[NFL] Week 4: Denver vince, ma non convince (Minnesota Vikings vs Denver Broncos 20-23)

I Denver Broncos piegano 23-20 Minnesota e restano con un record “immacolato” dopo 4 gare di campionato. I Vikings, pur lottando fino alla fine, tornano a casa a mani vuote con la consapevolezza che per raggiungere l’elite della NFL ci sia ancora un po’ di strada da percorrere.

La gara dello Sports Authority Field, nome del Mile High Stadium per esigenze di sponsor dal 2011, era la sfida fra un team ormai da qualche anno nel gotha della NFL ed uno in ascesa, ma alla fine i Vikings, pur confermando i miglioramenti già mostrati in questo inizio di stagione, hanno pagato i tanti errori commessi durante il match. E comunque la differenza finale di tre punti ha confermato la grande incertezza che regna quando sono di fronte Denver e Minnesota: su quattordici sfide dirette infatti ben tredici sono finite con uno scarto massimo di 8 punti.

Tornando alla partita di domenica, a onor del vero Denver ha sì un record di 4-0 ma anche contro i ragazzi di Zimmer non ha convinto. Intendiamoci, i Broncos arrivavano alla sfida contro Minnesota con la miglior difesa del campionato, ed il reparto guidato da Wade Phillips si è confermato su livelli stratosferici: Von Miller e DeMarcus Ware sono un autentico terrore per le linee offensive avversarie, con quest’ultimo che alla bella età di 33 anni è stato votato defensive player of the month di settembre  per la AFC, Talib resta uno dei più forti cornerback del campionato anche se contro Minnesota non ha brillato, mentre Marshall, Trevathan e la safety Stewart stanno vivendo una grande stagione.

Pubblicità

Denver Broncos Defense

I grandi problemi erano, e rimangono, dall’altra parte della palla. Che un attacco guidato da Payton Manning sia il trentesimo della Lega fa decisamente notizia e, se il grosso della colpa può essere addossato al rushing game, anche il passing game non è certo travolgente. Contro Minnesota l’attacco ha guadagnato 144 yard via terra, buono per un reparto che finora aveva corso a 57 yard di media a partita, ma metà di queste sono arrivate grazie alla fantastica galoppata da 72 yard di Hillman, frutto di un cocktail letale di grandi blocchi e di errori di posizionamento dei Vikings.

Eliminando questa però, restano 21 corse fra lo stesso Hillman e Anderson, per 72 yard, alla media non certo entusiasmante di 3,4 yard per portata. Manning ha chiuso 17 su 27 per 213 yard, una meta e due intercetti per un quarterback rating che non raggiunge il 70. Ancora una volta il futuro Hall of Famer è riuscito a fare le giocate giuste nei momenti chiave, ma ha sbagliato molti lanci a lunga gittata, e contro squadre più solide di Minnesota ci vorrà ben altro rendimento. Più della metà dei completi del numero 18 sono finiti nelle mani di Demarryius Thomas che ha terminato la gara con 9 palle catturate per 93 yard, seguito da Sanders che ha portato a casa altre 68 yard compresa una gran ricezione da 43 yard.

Minnesota ha invece disputato un match caratterizzato dai molti alti e bassi: per quasi venticinque minuti i Vikings non sono praticamente esistiti, poi hanno avuto un primo sussulto e da -13 sono tornati a -3. Quindi di nuovo un terzo quarto abulico, seguito da una buona ultima frazione terminata però con il fumble finale che ne ha frustrato ogni tentativo di rimonta. Bridgewater non ha demeritato ed ha completato 27 passaggi su 41 per 269 yard e una meta, prestazione da rimarcare se si tiene conto che è stato messo a terra 7 volte dai Broncos e non ha avuto alcun aiuto dal rushing game.
Fra i receiver molto bene Wallace, autore di 8 ricezioni per 83 yard più una meta, ma prestazione da ricordare anche per due atleti non certo di primo piano, cioè Thielen (6 palle catturate per 70 yard) e soprattutto il rookie Stephon Diggs (6-87), che all’esordio nella Lega maggiore ha messo in seria difficoltà pure un veterano come Talib e che senza un costoso drop e due fumble (nessuno dei quali perso per altro) avrebbe vissuto una giornata veramente indimenticabile.

Nella sfida del Mile High il pericolo numero uno era però naturalmente Adrian Peterson che si presentava a Denver come il leading rusher della NFL. La difesa di Denver ha però contenuto egregiamente “All Day”, mettendo spesso 8 o addirittura 9 uomini nei pressi della linea of scrimmage e, a parte la fuga da 48 yard sull’unica meta, Peterson è stato arginato benissimo (nelle altre 15 portate sono arrivate appena 33 yard).

Adrian Peterson Vinkings

La difesa di Minnesota ha giocato un ottimo match: vero che l’attacco di Denver di questo tempi non è avversario irresistibile, però Linval Joseph si è distinto sia nel rushing che nel passing game, il linebacker Barr ha confermato di essere in grande ascesa, mentre la safety Harrison Smith ha al suo attivo un intercetto, un passaggio deviato ed un terribile colpo che ha messo k.o. per un po’ Demaryius Thomas.

Venendo alla cronaca della partita, che non sarebbe stato un pomeriggio facile, Bridgewater l’aveva capito fin da subito: nella prima serie infatti il regista ospite veniva “saccato” ben due volte, una da Talib, l’altra da Ware, mentre sul rovesciamento di fronte Denver trovava i primi punti grazie al field goal di McManus al termine di un drive iniziato benissimo grazie ai lanci di Manning ma poi andato in stallo sulle 15 di Minnesota. Nel secondo drive coach Zimmer dimostrava di essere venuto a Denver senza timori reverenziali, visto che decideva di giocarsi alla mano un quarto e uno all’interno della sua metà campo. La corsa di Bridgewater da 2 yard gli dava ragione, ma sulle 35 di Denver arrivava un terzo sack, stavolta ad opera del linebacker Ray, e Minnesota era costretta al secondo punt di giornata.

La difesa dei Vikings però dimostrava subito dopo che non era giunta a Denver per fare da spettatrice, e metteva a terra a sua volta Manning sulle 2 dei Broncos. Dopo il punt, Bridgewater e compagni partivano in pratica da metà campo, ma anche questa situazione favorevole non portava punti, nonostante un’ottima ricezione del rookie Diggs da 25 yard.  Adrian Peterson continuava a rivelarsi un “non fattore” e due incompleti di Bridgewater costringevano i Vichinghi al field goal dalle 28 yard, distanza non certo proibitiva, ma problematica per un kicker come Walsh in grande crisi. E il calciatore da Georgia confermava il suo momento delicato spedendo la palla fuori, alla sinistra dei pali.

Pubblicità

Forse ancora sotto choc per l’occasione sprecata, i Vikings andavano in bambola sull’azione dopo, con Hillman che si involava per 72 yard per la meta su corsa più lunga della stagione 2015. Vero, sull’azione Daniels e il tackle Harris si rendevano protagonisti di ottimi blocchi, ma gli errori di posizionamento della difesa ospite erano evidenti. L’attacco in bianco e porpora in generale, e Peterson in particolare, continuavano però a far registrare un non pervenuto, e Denver segnava ancora grazie ad un nuovo field goal di McManus anche se la difesa di Minnesota era comunque brava a limitare i danni grazie ad un nuovo sack inflitto a Manning.
Gli ultimi 5 minuti del primo tempo erano invece tutti di marca Vikings: grazie ad un bel passaggio di Bridgewater a Diggs e ad una bella corsa dello stesso regista da Louisville, Minnesota riusciva a segnare i primi punti grazie al field goal da 38 yard di Walsh. Poi sul drive seguente dei Broncos, Barr “pizzicava” un passaggio di Manning saltando davanti a Caldwell e riportava l’ovale fin sulle 27 dei Denver Broncos. Da qui la coppia Bridgewater-Wallace confezionava in due azioni la meta del 10-13.

Ronnie Hillman Denver Broncos

In avvio di terzo quarto Denver riprendeva però in mano le redini della gara con Manning, fin lì piuttosto incolore, che trovava con un lungo lancio un Emmanuel Sanders fino a quel momento inoperoso, il quale veniva placcato, con fallo, da Rhodes sulle 7 degli ospiti. Nonostante la posizione molto favorevole, Denver faticava a violare la meta avversaria, e alla fine ci riusciva solo su un quarto e uno grazie al passaggio di Manning a Daniels. Il resto del quarto vedeva la difese fare ottima guardia contro attacchi che si confermavano tutt’altro che spumeggianti, poi in avvio di ultimo quarto era ancora Minnesota a colpire al termine di un drive stranissimo. Prima Diggs rischiava un sanguinoso fumble sulle proprie 15 poi, grazie alle ricezioni di Thielen e Patterson, i Vikings risalivano fin sulle proprie 43. Qui però arrivavano in rapida successione un sack e una penalità, tantochè gli ospiti si ritrovavano a giocare un terzo e 17.

Il buon Bridgewater però non si scomponeva e pescava ancora Thielen con un passaggio da 16 yard. Quarto e uno dunque, con i Vikings che erano già in situazione da quattro down. Il momento sembrava favorevole a Denver che però si dimenticava chi aveva di fronte come runner e la difesa in arancione si schiacciava troppo sulla linea di scrimmage. L’ovvio risultato era che appena Peterson superava la prima linea di Denver salutava la compagnia e si involava per 48 yard di corsa e il 17-20.
La rimonta veniva poi completata poco dopo: Manning subiva il secondo intercetto di giornata ad opera dell’ottima safety Smith che metteva le mani su un pessimo lancio del qb di casa e nonostante un nuovo sack su Bridgewater, Walsh metteva fra i pali la palla del 20-20. Da quarterback super esperto quale è però Manning si metteva alle spalle l’errore sul drive precedente e grazie a due buoni passaggi a Sanders e Fowler, più un’ottima corsa di Anderson, portava gli arancioni sulle 21 di Minnesota. Qui due corse di Hillman fruttavano appena 4 yard, poi Manning provava il colpo grosso cercando direttamente in meta Thomas, ma l’ottima difesa di Rhodes impediva la ricezione al numero 88. McManus non sbagliava dalle 21, ma rimanevano ancora quasi due minuti per le speranze di Minnesota.

Denver iniziava però il drive decisivo della partita in modo decisamente aggressivo mentre Bridgewater teneva la palla molto a lungo mentre cercava possibili bersagli. Così arriva un primo sack di Miller, il cui effetto era annullato da una corsa di Bridegwater da 10 yard, poi però quasi a metà campo, il regista dei Vikings veniva nuovamente steso, stavolta da Ward, e stavolta in modo definitivo, poiché la palla sfuggiva al quarterback ospite e veniva raccolta ancora da Miller che faceva calare il sipario sulla gara.

Merchandising Merchandising

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.