possesso successivo Drew Brees dimostra di essere ancora un top QB e con un drive perfetto da 80 yard i bianco-oro portano l’ovale in TD riallungando il vantaggio a 17 punti (31-14).
Gli 8 minuti rimasti sul cronometro sono sufficienti solo a permettere a Freeman di segnare il suo secondo TD della serata (questa volta su ricezione) e a Cameron Jordan di mettere le mani addosso a Ryan per la 3° volta (con successivo fumble ricoperto dallo stesso 94 oro).

In sintesi, Saints in netta ripresa (anche se potrebbe essere troppo tardi visto il vantaggio accumulato nella NFC South da Falcons e Panthers) e un’Atlanta riportata ad una dimensione che forse le compete di più ma che non cancella gli ottimi progressi visti fin’oggi.

Merchandising Merchandising

Gabriele Morelli

Ingegnere 26enne di Torino, appassionato cronico di sport trova nel football l'unione perfetta di tutti i suoi interessi. Non chiamatelo di notte... potreste disturbarlo mentre guarda una partita!

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.